lunedì 10 maggio 2010

There was a tree there


In questo giardino di sogni bambini, resto soltanto io. E la mia ombra che non mi è mai parsa così transitoria. Osservarla sbiadirsi sotto le nuvole grigie mi rende un’altra volta chiaro come sia solo un passaggio quello che sto vivendo. Un sentiero che conduce altrove. Dove l’ombra del mio corpo non esisterà più. E io sarò solo essenza in attesa di una forma. Ma ora che sono carne, lascio che queste lacrime di acciaio venute dal cosmo mi sfiorino la pelle, prima di infiltrarsi tra l’erba aguzza. E sono il brivido freddo di ogni goccia. Chiudo gli occhi e quando li apro scorgo il suo frassino secco. Accanto al mio che invece risorge dopo il buio invernale. Ed è una scoperta amara eppure ovvia. Ricordo ancora il giorno in cui li piantammo, uno accanto all’altro. Osservo il tronco bruno e secco dell’albero, ergersi rigido e assente accanto al verde trionfo della stagione. Ogni cosa qui è un simbolo. Una lezione di vita e di morte. Qualcosa che già intuivo nella selva orticante di Yesod*. Le oscure profondià dell’inconscio, il rigoglioso manto che copre ogni mia notte con i suoi sussurri e venti sottili. Come questa primavera che sa esplodere lentamente ogni sera e ogni mattina. Sopra ai corpi dei morti e tra i sospiri della vita onnipotente. “There was a garden in the beginning, before the Fall before Genesis. There was a tree there, a tree of knowledge..”.

*Yesod nella tradizione della Cabala Ebraica è la tifareth (sfera) dell’inconscio e dell’onirico; attraverso di essa passano molti dei percorsi che dalla dimensione materiale (Malkuth) salgono verso i mondi più alti sulla mappa che rappresenta l’evoluzione umana (l’albero della vita)

Le parti in inglese sono tratte da “Original Sinsuality” by Tori Amos

Nella foto: alberi di mimosa sulla cima del Monte Tabor – Galilea (Israele)

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie a te per questa dolcezza incontaminata.
Nonostante la pioggia perdurante e la fragilità di un tempo che non lascia tempo.

C'è qualcosa che balugina tra le tue parole,non so dire se sia luce.
Sicuramente conforta.E questo può bastare.

Un bacio

Isotta

Cielodiluglio ha detto...

Già, l'unica ad essere onnipotente è la vita stessa... A dispetto di quella dei singoli uomini..
Ti abbraccio fortissimo.
PS: va tutto bene, sempre di corsa e sempre più magra.. :)
PPS: credo che il responso di quel mio post stia nella frase conclusiva. Salvo che la vita non rovesci a sorpresa anche.. i racconti! ;)

Anonimo ha detto...

Eppure il corpo è una ricchezza...pensa a quanto i nostri sensi ci regalano,e noi li ignoriamo
Poter vedere e sentire la primavera che germoglia, la dolcezza di una carezza,la violenza della passione,il gusto di un gelato,far scorrere la terra calda fra le dita,osservare un cielo che ci suggerisce qualcosa di sempre diverso...
Mi sembra comunque che tu stia uscendo dal buio,insisti molto su temi doppi,sei già fuori a metà
cominci a capire,perchè sai elevarti
Ma non dimenticare la terra la carne le catene
Comunque mi rapisce sempre la poesia delle tue parole,è aria e vento,struggente malinconia e forza che ti spaventa ancora
Sei vicino al mistero
lascia che il suo profumo ti guidi,ma non dimenticarti di te

Elisa
p.s.: vieni sul blog,ti dedico una poesia

Fly ha detto...

E’ attraverso i brividi freddi di ogni goccia che i pensieri, le parole diventano vita e la vita parole, pensieri… la vita sembra un involucro ed io non so quanto sia quella dentro o quella fuori.. ma so che ora solo attraverso la pelle posso essere un tutt’uno con l’universo… per ora è il mio cordone ombelicale come radice nutre il senso della vita perché io possa sentirne il gusto e le asperità… attraverso di essa posso crescere ed elevarmi al cielo dispiegando i rami … finchè sarò cielo e terra insieme e allora… non ci saranno più stagioni e tempo ma tutto sarà un compiuto eterno…
Splendido passare tra le tue righe… è come sentire un sottile respiro sulla pelle...ed il cuore… carezze d’anima… di struggente dolcezza… anche se delicatamente melanconiche...
Ti abbraccio...
Fly

riri ha detto...

Caro Daniel ho letto e riletto il tuo scritto e sinceramente fino ad ora ho avuto difficoltà a risponderti, ho paura di essere banale con te, sei una persona così profonda..mi piace il tuo giardino di sogni bambini, ma non credo che si possa restare soli, mi spiego meglio: quando vado in giro in un bosco infinito, mi sento in compagnia di qualcosa o qualcuno che non si può spiegare nè toccare, eppure è presente: l'armonia della terra con i suoi abitanti, a volte silenziosi, spesso musici:-) Un abbraccio speciale.

Daniel ha detto...

Per Isotta
Non chiedo di meglio che confortare con le mie parole. Il conforto umano è la più grande delle magie che ci sono concesse.
Un abbraccio

Per Cielo
Mia cara, non va bene così! Anche io sono messo uguale ma se continuiamo così fra un po’ spariamooooo ! bacio

Per Elisa
Il Mistero carezza e sfiora ma non si comprende mai del tutto. Il corpo è la nostra porta per esperire, qualcosa di straordinario. Secondo la Cabala tutto parte da Malkuth (dimensione materiale e corporea) e ad esso deve ritornare. Cerco di risalire pian piano, anche se il buio ancora mi è più famigliare della luce. Grazie! Corro da te. bacio

Per Fly
La tua delicata riflessività mi sorprenderà fino all’Apocalisse.. siamo cielo e terra assieme… che bello leggerti tra le mie righe.. le completi in modo straordinario …grazie bacio

Per Roby e Samy
Grazie per l’invito. Farò certamente un salto nel vostro forum. Un saluto

Per Riri
Cara, tu non sei MAI banale. La tua semplicità è complessa e intrisa di un’emotività profonda. Certamente la solitudine non è mai qualcosa di totale. Nella luce così come nel buio. Siamo costantemente inseriti in una complesse rete di energie di ogni tipo. Ti abbraccio forte

Daniel ha detto...

Per Nicola
Grazie! Buona domenica a te!