mercoledì 30 settembre 2015
Livre de pierre *
Ora che la luce s'assottiglia a ovest
i miei occhi si bagnano d'asfalto osseo
ingoio nodi di esistenze trafitte
e mi sento precario come le nuvole.
Affondo le labbra nelle radici folte
dove ho lasciato la vita attendere
l'infinito ritorno nel profondo cosmo
descritto dai sapienti sul libro di pietra.
Amiens, Picardie, France - 29 settembre 2015
Nella foto la cattedrale di Amiens
* in francese "libro di pietra"
lunedì 14 settembre 2015
My Dharma teaches me
When I will find myself
That it will be the day
I will invite my few friend
To share a banquet of faith
The lines on my face
Suddenly are making sense
Cause all the time passed before
Will be blessed by all the gods
Goodbye goodbye I’ll say that time
To my sad ego almost died
I'll cross the line of truth to find
Myself among clusters of lies
A new way, it’s a new way
What have you done to lose our hearts
Along the paths of fear so far?
We’ve to deny what we have done
Before we understand our task
A new way, it’s a new way
My Dharma teaches me
Life comes out from killing
The ego that’s devouring
All the best features of me
Goodbye goodbye I’ll say that time
To my sad ego almost died
I'll cross the line of truth to find
Myself among clusters of lies
A new way, it’s a new way
What have you done to lose our hearts
Along the paths of fear so far?
We’ve to deny what we have done
Before we’ve understood our task
A new way, it’s a new way
* “Legge cosmica” in lingua sanscrita
lunedì 7 settembre 2015
Ho visto foglie camminare
Ho visto foglie camminare
con passo crepuscolare
verso un ovest attonito
alcova del Dio silenzioso.
Nell'interstizio capillare
dischiuso dal dialogo muto
tra il giorno e la nottata
ho intravisto l'infinito.
giovedì 3 settembre 2015
Keep your eyes on her horizon
A volte, durante i lunghi pomeriggi passati davanti a queste vetrate opache, mi chiedo se il cielo appoggi effettivamente sull’orizzonte o se riesca galleggiare da solo nel vuoto cosmico. E soprattutto mi chiedo cosa sia questo orizzonte che attrae irresistibilmente i nostri occhi. E se su quella mitica linea esista effettivamente un passaggio per un altrove. Per andare al di là di questo mondo che spesso mi appare così stretto e soffocante e altrettanto spesso mi appare immenso e irraggiungibile. E io? Io riesco a galleggiare da solo oppure mi appoggio a qualcosa d’altro? A qualcuno, a un’idea di me stesso, a un’aspirazione, a un dolore, a un passato, a un futuro. Cosa sono io se ridotto all’essenziale? Chi sono davvero nel profondo, senza alcuna sovrastruttura? La risposta sta sempre nel concetto di orizzonte. L’orizzonte di me stesso è la mia essenza, il punto di intersezione fra la mia vita e la mia essenza. E forse è per questo che l’orizzonte mi sembra sempre così lontano. Ma devo sempre continuare ad osservarlo. “Just keep your eyes on her, keep don't look away, keep your eyes on her horizon”.
Le parti in inglese sono tratte da “Carbon” di Tori Amos
domenica 30 agosto 2015
Estate in dormiveglia
Estate in dormiveglia
siccità di parole
la luna piena negl’occhi
di gatti neri nel campo.
Son il residuo dei sogni
della luna trascorsa:
feroce è l’abbandono
d’aspettative tradite.
venerdì 21 agosto 2015
Wind of age
The Sun and the Rain for My birthday
And I am here as always
Cause I know the Land can heal myself
I forgot the paths of knowledge
I randomly walk as I'm foolish
But I know the Land still can heal myself
I become my father
And sometimes my mother
Wind of age leaves always me alone
While I go on waiting
For new ways of praying
You have promised me ages ago
Where does It dwell the Shekinah *
Perhaps in the place we have left apart
Tough we know the Land can heal ourselves
I become my father
And sometimes my mother
Wind of age leaves always me alone
While I go on waiting
For new ways of praying
You have promised me ages ago
* Nell’ebraismo la presenza di Dio nel mondo materiale
19th August 2015, my birthday
Nella foto: San Pellegrino in Alpe, Lucca
lunedì 10 agosto 2015
I can look your God right in the eye
Le foglie cadute già stanno correndo sull’asfalto, in questo angolo remoto di Appennino, dove l’autunno arriva sempre prima. Mi sento così partecipe della loro caduta e della loro corsa verso l’inevitabile fine che le attende. Inizieranno le piogge e del loro rigoglio estivo non rimarrà nemmeno la polvere. Invece, guardandoti accendere una sigaretta sul tavolino del pub di sempre, nel tardo pomeriggio di questa piovosa domenica, vedo la vita. I tuoi progetti, il tuo entusiasmo nel raccontarli, il nuovo mondo in cui stai vivendo e che ti piace così tanto, hanno creato una persona nuova in soli due anni. E la cosa più straordinaria è che stai trasformando anche i fantasmi del passato in carne palpitante di vita. Mi sento ferito quando mostri, con il tuo atteggiamento egocentrico, di non capire il mio stato mentale di confusione e decadenza totali. Ma so bene che dall’alto si fatica a vedere chi è solo un puntino lontano sul fondo della valle. Ci siamo scambiati i ruoli così tante volte in questi anni che non so più chi di noi due sia il pazzo, chi di noi due non riesca proprio a trovare un senso, chi si stia prendendo gioco dall’altro. Ma oggi mi sembra tu un senso ce l’abbia, eccome. “I'm not sure who's fooling who here, as I'm watching your decay”. Seguo I tuoi discorsi, le tue citazioni importanti, il tuo passare da una disciplina all’altra con estro e noncuranza, come un vero intellettuale, e capisco che le tue parole hanno convinto il mondo intorno a te e anche te stessa. Non sei più la donna che conoscevo. Ora sei capace di guardare il mio dio negli occhi, ma io non posso fare altrettanto. “You give me yours, I'll give you mine, cause I can look your God right in the eye”. Niente più benzodiazepine nel tuo mondo, solo una bandiera di vittoria che svetta finalmente sulla montagna che hai conquistato. “Like a flag on a pop star on a benzodiazepine”. E io? Io ho sprecato così tante occasioni e ho buttato via il meglio di me: è giusto che stia a guardare la tua ascesa con orgoglio e la veda come un monito di chi sarei potuto essere. “A change of course in our direction, a dash of truth spread thinly”.
Le parti in inglese sono tratte da “Pancake” by Tori Amos
Nell’immagine: Kānherī-guhāh (Maharashtra,
India), dal blog http://junaid-bhat.blogspot.it
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