martedì 6 novembre 2007

Dubh




Nel gioco del sole ho indossato
nascosto da nebbie grafite
di tenebre questo cappuccio
poetico amico del nulla

Con esso mi sono coperto
dagl’occhi che piangono luce
di uomini ostili a se stessi
amanti perduti dei sogni

Straripa di seppia il mio nido
asettico affanno del cuore:
è nella dimora del buio
che accolgo la morte.. e la vita


* Dubh = “Nero” in gaelico irlandese

6 commenti:

  1. In momenti come questo il nostro nido profuma del calore umido della vita e della morte insieme... Un bacio.

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  2. E' proprio così Malù. Il nido è nero di morte e protegge dalla luce.. ma è anche ventre gravido in attesa, forse, della vita.
    Grazie e buona serata
    Daniele

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  3. ...Anche il seme per germogliare deve macerarsi nella terra buia...
    ...non c'è alba che non sia nata dalle tenebre della notte...
    Un caro saluto...

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  4. Ti prego, Dani, ti prego, ti-prego, in quel nido, nel tuo nido, spalanca le braccia alla vita.
    Sei una persona troppo bella (se comprendi quel che intendo) per continuare a nominare la morte, per gioco o meno.
    C'è voglia di vita, in te. E la vita è qui. Basta che ti apra a lei. Sembea un'impresa titanica e invece è così dannatamente semplice. Sorridi e lasciati prendere per mano. Il resto accade come per magia!

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  5. Circa il Samhain.. ci sto ancora riflettendo e sono ancora troppo sorpresa per raccontare quello che è avvenuto.. e che poi ho potuto associare solo qui, alla veneranda età di 35 anni, ad una situazione ben - o poco - definita.
    Ne parliamo, se vuoi. Il limoncello è in frigo.

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  6. Daniel, il problema nasce quando l'energia si ferma... anzichè circolare... anzichè passare da uno stato all'altro... Non bisogna fossilizzarsi nel buio, ne lasciarsi abbagliare dalla luce... Lascia che sia...
    Un abbraccio...

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