Sono vuoto capovolto
infinito distillato
temuto e agognato
schiacciato contro l'angolo
ogivale e concavo
mattoni di terra rossa
perfezione di incastro
lungo la spina dorsale
posso planare nel cosmo
o ricercare radici
profonde più dei secoli
e squarciarmi ogni giorno
per ritrovarmi di notte
superstite di un tempo
eterno ed effimero
brace di carne e fiato
che riempie con il fuoco
un'assenza asettica.
Pagnago(LC), 6 aprile 2019
una poesia "sofferente"
RispondiEliminati senti in qualche modo emarginato.
da te stesso o dalla società??
Per "Se fossi fuoco"
RispondiEliminaGrazie per il tuo intervento!
Questa poesia è frutto di un momento di meditazione sul tema del vuoto. Credo che a volte sia necessario capire cosa di noi non sia "riempito" dall'esterno, dalla società, dagli altri... terreno vergine per riscopire la parte più pura di noi stessi.
un saluto!
è molto profonda la tua riflessione e la tua domanda..hai trovato risposta??
RispondiEliminasei riuscito a riempirti "da te"senza infiltrazioni esterne??
Per "Se fossi fuoco"
RispondiEliminaHo scoperto che gli spazi vuoti sono residuali ma esistono. Solo con profonda meditazione si riesce ad individuarli in mezzo al rumore.
Ma è difficilissimo
Un abbraccio