lunedì 5 agosto 2013

Vanità zingara















Ti desidero più di un amante
inebriante trascendenza
concedimi di abbandonare
questo corpo di afflizione:
vanità zingara.

Stacca con forza la mia anima
dal mio costato esausto
liberala dalla gabbia insulsa
dei giorni cosparsi di sale
e poveri di vento.

Distruggi la trappola ignobile
del karma dai mille nodi
e sollevami dal fango putrido
del Malkuth appiccicoso
dalle molte sembianze.

Io non trovo più risposta alcuna
né nuove giustificazioni
nella fede o nella genetica:
mi perdo nel nulla inconsistente
della incarnazione.

Assisterò ogni giorno dinnanzi
all’indebolirsi del corpo
e al lento spegnersi della mente
frustrata dall’assenza grigia
della motivazione.

Rimane solo il cielo estivo
a ricordarmi che esisto
e dove proseguire il percorso
giunto finalmente stremato
alla liberazione.

6 commenti:

  1. Questi tuoi versi mi sconcertano... sono duri, troppo duri per lasciare indifferenti.
    Io per te ci sono. Ricordalo.

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  2. Per Sonia
    Mia cara amica, scrivere per me è catarsi e devo quindi dare voce anche alle parti più pure di me. Un abbraccio e grazie per la premurosa attenzione
    Passo alla locanda ;-)
    kiss
    d

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  3. Il desidero, alla fine, è la cosa che ci rende vivi

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  4. Per Baol
    Mi sa che hai ragione.
    buon agosto
    d

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  5. caro è proprio nella notte più oscura, dopo tanti insuccessi che bisogna calare con fiducia le reti.. per una pesca miracolosa...
    kisses
    Fly

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  6. Per Fly
    Cara, la Fede è andare contro all'evidenza matematica del fallimento. Grazie embrace
    d

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