Gli ultimi giorni dell’anno: la pioggia scivola mentre la luna è scomparsa. E io dipingo la finestra di buio. Non voglio che la luce del lampione illumini i miei pensieri. Ho sempre pensato che l’assenza della luce fosse uno stato emotivo. Perché anche la notte più buia può splendere immensa se hai un po’ di sole nel cuore. Stanotte penso alle strade tortuose che mi hanno condotto fino a qui. In questo luogo oscuro pieno di ombre che fuggono e disegnano i loro profili sulla parete liscia della mia anima. Penso a tutto quello ci siamo detti. Ma soprattutto a ciò che non mi hai mai detto. Nei secoli dei secoli. “Can't forget the things you never said, on days like these starts me thinking”. Vorrei capire perché in certi momenti sento il mio corpo come fosse solo un artificio. E sono soltanto ciò che penso. E il mio cuore sale fino al collo. E sussurra direttamente nelle mie orecchie. Sento che sarà di nuovo lui, presto, ad uccidermi. Dopo la mia ennesima morte. Dopo la fine e dopo il principio. “You gave him you blood and your warm little diamond. He likes killing you after you're dead”. E mi piacerebbe sapere perché l’istante successivo sono solo un corpo. “Sometimes you're nothing but meat”. E allora sento il mio sangue scorrere e la mia gola diviene un flauto pronto a suonare. E le mie lacrime hanno come unico scopo quello di bagnare il mio viso. Nel buio nessuno mi ascolterà. “Now you've cut out the flute from the throat of the loon. At least when you cry now he can't even hear you”. E cosa rimane dunque di stabile, dentro questo universo di nulla che chiamo col mio nome? Forse il fatto che, come sempre, sono schiavo del cielo. Anche di questo cielo senza luce. In silenzio attendo i suoi ordini. Gettando via quel poco di grazia che ancora rimane in me. “God knows I know I've thrown away those graces”.
Le parti in inglese sono tratte da "Blood Roses" by Tori Amos