venerdì 31 gennaio 2014

Fiamma nebbiosa








Nel buio sporco della mia mente
petrolio distillato dai giorni
piccole luci sorseggiano
attimi di consolazione
in attesa della nuova guerra.

Ma questa neve antibiotica
che rende ellittici i colori
cambia la sintassi del cielo
e dimentico il linguaggio
per decifrare le preghiere.

Nella massoneria astuta
delle notti di solitudine
so impastare il pane bianco
con le bacche blu del prugnolo
e il sangue porpora dei sogni.

Ogni volta ch’invoco il nuovo
un istante del passato muore
sull’altare della rinascita
accanto alla fiamma nebbiosa
sepolta d’inconsapevolezza.

venerdì 24 gennaio 2014

Sorry sorry











And when the rain is falling
Outside my little house
My childish eyes are calling
For some thoughts from the clouds

Cause they can see the whole earth
From the best prospective
They can teach to all of us
How much little we seem

Circles circles on the water 
And I suddenly understand 
Every breath makes us older 
And we have less things to pretend 

Because our tears are just little pearls 
That nobody can transform in prayers 

Sorry sorry for my being so weak 
I am the remnant of my past 
I would be the help for others 
I’d like to be a so strong man 

But I can’t deny how life can hurts 
While nothing can take the right verse 

Then I think in a moment
To the so well dressed wood
With the water all over
The drops are blessing tools

But not far from those places
The water’s a killer
‘cause people have betrayed
Their own sacred land

Circles circles on the water 
And I suddenly understand 
Every breath makes us older 
And we have less things to pretend 

Because our tears are just little pearls 
That nobody can transform in prayers 

Sorry sorry for my being so weak 
I am the remnant of my past 
I would be the help for others 
I’d like to be a so strong man 

But I can’t deny how life can hurts 
While nothing can take the right verse 

Nella foto vigneti allagati a Bomporto - Mo (23 gennaio 2014)

martedì 21 gennaio 2014

L’assurdo











È l’assurdo di questi giorni
in cui l’acqua distrugge cieca
come un Dio dimenticato
terre ancora in attesa
della quiete dopo il sisma.

Galleggiano sul lago nero
pezzi di vite e di sogni
divenuti ormai ricordi:
nemmeno il sole si specchia
per il timore di perdersi.

Il sussurrare dei demoni
sull’argine squarciato del fiume
si amalgama alle grida
strozzate di chi ha perduto
nuovamente ogni speranza.

Nella foto la cittadina di Bastiglia (Mo) ieri, 21 gennaio 2013

mercoledì 15 gennaio 2014

At midnight babies cry


Del giorno in cui sei nato mi ricordo le colline sorprese dal sole del pomeriggio e poi una luna quasi piena comparire nel cielo luminoso a nord est. Mi ricordo la notizia improvvisa del tuo arrivo e la corsa verso l’ospedale ascoltando “River” in macchina. Non potrò mai dimenticare il viso tirato di tua nonna, mia madre, dipinto da una gioia potente e isterica. Poi il viso stanco di tuo padre, ragazzo improvvisamente uomo, colmo di gratitudine e di benedizione. È stato lui il primo a raccontarci di te, del tuo bel viso, della tua nascita alle 15,02 del 15 gennaio 2014. E poi le ore in attesa per vedere tua madre e infine l’incontro con lei, mia sorella. Con gli occhi sfiniti dal lunghissimo travaglio ma pieni dell’orgoglio di chi ha raggiunto uno dei più grandi traguardi della vita. Ricordo bene l’arrivo di tuo nonno, ultimo a raggiungerci: mio padre come non lo avevo forse mai visto. Debole nella sua forza. Ti abbiamo atteso un tempo breve ma per noi infinito in quella piccola stanza. Ascoltando tua madre raccontare del lungo patire per donarti a questo mondo. Poi finalmente sei arrivato tu. Bambino perfetto ai nostri occhi. Col il viso tondo e proporzionato. Con gli occhietti chiusi e i capelli già folti. Con le manine in aria ma l’espressione tranquilla. Ti sei subito appoggiato alla tua mamma con una naturalezza straordinaria. Solo in quel momento ho capito che lei era una madre. E il mio viso era fradicio prima ancora di rendermene conto. Tutti erano increduli. Ho studiato le loro espressioni. Avrei voluto vedere anche la mia dall’esterno. Ora che ci sei tu non sono più il più piccolo della famiglia. Ora sono di un’altra generazione, sono per forza un uomo. Tu non hai pianto. Ma so che piangerai a mezzanotte per dire al mondo che da oggi ci sei anche tu. “At midnight babies cry”.
Le parti in inglese sono tratte da “River” di Joni Mitchell

sabato 11 gennaio 2014

In questi giorni di attesa















Solo la lieve bruma
e un prato di stelle
a cantare la notte
invocando i sogni.

In questi giorni di attesa
le balene dei miei pensieri
incendiano l’oceano
del mio inconscio nebbioso
e creano mostri futuri
nati dai bianchi cadaveri
d’aspettative impiccate.

Nell’immagine: Douglas Prince – “Self Portrait as a Dreaming Man”

venerdì 10 gennaio 2014

Miraculous gift












It seems winter is finished
It seems winter is finished
 But it’s not
I know

It is only just begun
It is only just begun
But it is
Not cold

The promise into this wind 
Of warm sun in January 

I know it can’t be true 
But it is for sure 
A miraculous gift 

It seems all will be better
It seems all will be better
But it’s just
A hope

I pass my day in the orchard
I prepare garden for the year
While I’m not
Prepared

The promise into this wind 
Of warm sun in January 

I know it can’t be true 
But it is for sure 
A miraculous gift

mercoledì 8 gennaio 2014

Bloggers’ disappearing


Da così tanto tempo non scrivo qualcosa che parli del blog che quasi quasi mi sembra eretico e fuori luogo farlo! Però le considerazioni che ho in testa meritano un post . O almeno credo. Insomma, ieri – complice un po’ di tempo e questo meraviglioso clima quasi primaverile – ho pensato di fare un po’ di “pulizie di primavera” tra i rovi. Dovevo farlo forse da anni ma non me la sentivo. Sulla sinistra del blog ci sono gli indirizzi degli amici bloggers e sapevo ahimè che molti di loro non c’erano più da tempo. Dovevo toglierli perché ogni tanto li cliccavo e mi dispiaceva sempre tanto non vederli più e leggere la solita tristissima frase “questa pagina non esiste”. Così ho fatto. Ho tolto più di trenta link. Alcuni dei quali portavano a bloggers che mi sono stati davvero cari in tutti questi anni. Li ricordo nei tanti commenti che hanno lasciato tra i rovi e spero sempre che prima o poi, magari sotto un’altra identità, ricompaiano qui da me. Alcuni di loro sono spariti e non so nemmeno se da qualche parte scrivano ancora. Altri si sono trasferiti sui social network in tutto altro contesto. Altri ancora – e per questi mi è particolarmente dispiaciuto – hanno reso privati i loro blog e senza invito non vi si può accedere: ammetto che mi dispiace, magari dopo avere condiviso tanto, essere stato escluso così. Ho deciso di non cancellare nessun blog che sia ancora visibile perché alcuni mi piace leggerli ancora.. e poi chi sa mai.. magari ritorneranno a scrivere! Ma in generale, tutti lo sanno, il fenomeno bloggers è davvero in deciso calo. Eppure io penso che dopo la bufera social network (che sono un’altra cosa secondo me e al massimo possono essere un modo per fare conoscere un blog: “nascondino tra i rovi” ha il suo twitter) – i blog, pur se pochi, abbiano resistito. E abbiano mantenuto un loro ruolo distinto. Con maggiore spazio e maggiore intimità. Un luogo non esplicitamente connesso con la persona che scrive, in cui non è specificato il lavoro, l’età, la forma fisica, lo stato civile, ecc… ma da cui è possibile capire molto di più della persona. Insomma vi sprono bloggers che passate di qui e che magari non scrivete quasi più da anni: ricominciate a scrivere! Riprendiamoci il nostro sacro pezzetto di web! Fate riemergere le vostre meravigliose isole dalla nebbia!

lunedì 6 gennaio 2014

Hope is the music of God













Paths are all destroyed
After years of my choice
Of staying far
From this part
Of me

I catch some berries for
Create a good poison
To make me warm
In the so long
Winter

I leave in the wood
The hope for tomorrow
So that like the wood
Can grow and follow

The seasons of the life whatever
Could happen in the other levels
Hope is the music of God

I see that my shoes
Are full of mud
I imagine boots
They can become

The attitude thorough which we think
Can change the moment we live
Hope is the music of God

Dreamer I have been
In my past beliefs
So now I return
Where I was born
Today

I leave in the wood
The hope for tomorrow
So that like the wood
Can grow and follow

The seasons of the life whatever
Could happen in the other levels
Hope is the music of God

I see that my shoes
Are full of mud
I imagine boots
They can become

The attitude thorough which we think
Can change the moment we live
Hope is the music of God