Il dolore è l’ipotesi errata della vita. È la rottura dell’equilibrio. Il labirinto del male. Il fallimento dell’io. Lo sento nascere all’ombra della scapola e penetrarmi nella spalla, espandendosi nelle caverne dei muscoli e nei tunnel delle ossa. Poi lo sento puntare deciso al collo, risalire vertebra dopo vertebra, conquistando senza esclusione ognuna di esse. La marea spigolosa corrode la nuca e trafigge il cranio. La sconfitta è totale. Il dolore vince ogni cosa e io posso solo rannicchiarmi nell’angolo di questa ragnatela. La sofferenza è il ragno che mi ha catturato. “Oh no, I see, a spider web is tangled up with me, and I lost my head.. the thought of all the stupid things I'd say”. Non ho armi con cui difendermi. Sono uno stupido e debole essere ingarbugliato nel mezzo della rete. Girarmi mi aggroviglia solo ancora di più, sempre di più nel dolore. Qualsiasi parola e qualsiasi movimento paiono solo sciocche menzogne, dinnanzi all’unica grande verità: il dolore. “Oh no, what's this? A spider web, and I'm caught in the middle. So I turn to run the thought of all the stupid things I've done”. Davanti al dolore non sono niente. Sono completamente nudo e le mie certezze sono ghiaia disordinata sparpagliata sul tempo che scorre. Di me rimane solo una misera pozzanghera di confusione e dubbi. “Oh no, I see, a spider web and it's me in the middle, so I twist and turn, here am I in my little bubble”. Eppure in fondo al dolore scorgo me stesso capovolto. Un piccolo specchio che riflette la mia anima spaventata da un corpo che richiede così tanta attenzione. Perché il dolore è totalizzante. Non lascia spazio per altro. E mi chiedo perché senza avere risposta. Come se fosse arrivato il conto da pagare per tutti i miei sbagli. Come se un dio avesse deciso di punirmi. Oppure di mettermi alla prova. Vorrei dimostrare a me stesso e al mondo di essere puro. Di non avere mai causato a nessuno il dolore che sto provando. Di non meritare tutto ciò. Ma non c’è nessuno che possa assolvermi. Il dolore muto non ha risposte e neppure domande. “And I never meant to cause you trouble, I never meant to do you wrong. And I, well if I ever caused you trouble, And oh no, I never meant to do you harm”. Se nel dolore c’è qualcosa di giusto sono pronto per scoprirlo. Se è solamente l’errore di un dio distratto, trasformerò questa sofferenza in una preghiera senza nome e senza meta. Nell’attesa di un nuovo equilibrio.
La parti in inglese sono tratte da “Trouble” by Coldplay
La parti in inglese sono tratte da “Trouble” by Coldplay