Stanotte, nel dormiveglia, ho percepito la casa (questa vecchia e tribolata casa) come fosse una nave. Una nave che si muove con la terra, nel mare immenso del cosmo, da ovest verso est. Senza alzarmi dal letto, ho immaginato di affacciarmi alla finestra del mio studio, di fronte al castello, e osservare il cielo dell’est venirmi incontro. Come un oceano ignoto viene incontro a un navigatore cinquecentesco. Ho sentito i muri della casa scricchiolare per l’impatto della volta celeste e le stelle sfiorare le travi del tetto. Poi ho interiorizzato questo moto ancestrale e ho pensato che anche il sangue che scorre nelle mie vene e arterie subisca lo stesso moto. Dentro la casa, subisco l’influsso celeste e il mio futuro arriva da est e finisce a ovest. Stando affacciato alla finestra e guardando lontano posso scorgere la mia morte. Quel punto scuro al di là dell’alba. Il porto sicuro che accoglierà la mia sofferenza quotidiana, donandomi finalmente la pace. “Beyond the sunrise that is where we live, feeding our counsel and true comfort give, travelling men”.
* Le parti in inglese sono tratte da “Beyond the sunrise” di Belle and Sebastian