giovedì 28 giugno 2007
Notturno Dialogico
Tu: la notte mi parli
nell’orecchio attento
di una vita nuova
di miele bagnata
e ingegni sottili
Io: ascolto nel sonno
l’insonnia tua amante
che insegna la vita
al bambino suicida
stoltamente risorto
Tu: nel silenzio m’ami
come brina estiva
discesa benedetta
dalla mente di un Dio
al corpo di un uomo
Io: indosso la pelle
color del disincanto
da qui conto i passi
fin al porto lontano
chiamato eternità.
giovedì 21 giugno 2007
I watch me be this other thing
PS. Le parti in inglese sono tratte da "Purple people" by T. Amos
lunedì 18 giugno 2007
Ossigeno
martedì 12 giugno 2007
La separazione della terra dal cielo
A livello fisico effettivamente la separazione è effimera: parole come Spazio, Atmosfera, ecc, ci hanno ormai donato una sorta di “famigliarità” nei confronti della dimensione fisica del cielo ma, allo stesso tempo, lo hanno spogliato della sua ancestrale poesia.
Passando invece al lato culturale, e se vogliamo teologico, della questione: se si considerano i significati simbolici associati al cielo stesso nei secoli, certamente il cielo assume una dimensione a parte, rispetto alla terra. Il cielo diviene infatti la dimora del divino e della spiritualità intrinseca, in contrapposizione a una terra fatta di materialità imperfetta: il cielo è la perfezione e la meta ultima dell’anima.
Ora: andando a ragionare su questa netta separazione simbolica, è molto interessante portare avanti qualche considerazione mitologica. Molte delle mitologie di ogni parte del mondo, parlano di un vero e proprio atto di separazione fra il cielo e la terra, da parte del principio divino stesso: dio (o gli dei) separa il cielo dalla terra, scegliendo il primo come sua dimora e designando il secondo come dimora degli uomini ( e degli altri animali…). Qualche esempio?
Nel prologo del “Gilgameš”, grandioso poema epico sumerico, si tratta della separazione del cielo e della terra come un atto violento: “Quando il cielo fu separato dalla terra, e la terra fu separata dal cielo...”.
Per non parlare della mitologia giudaico – cristiana: nella “Genesi” sono citati esplicitamente la creazione del cielo e della terra, visti come due momenti diversi: Dio crea il cielo e la terra come due cose separate.
E si possono fare molti altri esempi.
Dobbiamo riappropriarci del cielo? In questa vita è possibile?
It's time for something great
Ho chiuso il libro pur volendo continuare a leggere. È una storia che mi pare di conoscere già. Ho bisogno di qualcosa che mi sorprenda. Eppure mi interessava leggere, cullarmi nella mia finta preveggenza: ma ho chiuso il libro e ho spento la luce. Poi ho chiuso gli occhi, anche se non ce n’è motivo, vista la totale oscurità della stanza. Persino la finestra è chiusa e non lascia passare nemmeno un raggio della luce del lampione del viale. Il silenzio è profondo: non sento neppure il click clack dell’orologio. Ora posso affondare nel famigliare nulla e farmi divorare dal vortice degli anni. “The wriggling, squiggling worm inside devours from the inside out”. Ma stavolta qualcosa mi trattiene. Sei tu? Chi sei? So chi sei e ho paura di te. Ma ti desidero così forte da scordare chi sono. Tu mi hai fatto capire, con un tuo solo sguardo, di non avere mai vissuto. Conto le notti di solitudine, le sommo senza alcuna equivalenza alle notti di gelida finzione spese in giro per il mondo: la somma consiste più o meno nella mia età. Giurassica falsità, così evidente nel riflesso smeraldino delle tue iridi. Non mi permetti più di avere il mio nulla. Non mi permetti più di giocare con le mie maschere. Ma cosa mi dai in cambio? “No more going to the dark side with your flying saucer eyes. No more falling down a wormhole that I have to pull you out”. In cambio mi dai il tuo sorriso e il tuo dolce modo di pronunciare il mio nome. Non è abbastanza: ho bisogno del tuo corpo e della tua anima. Voglio conoscere la vita che il tuo sguardo mi ha promesso. Sono analfabeta d’amore e voglio imparare a scriverti. Disteso su questo letto nell’oscurità, sento il tuo corpo eccitato strofinarsi contro il mio, in un principio di estasi sconosciuta. Sento ogni parte di te e la sento mia. Sono invaso di dolcezza e vorrei piangere. Come posso conoscere così bene il tuo corpo senza avere mai neanche sfiorato le tue labbra. Sei un mistero per me. Sei solo intuizione. Mi spingi ad ipotecare per la prima volta il passato in nome del futuro. Quale futuro? Sono cieco, guidami tu. Hai un potere immenso, il tuo avvicinarsi fa tremare la mia anima. Come puoi osare tanto? Non ti conosco ma sei la prima luce che appare sul mio cristallino da secoli. Ti prego aiutami a capirti e a risalire da questa oscurità titanica di infiniti inverni e menzogne. “I want you to get out and make it work. So many lies. So many lies. So many lies. So feel the love come off of them and take me in your arms”. Quando percepisco la tua assenza fisica precipito da altezze idrosferiche. Dove sei? Non ti ho mai visto qui ma il mio cuore è colmo di te. Ripenso a quel che ero e mi disgusto. Penso a quel che sarò senza di te e sono terrorizzato. Ti prego soffoca per sempre i miei pensieri di putredine e diventa il mio ossigeno. “No more talk about the old days. It's time for something…great”.
PS. le parti virgolettate in inglese sono prese da "Atoms of peace" by Thom Yorke, dal suo album di debutto "The eraser", secondo me uno dei migliori album del 2006.
The speed racer is dead
PS: le parti in inglese virgolettate sono estrapolate dal testo di "Cooling" by Tori Amos
Il titolo del mio blog
PEEK-A-BOO AMONG THE BRAMBLES (nascondino tra i rovi)
I can’t understand
Why this need to have
A place to share
Myself, to play
With my thoughts in front of all
I hold in my hands
So many old plans
The most are failed
Along this way
I used to call my life
I want to speak as I have never thought
Without the fear to show
The peek-a-boo among the brambles oh
It has to stop at all
I can look beneath myself
My soul against my heart plays chess
And I can write about the play yes I write about the play
Shoving all my world
On this screen of gold
I know I am
Just different
From what the readers can guess
Will be a new failure?
Or a virtual root
That will evoke
Some new brand hopes
Into this absurd joke?
I want to speak as I have never thought
Without the fear to show
The peek-a-boo among the brambles oh
It has to stop at all
I can look beneath myself
My soul against my heart plays chess
And I can write about the play yes I write about the play
Riflessioni pre blog
Prima di aprire un blog ho riflettuto molto.
Perché NON APRIRLO:
la mia vita è abbastanza interessante per potere interessare altre persone (ripetizione voluta)?
quanto effettivamente voglio dire di me e quanto invece ritengo debba rimanere per me soltanto?
ho e avrò la costanza e la voglia di mantenere attivo questa sorta di on line diary?
sono pronto a commenti di ogni genere da parte di persone a me sconosciute?
Perché APRIRLO:
ultimamente sento la necessità di un confronto più ampio anche e soprattutto con persone che non conosco
navigando tra i blog già esistenti ho scoperto l’esistenza di molte persone interessanti con cui mi piacerebbe interagire
amo scrivere e mi piacerebbe condividere qualcosa di tutto quello che scrivo
penso che la scrittura giornaliera sia qualcosa di importante e vitale: aiuta a stabilizzare la vita e a vedere le cose in una prospettiva più tranquilla e chiara: qualunque cose mi spinga a scrivere day by day è dunque bene accetta nella mia vita
I commenti pro blog sono numericamente maggiori dei dubbi e delle perplessità: ergo, essendo questo un blog democratico, merita di nascere.
Daniel