Ok. Mi piacerebbe chiudere l’anno con un post più leggero. Insomma “leggero” per modo di dire. Non vorrei cadere nei bilanci di fine anno, se no finisce male davvero. La mia testa è pesante di pensieri anche in questo ultimo pomeriggio dell’anno e come sempre cerco di alleggerirla con la Musica.. Io vivo di musica, anche quando non vivo. .. quindi mi sono detto, perché no? Ok io non amo le classifiche. Per niente. E non amo nemmeno recensire i cd. Come chi mi legge sa, parlo quasi esclusivamente dei live e non degli album da studio. Perché appartengo alla scuola che pensa che nel live l’artista dia il meglio (o il peggio…) di sé. Perché un live può stravolgere in positivo o in negativo il senso che hai dato ad un album. La musica poi, i testi e le emozioni che i pezzi mi danno, vengono fuori in ogni mio post. E quindi ho pensato di dire due parole due su quelli che considero i capolavori usciti nel 2007.. pochi album che hanno segnato il mio anno… perché ci sono stati tanti album belli .. e tantissimi orribili… ma pochi mi hanno colpito profondamente, forgiando il mio tempo e i miei umori in questo lungo anno. Ecco.. ne cito qualcuno (anche se chi mi segue saprà già i nomi degli artisti che sto per fare…)…
Come non partire da “American Doll Posse” di Tori Amos? Perché aspettavo quell’album da quando è uscito “The Beekeeper” che non mi ha convinto fino in fondo. E Mrs Amos è tornata a mio parere con un gran album. Pur se con alcune tracce discutibili da un punto di vista musicale, i testi e la grinta non lasciano dubbio: Tori è e rimane il top. Pezzi come “Smokey Joe” e “Dragon” sono sufficienti per parlare di un ritorno in grande stile. Ho amato ogni istante del concerto di Firenze a cui ho avuto la fortuna di assistere. Se poi aggiungo che prima del concerto ho anche potuto parlarle qualche istante… beh non ci sono parole… il mio amore verso questa grande donna cresce ogni anno.
Poi procediamo con il ritorno dei mitici grandi Radiohead con “In Rainbows”. Anche questo un ritorno atteso e carico di aspettative. E Thom e soci non si sono smentiti per niente. Un insieme perfetto di assonanze e dissonanze sonore che compongono uno stile definibile soltanto con la parola “Radiohead”. La voce di Thom mi è entrata da anni nel cuore e la trovo sempre più incisiva… mentre recita (cantare è poco per artisti come lui…) i testi tra l’intimistico e l’enigmatico.. Prima l’album scaricabile solo su internet (la nuova lezione dei Radiohead al mercato discografico) poi il cofanetto.. con altri pezzi… che sto ascoltando anche in questo preciso istante..
Ecco che nel mio ultimo soggiorno inglese mi sono imbattuto per caso davanti al nuovo album di PJ Harvey, “White Chalk”. Uscito senza clamore ed essenziale nella grafica della copertina, così come negli arrangiamenti dei pezzi. Eppure dal primo momento in cui l’ho ascoltato, la sua voce (che ben conosco) e le sue parole, mi hanno graffiato il cuore senza pietà. E ho trovato la giusta colonna sonora per sanguinare. I testi sono preghiere oscure fatte di sensibilità soffocata. Non ho mai sentito Polly così vicino. Avevo bisogno di un album così in questo momento.
Chiudo con l’ultima splendida scoperta dell’anno… Eddie Wedder “Into the wild”… amo i Pearl Jam ma da un po’ non mi colpivano… Ci è riuscito questo lavoro solista di Wedder... una voce che scalda e coinvolge.. e pezzi davvero eccezionali.. come “Society” .. un testo che vorrei davvero avere scritto io…
Su queste note auguro a tutti voi un buon inizio… e lo auguro anche a me.. è stato un anno molto pesante.. che mi pare sia durato un secolo… chiedo al nuovo anno soltanto un po’ di leggerezza… e la possibilità di riuscire a stare un po’ meglio.
Domani pomeriggio parto per la Bretagna; starò via tutta la settimana. Spero mi faccia bene.
Un abbraccio a tutti