sabato 31 maggio 2008

Lembi della veste rossa


M’accosto con prudenza al ricordo
come a una tela secolare
ritratto d’emotività fugace
sotto i riflettori nostalgici
dei miei occhi esiliati dal cosmo

Rivedo la polvere sollevarsi
tra le dita aperte delle mani
e il cuore risalire la gola
per urlare al mondo la pretesa
di un’immortalità di plastica

A volte basta solo un istante:
brandelli di cuore tra le lenzuola
come i lembi della veste rossa
di una vecchia bambola di pezza
sparpagliati dal vento dell’estate

venerdì 30 maggio 2008

Continua a piovere



Continua a piovere
e la mia mente ruba istanti al sonno
e la luce fioca del lampione acceca
come il ricordo di qualcosa che non è stato

Continua a piovere
e questa bianca notte diviene un drago
e il suo calore invade il mio corpo
come falò di pensieri sulla riva del mare

Continua a piovere
e resta la mia pelle dipinta sul letto
e i suoi colori sbiaditi dalla notte
come simboli puri del diluvio che ho dentro

giovedì 29 maggio 2008

Easy



Easy it’s living
When you’ve got nothing
To hope for… hope for

Easy when living
It is just breathing
And there is no one
To breath for

Easy it’s walking
Down these well known roads
‘cause it seems the first… time

Easy it’s falling
On the floor knowing
You’ve got all the bones
Broken before

It’s the power
of nothingness
little words, little loves, little living on
and the sun too makes no hot nor cold

that’s the knowledge
of nothingness
it’s believing you have any hands to catch
the equation between all and nothingness

Easy like kissing
Someone you’re in love with
Just for a little more.. more

Easy like drinking
Iced pure water
Knowing it was poisoned
After a minute

It’s the power
of nothingness
little words, little loves, little living on
and the sun too makes no hot nor cold

that’s the knowledge
of nothingness
it’s believing you have any hands to catch
the equation between all and nothingness

mercoledì 28 maggio 2008

Solo il mio


La mia piccola vita
piange lacrime
di nostalgia bambina
e sogna giorni
di pioggia senza vento.
Tra le maree
attenderò l’abbraccio
dell’oceano:
non sarà più il tuo
solo il mio.

martedì 20 maggio 2008

Escaping........


Sto fuggendo.
Mai come ora ne sono consapevole.
Fuggo da questa situazione insostenibile.
Fuggo dal dolore illudendomi che sia fuori e non dentro di me.
Fuggo da questa pioggia che non smette di affogare l’asfalto da giorni.
Fuggo dalle ferite grondanti di sangue che non vogliono mai rimarginarsi.
Fuggo da chi mi ha dimostrato che l’amore non esiste, se non come un volatile interesse dei sensi.
Fuggo senza speranze ma con la voglia di respirare aria pulita.
Fuggo e basta perché non c’è altro da fare.

Domani vado in Galles.
Starò una settimana.
Spero di tornare con qualcosa di nuovo da cui ripartire?
Magari….
Spero soltanto di respirare per qualche giorno.

Un abbraccio a tutti.
Grazie
Daniel

domenica 18 maggio 2008

Fucking ghost



You said I could stand
Beside your shoulders forever
I said I couldn’t
‘cause there is nothing forever

Then you said there wasn’t
Another time staying together
Well I pray not to say
Another “always” just “never”

No I don’t wait for a feedback
For these tired words
No return and no coming back
In my silent world

You will be surely a fever
For my body and soul
I don’t want to taste so bitter
But you’re a fucking ghost…… now

You play each day
With my hours and prayers
Your shade and your face
Are still fires and slayers

But I’ve got a pure pond
Where I can sink all the old days
With a fork down I pull
Everything you were on those days

No I don’t wait for a feedback
For these tired words
No return and no coming back
In my silent world

You will be surely a fever
For my body and soul
I don’t want to taste so bitter
But you’re a fucking ghost…… now

sabato 17 maggio 2008

Ricominciare


Ricominciare.
Sotto la pioggia di plastica
annusando le tracce
lasciate da un sole

Ricominciare.
Le mani graffiate di vita
la gola ustionata
da parole non dette

Ricominciare.
Indossando vesti lacere
accanto al presagio
atomico d’estate

martedì 13 maggio 2008

Something got a hold on me



Ho scritto così tante cose su questo taccuino di pelle rossa che si usa chiamare cuore. Le ho scritte con l’incuranza di chi non sa che il tempo e lo spazio non sono infiniti e che non si può donare a tutto l’effimera immortalità del ricordo. Ora che il mio cuore tenta disperatamente di battere al di fuori della sua alcova naturale, posso osservarlo qui, davanti ai miei occhi, sui palmi aperti delle mie mani. Vedo il sangue grondare tra le dita e portare con sé le vite e le morti dei miei giorni. E sento che questa sarà una nuova morte. La più grande e celebrata. Di quelle che non prevedono nessun tipo di rinascita. Assolute e infime allo stesso tempo. Ma basterebbe stringere forte le mani per distruggere questo vecchio muscolo e ricominciare. A scrivere.

Mi chiedo se sia possibile riuscire a controllare la muscolatura involontaria. Qui in questo buio ascolto il respiro riempire l’addome e i polmoni. Poi lo sento uscire, esattamente con la stessa indifferenza con cui era entrato. Desidero impedire all’aria di rientrare. Mi concentro. Ascolto solo quel pensiero. La mia mente deve potere disporre del mio corpo fino in fondo. Fino al controllo totale, ultimo, definitivo. Sento i battiti del mio cuore rimbombare sempre più forte dentro questa stanza di carne. Dalle orecchie all’inguine. Come per negare la possibilità di una sconfitta. Sono solo con il mio corpo. Desidero possederlo tanto quanto desidero distruggerlo. Ma presto, molto presto, ammetterò la mia nuova immensa sconfitta.

Nella penombra luminosa le mie spalle sembrano ammassi di cotone pronti per essere filati. Penso che potrei iniziare da qui, da queste spalle: tutto quello che ho. Allargo le braccia e mi vedo impercettibilmente sorridere. Un sorriso assurdo e disperato. Ma sorrido. Davanti al rifiuto, all’abbandono, alla nullità di questa angoscia cannibale. In fondo sono soltanto un bambino anziano, che canta silenziosamente la sua decrepitezza. Cosa importa se nessuno mi ascolta piangere? Ho le mie spalle per appoggiare i miei pensieri di piombo. Ho le mie braccia per abbracciarmi. E posso cominciare di nuovo a comporre il mio infinito requiem. Ora lo so: soltanto la rinuncia potrà restituirmi un frammento di anima.

“Something got a hold on me
And I don’t know what
Something got a hold on me
And I don’t know what
It’s the beginning of a new age
It’s the beginning of a new age
It’s new age”

“New Age” by Lou Reed

giovedì 8 maggio 2008

Raining blood from a lacerated sky



Poi ho pensato di avere tante cose da dire. Momenti di buio scritti col sangue raccolto nei palmi delle mie mani durante le notti senza luna. Istanti preziosi di nulla che urlano per rimanere eterni.
Allora ho lasciato cadere sul mio cuore esausto gocce di silenzio. L’ho lasciato affogare nell’illusione di potere rinascere. Ancora una volta. E ho percorso 24573 volte la distanza fra il cuore e il cervello, impegnato a raccontare le sue favole matematiche.
Poi ho creduto di avere finalmente toccato l’agognato fondo. Ne ho percepito la fredda durezza e la consistenza marmorea. Con la lingua ho gustato la sua dolcezza che, come quella dell’amore, è effimera ma consolatoria.
Allora ho guardato il mio corpo disteso, con le ossa sporgenti come quelle di un lupo affamato. E ho sentito rimbombare dentro l’anima la sua agonia. Così evidente eppure così nascosta ai miei occhi, ormai incapaci di fronteggiare la valanga dei pensieri con l’immediatezza delle immagini.
Poi il silenzio è precipitato come una nuvola sulla pianura, facendo piovere mille voci. La tua voce si è distinta dalle altre e mi ha parlato di un passato che sembra ancora così maledettamente presente e che sembra orgoglioso di non aspirare al futuro.
Allora ho aperto un ombrello di apatia e mi sono protetto. Disteso accanto ai cadaveri di tutte le mie speranze.
“Raining blood from a lacerated sky bleeding its horror creating my structure now I shall reign in blood”

Le parti in inglese sono tratte da “Raining Blood” by Slayer