Cadere sulle sponde di questo lago ogni estate non è divenuta una consuetudine. Rivedere gli stessi visi di sempre. Cambiati eppure identici. E provare questo senso di comunità per me così insolito. C’è qualcosa di magico in tutto ciò. Noi siamo perle opache cadute dal cielo sulle sponde melmose di questo enorme specchio d’acqua. Veniamo da luoghi diversi e lontani. Ma siamo capaci di incontrarci ogni anno in un punto. Come le direzioni cardinali. Ancora rimane un mistero capire come ciò sia possibile. La nostra forza risiede forse nel mondo fatato che ci siamo creati, parto della nostra fantasia e del rifiuto categorico di accettare una quotidianità insipida e sbiadita. Oppure il nostro potere sta nell’incrocio complice degli occhi, nel nostro sapere accettare i reciproci cambiamenti soltanto attraverso gli sguardi. O ancora la nostra energia nasce dal dialogo sempre vivo che cuce le nostre anime, parola dopo parola. Ogni anno qualcosa si rompe nelle nostre vite. E ogni anno ci ritroviamo qui per tentare di ripararlo. Parlando con la forza di chi ha voglia di raccontarsi nella rarità dell’amicizia. Noi soltanto sappiamo allontanare il mondo reale, tenendolo fuori da qui, pur se solo per qualche giorno. "Trying hard to speak and fighting with my weak hand driven to distraction so part of the plan. When something is broken and you try to fix it trying to repair it any way you can”. E non importa se i nostri discorsi scavino le profondità del pensiero, aliene ai più. O se invece siano leggeri come le risate di un bambino. Essi sanno comunque rafforzare l’amicizia, anno dopo anno. Come baluardo di fronte alla deriva inevitabile del mondo. Per qualche giorno perdiamo la nostra identità e siamo soltanto amici senza nome. “I´m diving off the deep end you become my best friend”. Davanti a questo tramonto sull’acqua, così incantevole dalla sponda est del lago, sento di essere parte di un’unica grande onda di marea: quella dell'immensa umanità che ci unisce. Ed è una sensazione straordinaria, come la vita stessa. "You and me are floating on a tidal wave...Together”. Davanti all’incertezza del futuro ci rimane solo questo, accettare la marea della nostra umanità. Quella che nasce dalla nostra condivisione di questi brevi ma sacri segmenti temporali. Quella che mi spinge a cantare su questi spazi sconfinati fra le montagne e il lago. “You and me are drifting into outer space...And singing”.
Le parti in inglese sono tratte da “X&Y” by Coldplay
8 commenti:
Ciao Daniel,quello che hai scritto è molto bello,però perchè accontentarsi
solo di alcuni segmenti della vita o periodi della stessa?
Un caro saluto
Rassicurante riconoscere l'umanità nell'altro... e quel grande senso di appartenenza...
Bei giorni...
Un caro slauto...
Fly
anche a me succede qlcosa di simile...andare là dove ci si ritrova e si condivide un pezzetto di viaggio ogni estate...
ed ogni anno ritrovare gli stessi visi sempre diversi
fuori la vita continua...poi ci ritorniamo,
ma poi....
buonanotte
Daniele... So che parti o ho capito male? Riposati allora...
Curioso e anche rassicurante, ritrovare gli stessi sguardi ogni estate. Poi succede che un anno non basta, e quelle facce ti sembra di vederle ogni santo giorno. Parere molto personale, ovviamente.
Buone vacanze, allora.
Bellissimo post!Speravo di leggerti di nuovo! Mi sei mancato...
Un abbraccio
Ciao carissimo, sono tornata al lavoro... E non mi dispiace... Mi chiedi se sto bene, diciamo che non c'è male, ecco... Un bacione.
pezzi di un mosaico che si sovrappongono... a me, daniel, 'sta cosa sta facendo venire i brividi.
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