Immerso in questo silenzio scuro. In questo freddo di ossa appese. Lascio le parole rimbombarmi nel cranio. Le tue rimbalzano come biglie sul pavimento. Dal tuo viso capovolto al mio corpo disteso. Ne assaporo l’indifferenza che, come un tessuto di seta, avvolge i miei muscoli. Penso alla verità. A ciò che è giusto e sbagliato. E allo stesso tempo so che non esiste questa binarietà. Non nel senso definito che io desidero disperatamente. Ho pensato per mesi che tu fossi l’errore. Che tu avessi torto. Ora che ti vedo trionfare accanto alle macerie della mia vita, ammetto senza paura che forse l’errore è insito soltanto in me. E che tu hai preso la giusta decisione. Io rappresento soltanto la vittoria dello spreco. Lo spreco della bellezza e della gioia. Della freschezza e del sorriso. Affogo tutto ciò che ho in queste mie abitudini di putredine e nel buio di questo pomeriggio così bianco da sembrare radioattivo. Io che ho lottato contro di me pensando in realtà che fossi soltanto tu il nemico. Per paura di guardare dietro a quella piega dell’anima che ha tenuto nascosto il mio essere più vero. Ma ora sono qui per confessarmi davanti ai tuoi occhi inconsapevoli del dolore. Davanti a questa porta che sembra chiusa da secoli. Ma è immensamente tardi. “Those with habits of waste, their sense of style and good taste, of making sure you were right, hey don't you know you were right? I'm not afraid anymore, I keep my eyes on the door, but I remember....”. Ho voluto rivedere le tue labbra prima che questo anno disgraziato chiudesse il sipario. Con le sue tende macchiate del mio sangue. Non vorrei ricordare nulla. Non avrebbe senso. Il passato cancella il presente. Tu che vivi una giovinezza nuova chiazzata di speranze concretizzate nella carne. Nessuna sconfitta. solo l’accettazione che il tempo possa anche dare oltre che togliere irrimediabilmente. Come il nostro tempo. Che abbiamo forse sprecato. O che non abbiamo mai avuto. Le mie lacrime sono sacrificate sull’altare del nuovo come è giusto che sia sempre. Non ho paura di te, non più. Anche se la confusione regna sovrana dentro di me. “Tears of sadness for you, more upheaval for you, reflects a moment in time, a special moment in time, yeah we wasted our time, we didn't really have time, but we remember when we were young”. Ho sempre pensato che i sogni dovessero per forza schiantarsi da qualche parte. Ora tu mi dimostri che non è così. Ma ogni sogno può diventare un incubo in base alla prospettiva da cui lo si guarda. Però io non ho più bisogno di sogni. Io non desidero più nulla. Nulla da te. Né da nessun altro. “Guess your dreams always end. They don't rise up, just descend. But I don't care anymore, I've lost the will to want more, I'm not afraid not at all, I watch them all as they fall..”. E nel mio silenzio non percepisci nulla. Come non mi avessi mai conosciuto. Come non avessi mai accettato quello che sono davvero. Arriverà per entrambi il nuovo anno. E senza paura ne accoglierò i figli. Con tutto ciò che Dio vorrà mandarmi. Dopo un anno di abbandoni consecutivi e definitivi, dovranno aprirsi nuove possibilità. Nuovi squarci di sereno nel buio. Anche per me. Amen.
And all God's angels beware
And all you judges beware
Sons of chance, take good care
For all the people not there
I'm not afraid anymore
I'm not afraid anymore
I'm not afraid anymore
Oh, I'm not afraid anymore.
Le parti in inglese sono tratte da “Insight” by Joy division