È strano come l’oceano rimanga sempre uguale a se stesso. Anche se le coste che lambisce sono completamente differenti. Anche 700 km più a sud. Anche se sono solo, questa volta. Solo con l’oceano. Con lui proseguo un dialogo iniziato dieci anni fa sulle coste dell’Irlanda. E continuato ogni anno… dalle coste inglesi, gallesi, bretoni, di nuovo irlandesi.. e ora portoghesi. Io che ogni hanno mi ritrovo diverso davanti a lui. E lui che invece è sempre lo stesso, perché cambia in ogni istante. Per lui esiste solo il presente. Mi ha detto che il passato, con i suoi ricordi di frecce appuntite, è come uno scoglio sommerso dalle acque che mai più rivedrà il sole. Mi ha detto che il futuro è un orizzonte di specchio, proiettato verso il cielo, su cui noi non potremo mai vederci riflessi. Le onde si infrangono e poi non esistono più. Così è il nostro tempo umano. Così siamo noi. Solamente istanti. Inutile pensare a tutto ciò che ho perso o a tutto ciò che potrò avere. Non possediamo nulla, nemmeno noi stessi. E non mi rimane che stare qui. In questa terra segregata dall’ovest. Con la mia Cerveja nella mano. Con il vento che sa di sale tra i capelli. Con questa urgente fame di gioia. Con l’ora della sera che cola sottile dal cielo. Con la musica dietro la siepe. E con l’oceano infinito che mi bagna l’anima.
Viana do Castelo – Portugal – 19th June 2009