lunedì 29 giugno 2009

Non posso


Stanotte non posso grattare
il silenzio muto del tempo,
le mie unghie scorticate
son sature di rumore

Come pendio verso il mare
agogna senza raggiungerlo,
frustrato affogo d’assenza
la bocca piena di terra

Costellazioni isteriche
hanno squarciato il cielo,
raso oscuro del lutto
che imprigiona gl’incubi

Macerata – 27 giugno 2009

martedì 23 giugno 2009

Secluted by the West


È strano come l’oceano rimanga sempre uguale a se stesso. Anche se le coste che lambisce sono completamente differenti. Anche 700 km più a sud. Anche se sono solo, questa volta. Solo con l’oceano. Con lui proseguo un dialogo iniziato dieci anni fa sulle coste dell’Irlanda. E continuato ogni anno… dalle coste inglesi, gallesi, bretoni, di nuovo irlandesi.. e ora portoghesi. Io che ogni hanno mi ritrovo diverso davanti a lui. E lui che invece è sempre lo stesso, perché cambia in ogni istante. Per lui esiste solo il presente. Mi ha detto che il passato, con i suoi ricordi di frecce appuntite, è come uno scoglio sommerso dalle acque che mai più rivedrà il sole. Mi ha detto che il futuro è un orizzonte di specchio, proiettato verso il cielo, su cui noi non potremo mai vederci riflessi. Le onde si infrangono e poi non esistono più. Così è il nostro tempo umano. Così siamo noi. Solamente istanti. Inutile pensare a tutto ciò che ho perso o a tutto ciò che potrò avere. Non possediamo nulla, nemmeno noi stessi. E non mi rimane che stare qui. In questa terra segregata dall’ovest. Con la mia Cerveja nella mano. Con il vento che sa di sale tra i capelli. Con questa urgente fame di gioia. Con l’ora della sera che cola sottile dal cielo. Con la musica dietro la siepe. E con l’oceano infinito che mi bagna l’anima.

Viana do Castelo – Portugal – 19th June 2009

domenica 21 giugno 2009

Prodigy


Have you seen the North
Becoming.. the South today
In front of the prodigy I pray

Are you again born
Consciousless.. into the waves
You are always new out of the maze

New Summer from today
The Ocean is a Prayer
Atlantic is its name
It brings springtime away … yeah

My old skin I’ve erased
It burns inside the flames
Of this so sunny day
‘cause Summer starts today … yeah

For a time so short
I’ve believed to.. have heard my name
Far into the Ocean along the West

I’m not what I’ve got
And I’m not.. what I’ve made
On these waters I can’t see my face

New Summer from today
The Ocean is a Prayer
Atlantic is its name
It brings springtime away … yeah

My old skin I’ve erased
It burns inside the flames
Of this so sunny day
‘cause Summer starts today … yeah


Distance is a joke
Horizon.. is just a veil
Well I can see America today (from here…)

Viana do Castelo – Portugal – 21st June 2009

martedì 16 giugno 2009

The body of my soul


Along the fields full of heather
Under the evening sun
I use my own best meter
To measure my sad heart

What am I going to discover?
The reason why oh I was born?
No, it’s not possible nor proper
May be I will find new goals

I am the body of my soul
I am the body of my soul
Nobody can touch me
Everyone can kill me
Nobody can reach me
Everyone can hurt me


The evening has got a secret
The key to open the night
The cosmic flavor and fever
Are in the decaying light

What’s there instead of my long shade
May be only a trace of soul
I am not joyful nor afraid
The secret? We can’t know it all

I am the body of my soul
I am the body of my soul
Nobody can touch me
Everyone can kill me
Nobody can reach me
Everyone can hurt me


There is no trial we have written
If not in ancient past
We are not as pure as feather
‘cause we’ve got human heart

venerdì 12 giugno 2009

Two years among the brambles


Qui il cielo sembra ancora lontanissimo dal diventare cupo. C’è ancora un chiarore diffuso. Eppure fra meno di due ore la luna farà la sua comparsa. A decretare la fine di questa lunghissima giornata. Il Solstizio è vicino e lo sento nelle ossa e sulla pelle, mentre contemplo la malinconica campagna ormai estiva. Raccolgo grappoli di solitudine e li appendo ad asciugare sopra alla mia anima, per bagnarla ed impedirle di inaridirsi. Forse è questa l’unica cosa di cui ho ancora paura. Che la mia anima diventi sterile, che non sappia più distinguere la purezza di un sentimento o di un’ispirazione. Anche per questo due anni fa ho deciso di costruirle questa casa tra i rovi. In modo che muovendosi tra di essi continuasse a pungersi e col sangue distillasse poesia e vita. Sì, oggi sono due anni che ho aperto questo blog. E non è mai stato così silenzioso. Sono passate tante persone di qui. Hanno attraversato il roveto senza paura di pungersi e mi hanno toccato. Altre mi hanno solo sfiorato. Molte hanno lasciato la loro lieve traccia. A tutte va la gratitudine della mia anima sola, intrappolata fra i rovi. Ora purtroppo molte persone non passano più di qua. Altre sono rimaste e la loro presenza è divenuta indispensabile. Con loro mi risulta ormai molto difficile giocare a nascondino tra le mie parole appuntite. Spesso sanno bene dove mi nascondo. Qui ora regna un silenzio malinconico che però, ancora una volta, rispecchia ciò che prova la mia anima in questo periodo. Avara di parole, vaga tra le foglie scure dei rovi in cerca di vita.
Grazie a tutti
Daniel

mercoledì 10 giugno 2009

Angolo acuto


Disegno i miei passi sul fumo:
l’incertezza scende dal cielo
e affoga nelle mie ossa

Leggo il mio tempo sui polsi:
l’anima è l’angolo acuto
tra il pensiero e la Terra

Chiedo solo un miracolo:
i miasmi frustrati di un sogno
risorti nei campi del sole

giovedì 4 giugno 2009

Over the line


In questo luogo ogni paura e ogni gioia esistono. Al di fuori del tempo. Sono nella casa del vento. Un vento gelido che mi schiaffeggia il collo senza pietà. Che riempie le mie orecchie di parole incomprensibili. Che sbatte il mio corpo mortificandolo nella sua esilità. La mia anima emerge dalle buie profondità uterine del cuore e si affaccia sul cristallino dei miei occhi. Per osservare. Davanti a me si apre l’enorme pianura toscana. Fino al Tirreno. Riesco a vedere l’infinita distesa di case e palazzi. Il Rinascimento ingiustamente affogato nel fumo e nel cemento. Ma quassù ancora non è arrivata la notizia della sconfitta della Nuova Era. E si rimane in attesa di qualcosa dal cielo. Non si sa di cosa. Qui i pensieri si fanno sottili come frecce e puntano le nuvole. Attraversano la linea che divide gli uomini dagli dei e tornano criptati nella mente che li ha partoriti. Non ci sono rimpianti qui, non è luogo. Si sciolgono e diventano nuvole. “So you heard I crossed over the line. Do I have regrets? Well, not yet”. Da qui potrei vedere anche te. Ma non mi sforzo per riuscirci. So che sarebbe inutile e non mi interessa più. Ho già pagato gli errori con il dolore e la vergogna. E da quassù sembrano microscopici e passeggeri sentimenti indegni di essere provati. “.. twists itself to take their mistake, who, what? What made up the line? Some say it was pain Or was it shame?”. Mi accontento di dominare ogni cosa, anche il tuo misero quotidiano. Mi crogiolo in questa finta onnipotenza che mi dona la Montagna. Questo crinale sembra la spina dorsale della terra. La linea che separa l’inconsapevolezza dalla totale comprensione. Un luogo perfetto per attendere un’Apocalisse. Il mio personale Armageddon. Qui l’attesa assume un’implicita sacralità. Qui sembra ovvio che presto saremo chiamati a donare noi stessi per conquistare la nostra nuova vita. Quando? Prima che il nuovo sole sorga. “Soon, before the sun.. Before the sun begins to rise I know that I, I must give so that I, I can live”.

2 giugno 2009 – Passo della Croce Arcana

Le parti in inglese sono tratte da “Give” by Tori Amos