Con la testa rovesciata sul letto osservo attonito il mortale peccato delle stelle. Così arrendevoli nel concedersi alla nebbia. E annuso questa noia preziosa donata dal nulla che bussa alla mia finestra. Ora che la nebbia è tornata sento la necessità di rendere i miei pensieri ovattati e incerti. Di rimandare ogni contingenza per vivere anche io nell’oblio dei contorni. La nebbia è un demone strano che invita a nascondersi. A rimanere in silenzio rannicchiati dentro se stessi. In attesa di un nuovo Dio. Di un nuovo sole che rischiari le strade dell’anima. Mi sento in un bozzolo scuro in questo momento. Ma aspetto nuove ali per volare via. "Only a dark cocoon before I get my gorgeous wings and fly away”. Dentro la stanza, sul mio tavolo i soliti fogli pieni di parole. Mai completati. Perché non si può concludere la vita prima della sua fine. E una candela accesa. Una scintilla di luce in mezzo al mare oleoso della nebbia. Che presto spegnerò per potere amare il buio. È così bello in questi momenti non aspettare nessuno e non avere nulla da dire. E la vita sembra solamente un sogno. “I'm gonna blow this damn candle out. I don't want Nobody comin' over to my table. I got nothing to talk to anybody about. All good dreamers pass this way some day”.
Le parti in inglese sono tratte da “The last time I saw Richard” di Joni Mitchell
L’immagine è “Cocoon Fog” di Donna Crosby