lunedì 6 gennaio 2025

There's so much here that I don't understand

 

In questi giorni di parentesi dall’usuale quotidianità, tutto viene rimesso in discussione. Servono improvvisamente nuovi rituali giornalieri perché quelli soliti non funzionano più. Così mi scopro nudo di fronte al mondo, senza barriere o maschere definitorie. E mi vedo irrimediabilmente e inequivocabilmente invecchiato. Il mio viso irriconoscibile, le mie mani venose, i miei occhi stanchi. Vorrei capire perché. La favola del tempo non mi basta più. E non riesco a farmene una ragione. “Take a look at my body, look at my hands. There's so much here that I don't understand”. Per invecchiare, ci vuole una ragione, un contrappeso. Vedersi decadere così, porta con sé la necessità di osservare contemporaneamente qualcosa d'altro che cresce in vigore, luce, poesia. Allora sì, si riesce a motivare tanta decadenza. Si riesce a provare compassione per lo squallore incipiente. Ci si riesce ad accettare. In mancanza di questo, ci si sente derubati e maltrattati. La pena sostituisce la compassione. “Because I've been treated so wrong, I've been treated so long as if I'm becoming untouchable”. Il solo balsamo è l'oscurità. La dolce accettazione della tristezza e della debolezza. “Oh, I need the darkness, the sweetness, the sadness, the weakness. Oh, I need this, I need a lullaby”. 

Le parti in inglese sono tratte da “Untouchable” di Natalie Merchant

Nessun commento: