martedì 5 febbraio 2008

Yesterday the sky was you



Mi ricordo come non fosse passato più di un giorno. Quelle pareti grigie imbottite di gommapiuma piramidale. Soffocanti. Eppure profumate di vento. E i microfoni fischianti e mai ben bilanciati. E le facce degli altri, a volte annoiate, a volte stupite. A seguire l’imprevedibilità delle note. Mi sentivo un cacciatore di suggestioni. Navigavo in acque sconosciute ma ero così straordinariamente a casa. E nello specchio ad angolo mi osservavo, con gli occhi accesi, affogare nella musica. Al mio viso di allora ripenso ogni volta che il silenzio cupo del quotidiano mi strappa la vita dalle mani. Sono andato così lontano, ma mi sento ancora là. “No matter where you are I can still hear you when you drown. You've traveled very far just to see you I'll come around when I'm down”. Che valore infimo aveva il tempo in quelle giornate senza luce. Non ci importava del sole. Non sorgeva né tramontava per noi. Nel nostro mondo mancava tutto. C’era solamente la Musica. Attraverso la quale quei giorni tornano qui, immortali come gli dei. “All of those yesterdays coming around”. E fuori a volte ci aspettavano cieli immensi. Altre volte la pioggia cupa. Forse la notte, arrivata senza avvertirci. E io alcune sere, credevo di sentire anche l’odore dell’oceano. Un oceano che cantavo come fosse sempre stato mio, anche se non lo avevo mai visto. Nel mio sangue e nei miei sogni scorrevano le melodie, nate dalla voglia di scappare, di correre, di fuggire lontano. Ed ero così convinto che mi avrebbero portato lontano. Quelle armonie di acqua e di vento. Il mio cuore pompava soltanto note e quel cuore ritorna ancora, le poche volte in cui ho la fortuna di sognare. “No matter where you are I can still hear you when you dream”. Ogni cosa riportava alla musica. Ogni cosa era musica. Dalla colazione alla cena, dall’amore al disprezzo. Perché solo la musica poteva riscattarmi da una vita insipida e mediocre. Solo nella musica potevo riconoscermi e dotarmi di un senso. Solo la musica era realtà, il resto poteva al più essere uno stimolo per comporla. E a volte mi piace pensare che oggi sia ancora così. “Yesterday the sky was you and I still feel the same. Nothing left for me to do and I still feel the same”. Eppure niente è avvenuto. Secoli di vita sono trascorsi, partorendo eserciti di mostri disillusi. Ora che la musica è soltanto un appiglio a cui mi aggrappo per non affogare del tutto. Ora che la musica è soltanto un finto giardino creato da me stesso, per salvarmi dalla realtà di cemento. Ora che mi dicono che è giusto così, che non bisogna vivere di sogni. “Is it something someone said? Was it something someone said?”. Ora che conosco la mia pochezza fino all’ultima goccia di putredine. Ora che conosco la tua falsità, Musica, fino all’ultima nota strozzata. Oggi che ti ho abbandonato, Tu sei ancora tutto quello che ho. “I wish, I wish I could fly I wish, I wish I could lie. I will, I will try. I will, I will…Goodbye”.

Le parti in inglese sono tratte da “Drown” by Smashing Pumpkins

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Daniel, dolcezza, chi ha detto che non bisogna vivere di sogni? senza sogni non siamo che scatole vuote, senza sogni non si vive, si sopravvive... e non parlare di pochezza mio dio, non parlare della tua pochezza... non farti del male in questo modo e non lasciare che il tuo dolore ti faccia sentire poca cosa, non è giusto, non va bene... e tu sei "tanto.. tantissimo"...
Ti abbraccio e vorrei poterlo fare guardandoti negli occhi, per riuscire a vedere un sorriso anche piccolo spuntare fuori dal muro di gomma che ti sei costruito intorno...
Ciao dolcezza...

jana cardinale ha detto...

Non esiste pochezza in chi agita anima, sentimenti ed emozioni con le parole più belle, quelle che sanno descrivere il proprio mondo infinito e quello degli altri, intravisto o solo sognato, sperato. Tu sei tanto, tantissimo mio Daniel. Grazie ancora una volta, grazie anche oggi per questo post così struggente ed indelebile.

Daniel ha detto...

Che dirti Miss Jana, se non mille volte grazie? Grazie per le tue preziose parole che scaldano il mio cuore gelido in questo momento. E grazie soprattutto per la tua splendida umanità.
Spero tu stia bene
un abbraccio
Daniel

Anonimo ha detto...

Caro Daniel la musica sei tu, è in te , è il tuo demone forte, è la tua essenza, è la voce della tua anima, puoi non ascoltarla, puoi abbandonarla, ma lei ti apparterrà per sempre… e solo avviccinandoti ai sogni… scoprirai che la vita è vita…
L’arte è famelica… di emozioni… di passione… e ne restituisce spesso attraverso dolorosi travagli le sue vibrazioni… e queste vengono trasmesse in tutta la loro struggente bellezza ad altre anime… purtroppo esiste una mediazione materiale…. E non tutti hanno la sensibilità di apprezzarne per intero la gamma e la sottigliezza delle sfumature…
Continua a vivere il tuo sogno se puoi… il messaggio inscritto prima o poi troverà il canale per essere compreso e vissuto …
Gli artisti purtroppo precorrono i tempi… Daniel…. Difficilmente sono figli del proprio tempo… il tuo sentire che definirei olistico… che non vive di componenti, che esce dal tempo, vive di estremi, di infinitamente grande e di infinitamente piccolo… è meravigliosamente un sentire universale…
Daniel ascolta te stesso… ascolterai la tua musica…
Ti abbraccio...
Fly