lunedì 5 agosto 2013

Vanità zingara















Ti desidero più di un amante
inebriante trascendenza
concedimi di abbandonare
questo corpo di afflizione:
vanità zingara.

Stacca con forza la mia anima
dal mio costato esausto
liberala dalla gabbia insulsa
dei giorni cosparsi di sale
e poveri di vento.

Distruggi la trappola ignobile
del karma dai mille nodi
e sollevami dal fango putrido
del Malkuth appiccicoso
dalle molte sembianze.

Io non trovo più risposta alcuna
né nuove giustificazioni
nella fede o nella genetica:
mi perdo nel nulla inconsistente
della incarnazione.

Assisterò ogni giorno dinnanzi
all’indebolirsi del corpo
e al lento spegnersi della mente
frustrata dall’assenza grigia
della motivazione.

Rimane solo il cielo estivo
a ricordarmi che esisto
e dove proseguire il percorso
giunto finalmente stremato
alla liberazione.

6 commenti:

Sonia Ognibene ha detto...

Questi tuoi versi mi sconcertano... sono duri, troppo duri per lasciare indifferenti.
Io per te ci sono. Ricordalo.

Daniel ha detto...

Per Sonia
Mia cara amica, scrivere per me è catarsi e devo quindi dare voce anche alle parti più pure di me. Un abbraccio e grazie per la premurosa attenzione
Passo alla locanda ;-)
kiss
d

Baol ha detto...

Il desidero, alla fine, è la cosa che ci rende vivi

Daniel ha detto...

Per Baol
Mi sa che hai ragione.
buon agosto
d

Fly ha detto...

caro è proprio nella notte più oscura, dopo tanti insuccessi che bisogna calare con fiducia le reti.. per una pesca miracolosa...
kisses
Fly

Daniel ha detto...

Per Fly
Cara, la Fede è andare contro all'evidenza matematica del fallimento. Grazie embrace
d