Sono passati un sacco di anni da quando ho visto l’ultima volta i Belle and Sebastian. Era il lontano 2006 e ancora non esisteva nemmeno questo blog. Allora ero un ex neo-laureato ancora pieno di speranze e ora invece sono uno dei tanti nelle file dei delusi dal mondo del lavoro. Però la musica dei B&S è una delle costanti di tutti questi anni. Rivederli è stato un tuffo nel passato ma non mi ha preso la nostalgia. Stuart e la sua band di musicisti hanno ancora tanta voglia di divertirsi e di divertire, presentando i loro vagheggiati anni 70 fatti di ragazzi che escono da scuola e girano per i parchi della periferia di Glasgow raccontandosi storie. Per Stuart quello è un mondo da cui scaturisce una fonte di ispirazione infinita. Il concerto si è aperto con uno strumentale ("Judy is a dick slap") e subito dopo la divertentissima “I'm A Cuckoo”. Poi un pezzo del penultimo album che ho cantato per anni senza sosta perché è una di quelle canzoni che mettono sempre di buon umore: “Another sunny day”. Poi un pezzo vecchissimo che io adoro letteralmente e che mi ricorda tante passate lacrime: “Dog on wheel” (non me lo aspettavo, momento di commozione). Poi “I want the world to stop”: chi non ha mai voluto che il mondo per un attimo si fermasse? Poi “If she wants me” e la splendida ballata “Piazza NY catcher”. Poi il microfono lead vocal è passato al buon Steve che ha cantato la misconosciuta ma gradevole “Travelling light”. Poi “Suki in the grave yard” e “Mayfly” (pezzo esistenziale che amo molto). Poi “I didn’t see it coming” e “The wrong girl”: nel frattempo il caro Stuart, sempre saltellante e atletico, accompagnato da due donzelle scelte dalle prime file del pubblico, è andato a cantare e ballare sulle mura della rocca, esattamente davanti alla luna quasi piena! Momento topico con “The boy with the Arab strap”: altre ragazze dal pubblico chiamate a ballare sul palco con la band e tripudio di cori dal pubblico. Devo dire che in questo concerto mi sono stupito di quante persone nel pubblico conoscessero i testi: sono abituato ad essere uno dei pochi che canticchia! Poi “Legal man” e – a grande sorpresa – il primo singolo in assoluto dei B&S “The state I am in” che io considero un capolavoro della musica. Detto ciò la band è uscita e dopo una marea di applausi e richiami ci ha donato un solo encore: “Me and the major”. Devo dire che mi aspettavo un concerto più lungo. Inoltre con grande dispiacere devo ammettere che Stuart non era in gran forma vocalmente, o almeno così mi è parso. In compenso l’ho visto molto attivo, simpatico e interattivo. Comunque grandi B&S, grazie per avermi permesso di visitare il vostro mondo ancora una volta!
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