martedì 31 dicembre 2024

Since

 

LISTEN TO - ASCOLTA

 

 

 

 

 

 

 

 

Since I have become a monster 
the moon is no more bright 
and I hide myself from the sun in the daylight 
 
Since my mind has become a oyster 
full of the darkest tides 
I can’t escape I want to erase myself from my life 
 
But only on the roof 
close to the snow 
I can find a moment 
peaceful 
 
Though no I don’t know 
I’m here alone 
how much this great moment 
will be long 
 
Since I have lost my ways to foster 
my self-esteem I find 
one thousand thoughts to bury my skills to survive 
 
Since I have lost my youth at poker 
against my sadic side 
I am a sad and failed old man waiting to be wiped 
 
But only on the roof 
close to snow 
I can find a moment 
peaceful 
 
Though no I don’t know 
I’m here alone 
how much this great moment 
will be long

lunedì 30 dicembre 2024

By the bright leaves in the garden

 

Solo pochi giorni fa mia madre mi ha portato alcuni contenitori che ha trovato in casa sua, in salotto. All’interno di un mobiletto sul quale io avevo messo un’etichetta con su scritto “erboristeria”. Nelle scatole c’erano sacchetti di carta con all’interno erbe curative di ogni tipo: alcune note - come le erbe aromatiche che tutti conosciamo - altre meno, come le erbe selvatiche con proprietà benefiche diffuse nell’Appennino settentrionale. C’era anche un foglietto ingiallito scritto, con la mia bella calligrafia di allora, una sorta di indice: rosa canina, foglie e piccioli di amarena, coda cavallina, farfara, trifoglio dei prati, malva, sambuco rovo, camomilla romana, cicoria, lavanda, biancospino, foglie di noce, menta piperita. Sui sacchetti erano indicati il nome e le proprietà di ciascuna erba e anche la data e il mese della raccolta. Da giugno a ottobre. 1996. 1997. Ero un adolescente in fuga da una realtà che mi terrorizzava. Mi nascondevo qui, in questa valle giardino. E avevo trovato una guida, una salvatrice che mi distraeva dall’abisso in cui rischiavo di finire, mostrandomi i segreti della natura. I profumi, i sapori e le bellezze dei prati e dei boschi intorno a noi. E ancora la ricordo, in mezzo alle nostre foglie ed erbe magiche, sotto l’ombrellone di estati senza fine. “By the bright leaves, in the garden of my saviour. As the parasol gently shades her”. Riavere in mano dopo quasi trent'anni quelle erbe che ancora hanno un residuo aroma, mi ha precipitato indietro in un passato che non ha più molto a che fare con quello che sono oggi. Oggi quella vita l’ho lasciata dietro di me e sono una persona completamente diversa. “With our old lives left behind us, we are new now”. Ma per certi versi rimpiango quei momenti di totale devozione, in giro per il vecchio bosco: mi illudevo allora che tutto ciò fosse abbastanza per me. Che fosse l’unica cosa che volevo essere. L’unica cosa che volevo vedere intorno a me. “Only way I want to be, only thing I want to see,by the old wood”. E in effetti per alcuni anni fu sufficiente per salvarmi. Poi tutto cambiò. E iniziò il calvario che mai quel ragazzino amante delle erbe e della natura avrebbe potuto immaginare. Cosa resta di quel tempo? Io sono ancora nello stesso luogo, oggi più di prima. Ma è tutto differente. E diverse sono le persone intorno a me. Lei non c’è più e io, forse, nemmeno. Il mio viso è irriconoscibile. La mia anima pesante come un macigno. I miei sogni, tutti evaporati. Prendo uno dei sacchetti e lo butto nel caminetto acceso. Erbe raccolte in un’altra vita. Il fumo sembra non distinguere le essenze, l’odore sembra lo stesso per tutte. Ma il fuoco mi rammenta le candele accese in mezzo ai tulipani e le falene volare intorno ai nostri sorrisi. Nel piccolo giardino. “Burning in the garden as the moths fly through the flames like our little haarlem”. 
 
Le parti in inglese sono tratte da “Willow” dei JJ72

sabato 28 dicembre 2024

Blackwaterside

 

Da qualche settimana sento di stare affondando più del solito. In acque scure e melmose che conosco bene. Ma se, il più delle volte, sento la melma soltanto sotto le piante dei piedi, ora invece la sento nelle mani e in bocca. Inizio a temere di non uscire più. So perfettamente che, oltre che da tutto ciò che non va bene nella mia vita, questa situazione dipende dal mio modo di pensare. Dalla mia mente che sostanzialmente mi odia e mi fa credere che le acque in cui sono immerso siano ancora più scure della realtà. Mi dice che sono io l’artefice di ogni mia sfortuna che tutto quello che posso fare è andare a casa e piangere. “Go home, go home, to your father's garden, go home and weep your fill and think upon your own misfortune which you bought with your wanton will”. Ho chiesto aiuto e mi sono stati dati alcuni suggerimenti che però spesso mi sembrano banali. La verità è che sono in un circolo vizioso. Più sto male e più non mi sento degno di fare qualcosa per stare meglio. Ammesso che io sappia cosa mi possa fare stare meglio. Mi rendo conto di avere una visione distorta della realtà sia in termini di autopercezione che in termini di aspettative verso gli altri. So anche che basta poco per risalire un minino dall’abisso ma che ci vuole una forza di volontà pazzesca anche solo per fare un passo verso l’alto. Per alcuni giorni, sono riuscito ad alzarmi prima e fare yoga davanti alla finestra ad ovest, osservando la luna tramontare. E ascoltando musica. Un piccolo riconoscimento verso me stesso, per cercare di aiutarmi. Anche se non so quanto ormai ne valga la pena.

Le parti in inglese sono tratte da “Blackwaterside” (traditional Irish song).

venerdì 27 dicembre 2024

You spread your wings, you had flown away to something unknown

 

Il giorno di natale sarebbe stato il tuo compleanno cara Anna.E invece sono mancati quei doppi auguri che tutti erano soliti farti. Qualcuno lo ha comunque fatto su quel tuo profilo on line, ormai disabitato. Poche settimane fa il triste annuncio. Inatteso come neve in agosto. Un male ti ha portato via in pochissimi giorni, meno di un mese dalla diagnosi. Come è possibile? La totale precarietà della vita mi è arrivata addosso come uno schiaffo in faccia. Oggi ci siamo, domani non più. Poi, immediatamente dopo, un altro sentimento ha invaso il mio cuore: il profondo e sconfinato senso di ingiustizia. Ti ricordo come una persona di una dolcezza e di un’eleganza infinite. La tua sola presenza sapeva smorzare ogni tensione nel gruppo. La tua voce delicata metteva addosso un senso di pace. Eppure sei stata strappata via improvvisamente alla tua vita, senza preavviso, lasciando incompiuto ogni tuo progetto, lasciando attonite le persone che ti amavano. Così, spietatamente. Una tua recente foto, quella che avevi come profilo, fa davvero pensare che tu abbia spiegato le tua ali e sia volata altrove. “You just faded away, you spread your wings, you had flown away to something unknown”. Non ci vedevamo da un po’ io e te. Ma per anni ci siamo incontrati un po’ dappertutto, nelle trasferte in giro per l’Italia e quindi ho tanti ricordi in tanti luoghi diversi legati a te. Uno degli ultimi, o forse quello che più mi è rimasto impresso nella mente e nel cuore, è quello di noi due a Venezia, mentre camminavamo verso Cà Foscari e, parlando, abbiamo scoperto la comune passione per la cultura ebraica. Nel tuo caso nata da un ex compagno ebreo. Sapevi appassionarti alle cose, Anna, non solo nella tua professione, quella di architetto. Sapevi creare bellezza. Ma nascondevi una fragilità, quella delle persone che si sono dovute reinventare spesso nella vita, che ti rendeva speciale. “You have your special place in my heart, always”. Ma di fronte a questo male assurdo non hai più potuto reinventarti. Mi avevi fatto scoprire anche una straordinaria realtà di supporto alle persone che sono sopravvissute al suicidio o che hanno avuto un lutto da suicidio. Un tema che mi è molto caro. Eri e resti una persona straordinaria, Anna. Con te se ne va una parte bella del mondo. Di quelle sempre più rare e di cui abbiamo sempre più bisogno. Non so se esista davvero un paradiso, ma se c’è, tu ora sarai lì. “Heaven is a place nearby. So there's no need to say goodbye”. 
 
Le parti in inglese sono tratte da “A Place Nearby” di Lene Marlin

martedì 24 dicembre 2024

Of the new light just a cradle

LISTEN TO - ASCOLTA
 

 

 

 

 

 

 

 

This the end of the fall 
this is the beginning of 
winter 
 
This is the end of colours 
this is the darkest spot 
of the year 
 
On the windowsill only a candle 
freshly lit 
of the new light just a cradle 
to begin 
 
From tomorrow a new light will come 
from tomorrow a new light will come 
 
This is my secret hope 
a little little drop 
of life 
 
Maybe I do not know 
no more how to love 
the life 
 
On the windowsill only a candle 
freshly lit 
of the new light just a cradle 
to begin 
 
From tomorrow a new light will come 
from tomorrow a new light will come 
 
20th december

giovedì 12 dicembre 2024

My time is gone

 

LISTEN TO - ASCOLTA

 

 

 

 

 

 

Have you ever being courageous 
have you ever being outrageus 
in your life 
giving up determination 
coming back to the real treasure 
that’s inside 
 
close your eyes 
go to the woods 
doesn’t matter if the daylight is gone 
keep your faith 
deep in you 
it will be your guide to God 
 
I have never been courageous 
only the fear in my nature 
in my time 
I followed the obligations 
breathing procrastination 
all the times 
 
and my eyes 
are turned off 
I can’t see my image on mirror 
I have changed 
in a bad someone 
and my time I know is gone 
 
My time is gone 
I lost it all 
only the time I have to cry 
My time is gone 
I lost it all I lost it all I lost it all 
 
My time is gone 
I lost it all 
only the time I have to cry 
My time is gone 
I lost it all I lost it all I lost it all

mercoledì 11 dicembre 2024

Staring out your winter window

 

Bloccato in casa dalla neve. Questa casa fortezza. Antica, ma calda per la prima volta dopo anni di abbandono. Consapevole di essere irrimediabilmente senza via di uscita. Qualunque cosa accada non posso uscire, non posso allontanarmi da qui. È una sensazione strana, quella di non avere scelta. Una sorta di lievissima ansia che pervade la parte bassa del ventre, mi sale fino al collo e mi lascia per un istante senza respiro. La mia mente corre a tutto ciò che deve essere rimandato e, dall’altra parte, a tutto quello che potrei fare in assenza di impegni esterni. Poi resto inaspettatamente al buio. Un lieve panico si aggiunge all’ansia. Ma poi cerco una candela e tutto sembra nuovo. La luce è soltanto quella del fuoco, la candela e il caminetto che arde scoppiettante. Mi ritrovo solo davanti alla finestra. Fuori non ci sono luci per chilometri, eppure quel bianco immenso sembra brillare di luce propria. Cosa vorrei ora? Il silenzio e il buio aprono una voragine immensa dentro di me. Spegnendo le luci esterne, si accendono quelle nel mio cuore. E vedo tutto quello che sarei voluto essere. E osservo tutta la vita che non ho mai vissuto e che non vivrò più. Piango lacrime di cristallo che riflettono sia il rosso del fuoco che il bianco della neve. La primavera è lontanissima, non è nemmeno intuibile. Sepolta dal bianco che sta coprendo il mondo. “Staring out your winter window at a silver sky, you know you've been to, in a kiss upon a day before a spring. Winter lady, cry those crystal tears. He won't know what he's missed ‘til love's too late, you've changed your mind. And it's my turn to sing”.

Le parti in inglese sono tratte da “Winter lady” di Joni Mitchell

martedì 10 dicembre 2024

Le zampe dell’inverno

 


 

 

 

 

 

 
 
Le zampe dell’inverno 
bussano alla finestra 
rami colmi di neve 
protesi verso vetri stupiti 
che restano chiusi 
in difesa del fuoco 
 
rimbomba di bianco la casa 
come immersa 
in un cosmo nuovo 
simile ma diverso 
dal vecchio mondo 
bruno rosso giallo 
 
il silenzio interrotto 
solo dai crolli 
felpati e possenti 
di neve dagli alberi 
come passi giganti 
della nuova stagione