È parecchio tempo che non scrivo di musica. Why? Per il semplice motivo che da tempo non assisto a concerti. Nell’ultimo mese ho persino pensato di stare allontanandomi dalla Musica e la cosa ha fatto tremare la mia anima fin nel profondo. Perché senza Musica io non sono nulla. Per ricominciare ho avuto la fortuna di assistere a un bellissimo concerto, esattamente una settimana fa. Loro sono la algida Isobel Campbell e il truce Mark Lanegan. Lei, già ex Belle&Seabastian (e questo è già sufficiente per essere amati alla follia dal sottoscritto) ha una voce che è una carezza per l’anima.. delicata, sottile, pura come il cielo di una mattina serena di inverno. Lui è Mark Lanegan (già cantante degli Screaming Trees, band della west coast che faceva una sorta di hard-rock psichedelico) voce bassa bassissima e calda come il deserto dell’Arizona.. lui l’anima te la grattugia per bene graffiandola dalle profondità abissali di tonalità irraggiungibili per molti uomini (io personalmente me lo sogno di arrivare così in basso con la voce). Ecco che questi due esseri con le voci opposte… assieme compiono un miracolo, a mio parere. Le due voci si fondono in modo straordinario. Dando veramente la percezione di un tutto assolutamente completo. Il concerto si apre con la voce di Mark che canta sopra a qualche nota di chitarra “I have travelled the world around..”..l’inizio di “Seafaring song”, il primo pezzo del nuovo album dei due (il secondo) “Sunday at devil dirt”. Già da qui si capisce benissimo quale sarà l’atmosfera (magica) di tutto il concerto. Sono cascate di emozioni liquide quelle che si riversano sull’anima. Il duetto tra i due raggiunge secondo me il suo apice con “Who built the road” che dà veramente l’idea di stare assistendo a un qualcosa di speciale. Poi “Salvation” con quel suo tono così immensamente consolatorio che quasi mi porta alle lacrime.. e “The Raven” che sembra un requiem.. e “Keep me in mind sweetheart” che è un pezzo di quelli che sembrano purificare l’anima… Dal primo album, mi ha emozionato “Ballad of the broken seas” (che per altro dà il nome all’album) in cui il folk diviene poesia, come da migliore tradizione neo bardica. E poi fantastico il pezzo di Isobel sola “Saturday’s gone” che è un velo di seta disteso sul cuore. Isobel, oltre a cantare, ha suonato qualsiasi strumento.. dal contrabbasso al piano… dalla chitarra alle piccole percussioni… ecc. Isobel è anche autrice dei pezzi.. e direttrice generale di tutti i musicisti che osservano ogni suo cenno e indicazione! Insomma un gran concerto nel complesso! Ma come sempre qualche appunto devo farlo eh! Insomma, va bene essere truci e cupi (…io dovrei tacere in proposito) ma Mark ha un po’esagerato: non un saluto, non un sorriso, non un “thank you”, non un piccolo cenno rivolto a un pubblico in delirio… va bene tutto ma un minimo gesto di umanità io lo avrei gradito. Ok che sei sul palco per cantare (e lo fai divinamente) ma… Anche la bellissima Isobel non si è sprecata.. ma almeno un paio di grazie accennati e qualche bel sorriso al pubblico, ci sono stati. Ritengo che però in questa poca empatia col pubblico, abbia avuto un ruolo importante l’azione di disturbo della “musica” del vicinissimo luna park, piazzato appena fuori dall’Estragon. Sono rimasto sconvolto dal fatto che, tra un pezzo e l’altro, si sentisse dentro il locale il “tunz tunz” delle giostre. E anche Isobel ha chiaramente fatto intendere di non gradire. Questa cosa è per me scandalosa e non ci sono parole. A parte queste puntualizzazioni… grandi Isobel e Mark!
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2 commenti:
pazzesco....che nessuno abbia commentato qsto post!
Entrambi,gli artisti ,con le loro musicalità mi piacciono molto!
ho passato molte notti ad ascoltarli!
Posto che lui come solista mi piace da impazzire!
Sai anche qndo fai recenzioni crei un'aurea quasi onirica molto particolare!
ti abbraccio
bellissimo, grazie.
tutt'in una volta mi hai fatto sentire ancora peggio per non esserci stata
^_^
purtroppo non avevo accompagnatori, già.
e io vado spesso e volentieri ai concerti sola, sola.
ma il 31 maggio non ne avevo voglia di stare lì, appesa a certi suoni, senza una mano da stringere uno sguardo da incrociare, una parola da dire all'orecchio destro rapida fra una canzone e l'altra.
non sono andata.
essia che avrei gradito molto anche il gruppo spalla:
le luci della centrale elettrica.
ho visto che non ne hai fatto cenno, non possono non piacerti certi testi e certe atmosfere...
bene, dopo averti annichilito con le mie righe prolisse, ti ringrazio ancora per questo post.
essì, ci sarei voluta essere anche io!
la prossima volta chiama
*_*
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