mercoledì 20 maggio 2009

The Garden of the pain


Does anybody know how to feel better
In this cold courtesy, in this lack of gods?
Does anybody know how to reach heaven?
There is no direction no and I find no road
Nobody knows .. nobody knows..

The Garden of the pain
Reflected on my face
Not only memory
The pieces of my wings
Over the bed with tears
Become my enemy

These trees have hands to touch my brain
I’ve no miracles to pretend … at all


It is only the hope that creates ever
This sense of eternity, while we are just blows?
Well I don’t think so, it is a matter
With so many answers as extended as the world
Nobody knows .. nobody knows..

The Garden of the pain
Reflected on my face
Not only memory
The pieces of my wings
Over the bed with tears
Become my enemy

These trees have hands to touch my brain
I’ve no miracles to pretend … at all


Does anybody know how to escape from
This garden so cruel, called the Cosmic Clock ?

(Cento – Fe )

9 commenti:

Daniel ha detto...

Il Giardino del dolore

Qualcuno sa come sentirsi meglio
In questa fredda cortesia, in questa mancanza di dei?
Qualcuno sa come raggiungere il paradiso?
Non c’è direzione no e io non trovo una strada
Nessuno sa .. nessuno sa..

Il Giardino del dolore
Riflesso sul mio viso
Non solo un ricordo
I pezzetti delle mie ali
Sopra al letto con le lacrime
Diventano il mio nemico

Questi alberi hanno mani per toccarmi il cervello
Non ho miracoli da pretendere… per niente

È solo la speranza a creare sempre
Questo senso di eternità, mentre siamo soltanto soffi?
Io non penso, è un dilemma
Con così tante risposte tanto estese quanto il mondo
Nessuno sa .. nessuno sa..

Il Giardino del dolore
Riflesso sul mio viso
Non solo un ricordo
I pezzetti delle mie ali
Sopra al letto con le lacrime
Diventano il mio nemico

Questi alberi hanno mani per toccarmi il cervello
Non ho miracoli da pretendere… per niente

Qualcuno sa come scappare da
Questo Giardino così crudele, chiamato Orologio Cosmico?

isottalamora ha detto...

Come sto...
Crocifissa dalla mia ingenuità e dalla mia irruenza.
Spaventata,stressata,stanca,accidiosa e persino truffata...un piccolo incidente "pratico" che si aggiunge alla lista kilometrica delle sfighe metafisiche.
Una sola nota positiva : ho imparato a negare i miracoli con crudeltà scientifica...e ne sono sollevata.

Una rosa per il tuo giardino di dolore....

Tu come stai?

Ti abbraccio

Fly ha detto...

Ciò che vive dentro non conosce fine... coraggio...
Ti stringo forte...
Fly

riri ha detto...

Il giardino del dolore...
si attraversa adagio, con le nostre inquetudini, assaporandole, come un goccio di buon vino...
Il mio ha in fondo una parete di rose, ci sono tutti i colori, le sfumature, il profumo, le guardo ammirata, so che durano molto poco,effimere, come un giorno lieto, un attimo, ne preparo un fascio, boccioli appena dischiusi, ancora bagnati di rugiada e li dono ad un animo così sensibile...
Vorrei poter avere le risposte, posso solo dirti che in qualsiasi lingua tu scriva è come un tocco magico che si proietta sul foglio, diventa canzone, è triste, anche difficile da comprendere, ma dentro ci sei sempre tu..
un abbraccio,caro Daniel, grazie!!

Anonimo ha detto...

Un post denso che si adentra pian piano.. nel giardino del dolore non esiste un tempo esistono solo le nostre ferite,le nostre grida che dovremmo esser capace di lenire,calmare...nessuna fredda cortesia ridara'luce.. ...Un'abbraccio Daniel e buon fine settimana.

Laura ha detto...

Credo che ciascuno di noi ogni tanto si ritrova a passeggiare per i viali del giardino del dolore... Qualcuno riesce a tenere le ferite nascoste, qualcuno non può fare a meno di esternarle... Ma nessuno di noi è immune dalla sofferenza, di qualunque genere di sofferenza si tratti. Oggi ci cammino un po' anch'io, ma nonostante tutto ho una quieta speranza di pace alla fine della passeggiata...

Un abbraccio,
Laura

Anonimo ha detto...

Il giardino del dolore....muta ad ogni sensazione..regalandomi nuovi dolori..nuove emozioni...Notte Daniel un bacio

Gas ha detto...

Ognuno di noi ha il proprio giardino del dolore, ci viene dato in dote quando veniamo al mondo e ne diveniamo in qualche modo responsabili. Ogni giardino è diverso, così come noi esseri umani siamo diversi gli uni dagli altri e per questo ognuno di noi se lo "cura" come meglio crede. Si può anche fingere di non possederlo, ma credo sia del tutto inutile, visto che è lui a possedere noi.
Sto benino Dan, sono anche abbastanza serena e questo mi piace molto. L'inquietudine ti mantiene sempre pronta, sempre allerta, ma ogni tanto è anche piacevole potersi lasciare andare ad un po' di tranquillità, finché dura. E tu?
Bacio. Gas

Anonimo ha detto...

good start