mercoledì 14 settembre 2011

Mòfet *

















Luna anticipa
il fuoco rosso dell’autunno
e rende opaca
la malinconia delle stelle
sacrale vanità
colonna dorsale del cosmo

Cammino di punta
con piedi fradici di fede
sentieri scoscesi
di tensione neoplatonica
verso l’infinito
il respiro del Dio dei padri

Lascio la zavorra
melmoso pianto quotidiano
ascolto il sole
liturgia cosmica di luce
linguaggio di carne
caduto sul mio volto nuovo

* “Presagio” in ebraico

4 commenti:

riri ha detto...

..te l'ho già detto..versi che colpiscono e fanno riflettere, ma non basta un animo sensibile, bisogna avere una grande cultura per capirle a fondo..la tua, che invidio con affetto.
Un abbraccio e buon fine settimana.

Daniel ha detto...

Per Riri
Mia cara, sei troppo buona con me! La cultura non è nulla se rapportata con la sensibilità.
Ti abbraccio
D

Fly ha detto...

Mi piace associare all'autunno la parola presagio... in realtà quel colorarsi di rosso sembra davvero l'ultima vanità concessa all'universo prima del rigore invernale e il sole "liturgia cosmica di luce" (bellissima") compie il suo rito... Un presagio che tutti sanno... ma che ciascuno nel profondo della propria anima teme e anela con lo stessa intensità possa avvenire sempre allo stesso modo e contemporaneamente possa essere radicalmente diversa...
E' solo la fede, in punta di piedi su sentieri scoscesi, che nella ricerca dell'Uno può riconciliare per sempre la luce e le tenebre nel loro perpetuo alternarsi...
dare significati nuovi ed evolventi all'antico ripetersi dell'universo...
Parole, le tue che scavano ataviche intensità...
un abbraccio
Fly

Daniel ha detto...

Per Fly
Che bel commento cara... grazie.. in realtà il ciclo della natura è ciò che più ci contraddistingue come esseri umani... quello che siamo davvero.. al di là della nostra infinita debolezza umana.. e questa appartenenza alla ruota che gira...
Ti abbraccio
D