mercoledì 20 settembre 2017

Tori Amos, Teatro degli Arcimboldi, Milano, 17 settembre 2017

Tori Amos è, secondo il mio modesto parere, ormai divenuta una “donna di potere”. E certamente non in senso moderno, ma in senso tradizionale: una sciamana, una donna che conosce la magia, una curandera che sa curare con la sua straordinaria musica. Sì perché il concerto di domenica sera a Milano, è stato molto più di un semplice concerto: è stato un rituale. Tori è entrata, ha unito le mani e si è chinata in avanti verso il pubblico, con addosso uno straordinario vestito di veli rossi, con tanto di mantello. Poi ha quasi “aggredito” prima il pianoforte e poi la tastiera (contemporaneamente, as always) e ha intonato “Iieee” con una voce potente: il tutto con una energia immensa che ha lasciato tutti a bocca aperta. Sono certo di non essere stato l'unico a pensare di essere improvvisamente stato catapultato dentro a un rituale collettivo, magari gestito da una sacerdotessa cheriokee (i nativi americani della Carolina del nord, il popolo a cui Tori deve parte del suo background genetico). Sullo sfondo il fuoco di un bosco che brucia, immagine terribile e purtroppo estremamente famigliare, ma anche estremamente potente ed evocativa. Il resto del concerto è stato una sorpresa continua. A cominciare da una splendida “Northern Lad” che da alcuni giorni avevo in testa e non so nemmeno perché: i casi della vita! Poi una “Pancake” da pelle d'oca: quando ha cantato “Cause I can look your gods right in the eye” pareva cantassero almeno 20 Tori Amos!. Poi dopo l'angolo cover (Billy Joel and The Cure), l'atmosfera è completamente cambiata: ecco uno sfondo di montagne ghiacciate e il lunghissimo “Reindeer king” dal nuovo album, dolce ed evocativo. Dal fuoco al ghiaccio: uno sciamano sa viaggiare attraverso tutti gli elementi! Ma per me la sorpresa della serata è stata indubbiamente “Apollo's Frock”, una chicca da “Scarlet's hidden treasure” che non mi aspettavo e mi commosso. Lei stessa, prima di iniziare, ha detto al pubblico che stava facendo quel pezzo live e che sperava di ricordarsi accordi e parole! Non solo si è ricordata ma ha cantato con una intensità unica e quasi rabbia nelle parole “I have let you eat from the fruit of my tree but for the last time you have officialy crossed my line!”. Quasi una formula di protezione del proprio essere verso un mondo di sciacalli. Bellissima “Bliss” e poi tutti sotto il palco, come sempre, per una lunga e straordinaria “A sorta fairytale” in versione funk-ethnic che ci ha fatto ballare: unico momento in cui è stata molto empatica col pubblico, essendo stata fino alla fine molto concentrata sulla musica. Concerto straordinario, con una sola pecca: è durato soltanto un'ora e mezza. Ma del resto, Tori stavolta ha scelto di essere sola tutto il tempo: sul palco solo lei e il suo amato Bosendorf.

3 commenti:

Sonia Ognibene ha detto...

Te l'ho detto già altre volte: il perdono è fondamentale verso se stessi e gli altri. Solo quando ti concederai il perdono avrai la pace che chiedi. Io l'ho fatto e da lì ho ricominciato a vivere. Vivi Praga anche per me.

Sonia Ognibene ha detto...

Scusa, ho commentato sotto il post in basso. Scusa. Ma sai che volevo riferirmi al tuo ultimo.

Daniel ha detto...

Per Sonia
Mia cara, hai prorio ragione e ne sono perfettamente consapevole. Purtroppo non basta.
ti abbraccio
d