mercoledì 31 agosto 2011

Shemà *












Nel crepuscolo sfinito
agosto si spegne in silenzio.

Ascolto il lamento sommesso
delle zolle assetate nei campi
e il pianto misterioso
della mia anima sola
in cerca di un Dio nascosto.

E già l’autunno sussurra
tra i cespugli custodi del tempo.

* in ebraico שמע = “Ascolto”

giovedì 25 agosto 2011

Boy of clay


What about the sea?
What is it for me?
A metaphor of future
Where all the dreams can sink

In its immortal flowing
I can see the life
That it is here today
But can leave me tomorrow

For me just a day
To live in the prayer
Of my sad adolescence
Being a boy of clay

I transform my face
Myself I create
As the one I wondered
To be along my way

What’s this vanity
I see around me
People think their bodies
Get immortality

I take all the gifts
God has given me
And I throw them in the sea
So I can see me.. really

For me just a day
To live in the prayer
Of my sad adolescence
Being a boy of clay

I transform my face
Myself I create
As the one I wondered
To be along my way

What about the sea?
What is it for me?
It’s a way to accept that
I can be only me

domenica 21 agosto 2011

The eleventh prime number












Watching at the wood
After twelve years
I have to admit
Truth is not here, oh is not here

I have lived that truth
For some bright old years
But now that I’m growth
I am in fear, yes I’m in fear

Realization, it is what I am missing more
The information, to complete the puzzle of my world
My creation, is full of great misunderstood
Situation, has to change of this I am sure

‘cause there’s no time to lose
Into this maze of truths
I’ve no similitude
Able to explain my mood


Watching at the moon
While August is full
I can have a sip
Of the divine absolute

And I change my face
In this night so strange
31’s my age
The eleventh prime number

Realization, it is what I am missing more
The information, to complete the puzzle of my world
My creation, is full of great misunderstood
Situation, has to change of this I am sure

‘cause there’s no time to lose
Into this maze of truths
I’ve no similitude
Able to explain my mood


19th August 2011 – my 31st Birthday

mercoledì 17 agosto 2011

Phoenix flight












Too much light, too much light
I see here, over me
And the sky seems to oblige
Me to feel a new beat

‘cause what I need is to revive in the light
The summer is my own phoenix flight

Need of rain, need to cry
Sun is drying the Land
Affiliation to life
Is what we need to have

I’m blazing brightly just ‘cause I’m alive
There’s no necessity to keep the fight

So stop to the autumn
Already behind
The shadows of the trees that are long and tight

The inner devotion
Has to find the time
To conquer the power to transform my life

‘cause now I’m the miniature of my old light

Say what is that you see
Watching your hands so clean
Everything that you leave
Is lost possibility

And God is not a time machine to arrive
In all the moments you thought it was right

So stop to the autumn
Already behind
The shadows of the trees that are long and tight

The inner devotion
Has to find the time
To conquer the power to transform my life

‘cause now I’m the miniature of my old light

Too much light, too much light
But it’s right, yes it’s right

giovedì 11 agosto 2011

A falling star








Solo una stella. Un piccolo apostrofo di luce nel cielo del nord. Un istante decimale nell’eterno moto dell’universo. Io e te sdraiati sotto il campanile bruno. Sulla cima di questa collina obliqua. Quasi capovolti. E in attesa. Non ti pare di essere qui da sempre? Come se tu non fossi mai andata via. E io non fossi arrivato soltanto ora. In dieci anni le nostre vite sono cambiate così tanto. I nostri visi non sono più gli stessi, ma i nostri occhi non sono mutati. E siamo ancora insieme, ogni anno in modo differente. Ma sempre noi. Mi dispiace tu non abbia visto quell’unica striminzita stella solcare qualche grado dell’infinito cielo. Ma so quale desiderio avresti espresso. Ho chiesto anche per te la stessa cosa. Una stella può valere per due persone? “They tried to catch a falling star, thinking that she had gone too far. She did but kept it hidden well until she cracked and then she fell”.

San Lorenzo 2011
Le parti in inglese sono tratte da "Northern Star" di Melanie Jayne Chisholm

mercoledì 10 agosto 2011

Lùgh












Nel punto in cui il sole trabocca
e il cielo diluisce la terra
la luce santa del futuro tocca
la mia mente che nello spazio erra.
Lùgh splendente sussurra con la bocca
il segreto che nella mano serra:
nel nuovo raccolto il senso nuovo
del divenire ogni giorno uomo.

E dentro l’acqua immergo la vita
per plasmare la preghiera più pura
che col coraggio sostiene la sfida,
che ogni giorno appaga l’arsura
nata da questa continua salita
verso una meta d’incerta natura:
ecco il destino dei discendenti
di antichi dei e di combattenti.

Saggio dei frutti il nuovo sapore
dalla vetta incantata del mondo
e nel respiro ricerco l’ardore
che in questo fascio di grano biondo
canta con forza la virtù del sole
l’eternità in un solo secondo:
e se sottoterra tumulo fiori
sento nel vento d’autunno gl’odori.

* Il Dio celtico del sole da cui prende il nome la festa celtica del raccolto “Lughnasadh”(1° agosto).
Nell’immagine la spettacolare “Man an Toll” (pietra perforata) a Morvah (ovest Cornovaglia).

giovedì 4 agosto 2011

Franco Battiato, 28 Luglio 2011, Piazza Roma – Modena











Un Battiato straordinario ha illuminato di arte una Piazza Roma stracolma a Modena il 28 luglio. È la terza volta che vedo il grande poeta e cantautore dal vivo, ma certamente è stata la volta che ho apprezzato di più. Perché il maestro ha mostrato davvero tutte le sue vocazioni e sfaccettature: da quella danzereccia e giovanile, a quella meditativa e filosofica; da quella ironica e ardita, a quella emotiva e trasognante… il tutto con una qualità musicale altissima, classica e sperimentale allo stesso tempo. Iniziamo con la splendida scaletta: 29 pezzi per 2 ore di musica eccezionale:

 
1. Up patriots to arms
2. Auto Da Fé
3. No time no space
4. Un’altra vita
5. Tra sesso e castità
6. Il cammino interminabile
7. Il Ballo Del Potere
8. Shock in my town
9. Inneres Auge
10. Gli uccelli
11. Segnali di vita
12. J’entends siffler le train
13. La canzone dei vecchi amanti (la chanson des amants)
14. Povera patria
15. Prospettiva Nevsky
16. Le aquile
17. La cura
18. I treni di Tozeur
19. La stagione dell’amore
20. L’era del cinghiale bianco
21. Voglio vederti danzare
22. Summer On A Solitary Beach
23. Cuccurucucu
24. Magic Shop

1’st encore
25. L’animale
26. E ti vengo a cercare

2’nd encore
27. L’addio
28. Stranizza D'Amuri
29. Centro di gravità permanente

Il maestro ha attaccato con il pezzo che dà il nome al tour “Up patriot sto arms”: un pezzo non recente ma assolutamente attuale a mio parere, che ha subito dato la parola chiave per interpretare tutto il concerto: rock! Dietro un Battiato assolutamente disinvolto, musicisti davvero dotati: pianoforte, tastiera e suoni, basso, chitarra, batteria e quartetto d’archi (3 violini e una viola). Già al secondo pezzo “Auto Da Fè” il pubblico era pronto a ballare. Va detto che la partecipazione del pubblico è stata straordinaria durante tutto il concerto. Poi pezzi splendidi uno dopo l’altro: la raffinata e affascinante “No time no space” da “Mondi lontanissimi” che trasmette un’idea splendidamente eterea della realtà; “Un’altra vita” che partendo dall’intimo racconto del quotidiano insegna come a volte si deve davvero cambiare la propria vita per stare davvero meglio; “Tra sesso e castità”, un pezzo che ho sempre adorato: parla di rimpianti e dell’eterna lotta fra la purezza mistica e il bisogno umano di piacere emotivo e sessuale; “Il cammino interminabile” in cui si affronta l’innegabile rapporto che lega corpo, mente e spirito in tutto il percorso umano… Osservare Battiato sul palco è straordinario perché oltre a cantare, fa contemporaneamente il “direttore d’orchestra” dei suoi musicisti, agitando le mani e facendo segni sfuggenti. Poi “Shock in my town” che ha sempre una potenza incredibile con i suoi suoni potenti e decisi! Per questo tour è stata scelta una coreografia molto semplice ma efficace: 8 specchi opachi posti dietro il palco su cui si riflettono i diversi colori delle luci. Momento topico con “Inneres Auge” in cui Battiato osa criticare le opinabili pratiche della classe politica dirigente attuale, ottenendo una vera propria ovazione! Dopo la filosofia pura di “segnali di vita” (il tempo cambia molte cose nella vita…), ecco uno dei momenti più intimi del concerto: la raffinata canzone francese “J’entends siffler le train”seguita da “La canzone dei vecchi amanti” (cantata metà in francese e metà in italiano). E poi “Povera patria” che per me rimane uno dei pezzi più belli mai scritti sul nostro paese perché, pur nella sua amarezza estrema, dà ancora una sottile speranza per cui vale la pena lottare: nei 150 anni dall’Unità, questo pezzo ha ancora più valore e penso che il pubblico di Modena abbia ben compreso ciò. Un breve appunto sul look del maestro: è sempre uguale ma sempre elegante ed attuale; sul palco lui mi ricorda un viaggiatore inglese in giro per le colonie britanniche dell’India a inizio ‘900, con doppiopetto e camicia appena visibile sotto la giacca. “Prospettiva Nevsky” è uno dei miei pezzi preferiti: mi ha sempre dato un grande calore, proprio quello che serve per sopravvivere al gelido inverno russo! Poi con “La Cura” ha esordito con un’ironica benedizione a tutto il pubblico, senza paura di scandalizzare qualche ben pensante. E dopo “I treni di Tozeur” non è mancata un’ilare ma sottile polemica sulla gestione della tv pubblica, attraverso il racconto di un vecchio aneddoto. Il concerto si è chiuso con i pezzi più “danzerecci” che hanno portato gran parte del pubblico ad alzarsi in piedi e a correre sotto il palco ballando: “La stagione dell’amore”, “Voglio vederti danzare” e “Cuccurucucu”. E il maestro con “Magic shop” è stato anche in grado di prendersi in giro “C'è chi parte con un raga della sera e finisce per cantare la Paloma…”. Poi Battiato e i musicisti sono usciti, ma gli applausi scroscianti e i richiami di ogni tipo (una ragazza dietro di me ha urlato “Dai Franco esci, ci vai dopo a meditare!!”….) hanno “costretto” il maestro a ben 2 encores. Nel primo ci ha donato “E ti vengo a cercare”. Nel secondo una splendida recente ma ben poco conosciuta canzone “L’addio”: la forza nostalgica di questo pezzo poetico è straordinaria. Il tutto si è chiuso con “Centro di gravità permanente”. E io credo che il centro di gravità permanente della musica italiana sia proprio Franco Battiato con la sua arte assoluta!