giovedì 31 dicembre 2015

Pronostici













Le ultime foglie del rovo
dal rovescio biancastro
riflettono la luce decadente
mentre le lunga dita del sole
scrivono pronostici
tra le tegole spaiate
di un tetto abbandonato:
ma nell’utero della terra
il nuovo anno è già nato.

Buon 2016

lunedì 28 dicembre 2015

Into the sweet morning fog

Sapere che pochi metri al di sopra della mia testa, fin dall’altezza delle prima colline, c’è un sole stupendo, mentre io sono immerso nella nebbia più fredda e grigia.. mi intristisce. È qualcosa che va al di là della banale questione climatica (smog a parte). Vedo questa situazione un po’ come fosse un metafora della mia vita oggi. Immerso nella nebbia con la consapevolezza che c’è il sole poco lontano da me. Mi chiedo come mai non sia in grado di raggiungerlo. Eppure ho provato e sto provando tante strade diverse per raggiungere queste fantomatiche colline. Ma non ci arrivo mai. E rimango qui, ad osservare un cielo sempre uguale che a volte ha lievi variazioni di luminosità, abbastanza da fare intendere una possibile apertura che però non arriva mai. E allora vorrei essere come quelli che non si accorgono nemmeno di essere in mezzo alla nebbia o sotto il sole: troppo intenti a raggiungere i loro piccoli o grandi obiettivi per potere notare un qualsivoglia contesto esterno. Oppure vorrei essere come quelli che soffrono per non essere al sole e che, percependone la vicinanza, lavorano abbastanza per poterlo infine raggiungere: per loro, lo spettacolo della nebbia che copre la pianura immensa, visto dall’alto, sarà straordinario e li ripagherà di ogni sforzo. Ma io non appartengo a nessuno dei due gruppi. Sono condannato a percepire il sole a un passo da me, senza poterlo raggiungere. E allora cammino senza direzione come una giovane volpe abbagliata dai fari di un'auto. Senza direzione non ci sarà nessuna meta. Solo una lenta caduta nella nebbia. Ma poi si potrà nascere di nuovo? “I am falling like a stone, like a storm, being born again into the sweet morning fog. D'you know what?”. 

Le parti in inglese sono tratte da “The morning fog” di Kate Bush

giovedì 24 dicembre 2015

The undisputed god
















I have got nothing to say
On this Christmas I’m a slave
Of the future and of the past
Both are prisons for a man

Don’t know why but I came
Among knives and among flames
I am injured and I am burned
By the hands and by the words

And I am not drunken and nor sober 
Into this Christmas not cold 
I’m a refugee even if I hope 
To find after or before 
 A new snug place and myself among 
People that make me feel… at home 

Land is sleeping on these days
While we’re hurrying without rest
Trying to catch what we don’t know
Like we forgot all the gods

Sun is looming among fog
Night is the undisputed god
And as always we’ve to find
Into ourselves the light

And I am not drunken and nor sober 
Into this Christmas not cold 
I’m a refugee even if I hope 
To find after or before 
A new snug place and myself among 
People that make me feel… at home 

Merry Xmas to all / buon natale a tutti

martedì 22 dicembre 2015

Luce apotropaica













Ho sbriciolato gli specchi
con la punta delle dita
su questa pianura immensa
conquistata dall’inverno.

Il freddo risveglia il senso
della luce apotropaica
che allontana ricordi cupi
e futuri paventati.

Appoggio le mie mani
sulla corteccia nuda
del mio cuore imbevuto
di malinconia bianca .

Solstizio d’inverno 2015

martedì 15 dicembre 2015

Some foam in the ocean











I have a future waiting
Somewhere for me
I know but in these long nights
It’s hard to believe

No more some grievances
But a diagnosis
The winter I have in front
Ripples my trust

In all that I have always thought to build
While all just some foam in the ocean seems

But time is just a puppet 
We have in our hands 
We can let it to lead us 
Or its rules we can bend 

Sometimes we become victims 
Only of ourselves 
We should be our soldiers 
Not only in defence 

And often I still observe
People around
Many of them seems to have
The truth found

I walk over the crumbles
Of past beliefs
And sometimes they can sting
My inner feet

I keep myself hidden from the winds so cold
But I am often reached by the coldest blows

But time is just a puppet 
We have in our hands 
We can let it to lead us 
Or its rules we can bend 

Sometimes we become victims 
Only of ourselves 
We should be our soldiers 
Not only in defence

mercoledì 9 dicembre 2015

Niflheimr *











Nella nebbia inseguo
i sentieri dei ragni
per non precipitare
negl'anfratti del nulla

In questo mondo a metà
i felini sono gli dei
passi leggeri sulla pietra
come monaci dell’assoluto

* Nella cosmogonia scandinava, il mondo della nebbia e del gelo, localizzato a nord. Anche confuso con la dimora dei morti, nel profondo abisso sotterraneo

lunedì 7 dicembre 2015

It doesn't suffice










In my heart it's always autumn
Through warm days and cold times
Tough I've buried all the emotions
It doesn't suffice

Almost evening as I'm having
My hot tea watching the clouds
My mind's in a thousand countries
 But I'm still here

So many things I've in my hands 
But they are always empty and 
I keep on inventing futures 
Without knowing why 

And I'm still different from all 
Or maybe it's only a way to 
Maintain closed the doors 
Believing I'm alone 

Oh what else I have to know 
Which kind of new religion 
To freed myself 
To achieve myself? 

My Life is a fireplace
Where there's not an easy flame
I catch carbon and some wood
With injured hands

So many things I've in my hands 
But they are always empty and 
I keep on inventing futures 
Without knowing why 

And I'm still different from all 
Or maybe it's only a way to 
Maintain closed the doors 
Believing I'm alone 

Oh what else I have to know 
Which kind of new religion 
To freed myself 
To achieve myself?

lunedì 30 novembre 2015

Venere appende il cielo












Venere appende il cielo dell’alba
sopra la finestra dell’est
la luce si riflette obliqua
accanto ai piedi del letto vuoto:
sono in equilibrio barcollante
sul bordo affilato dell’inverno.

mercoledì 25 novembre 2015

Some fathers will control from the grave


Di te ormai ricordo pochissimo. Sono passate così tante vite da allora. Sono certo che tu nemmeno per un istante ti sei ricordata di me. Io, invece, oggi ti ho pensato spesso. Ho pensato improvvisamente a Berlino e al tuo sidecar in fuga dalle bombe. Non so spiegarmi come mai questo ricordo sia emerso dagli abissi della mia mente. Eppure un motivo ci sarà. La mente è così infinitamente complessa e non sappiamo davvero quasi nulla di lei. E mi sono stupito immensamente quando ho realizzato che ricordavo tutte le parole. Sai? Mi sono addirittura messo a cantare tornando a piedi dalla palestra. E ho sorriso aprendo la porta di casa mentre canticchiavo della fine ingloriosa della Repubblica di Weimer. E poi, inevitabilmente, mi è salita la nostalgia. Dopo così tanti anni è assurdo provare nostalgia. Ma non ho pianto. I miei occhi sono rimasti asciutti. Come il Gobi. “Some fathers will control from the grave. Ophelia, you must remember”.

 Le parti inglese sono tratte da “Ophelia” di Tori Amos

martedì 17 novembre 2015

It’s winter My God!











It’s winter My God!
I look for some love
To fight the cold

There’s an arctic blow
Over skin and bones
That I don’t want

Tough if it’s disappeared the sky
Covered by tons of fog and crimes
I can keep dreaming
More than before

And all the beauty of the life
Now it is naked at my eyes
It’s all essential
There’s no surplus

It’s winter my God!
I hear the sad hawk
Singing a song

It’s winter I know
The Rowan’s * adorned
So crimson

And that tree is the letter L
Said also “Luis” on ancient spell
It means protection
Against enchantments

So this season is also blessed
It’s time for us to have a rest
Inside the silence

We need to breath

It’s winter my God!
The coloured autumn
We will soon lose

* “Rowan” è il sorbo selvatico che con le sue caratteristiche bacche rosse (nella foto) colora l’inverno. Nell’alfabeto celtico degli Ogham, il sorbo è ditto LUIS e corrisponde alla lettera L; è collegato alla protezione contro i malefici.

domenica 15 novembre 2015

Crépuscule *












Il crepuscolo taglia in due la stanza
i miei occhi divengono laghi
i muscoli colline stanche
nel buio sono un corpuscolo
formula chimica dell’assenza.

* “Crepuscolo” in francese

lunedì 9 novembre 2015

Sussurro a Betelgeuse *












La nebbia è il respiro ancestrale
del serpente nero che taglia la pianura
i tuoi occhi emergono come zattera
nel mare indistinto di questa notte
ma sanno spezzare con un morso solo
la mia quotidiana fuga da me stesso
mentre osservo sul mio braccio sinistro
il riflesso sacro del cielo notturno.

(..Sussurro a Betelgeuse il mio segreto
senza che altre stelle possano sentire…)

* Betelgeuse è la seconda stella più luminosa della costellazione di Orione, dopo Rigel . È noto che l'antico nome sanscrito della stella era Bahu, che significa "il Braccio". 
L’immagine è presa dal blog http://thevagabondmoon.blogspot.it/

lunedì 2 novembre 2015

Have a look into the waters to see the Otherworld
















Have a look into the waters
To see the Otherworld
This ritual is forgotten
But it’s enough a blow
You’ll see the surface rippling
And under all the ghosts
Secrets are always hidden
In the simplicity

This day is to remember
The eternity exists
What we can see as the end
It’s only the begin
No matter if we’re busy
Among futilities
The immensity of the Faith
Sooner or later comes in!

I will prepare some cups
Of hot tea on my table
And then I will perhaps
Wait for some new neighbour
I know who I would want
To see with me really
But I am sure this hope
It will remain a dream

All Souls' Day 2015

domenica 1 novembre 2015

May be the ancestors did the same










Not so cold
In this late afternoon
It is called
Indian summer
And I know this light is the last one of the year
It makes me both blind and a clairvoyant

I am grown
But I remain a child
In this wood
My own self still I can find
After all this time I feel still inside the fear
Because of the grind of the opening doors here

The celebration of the death it is 
A celebration of the life indeed 
And all what I am doing today 
May be the ancestors did the same 

The time I’ve got everyday is more precious 
I’m losing it staying far from the nature 
And all that I have lost is keen 
To return through new forms to me 

I’ve never known
What my life is for real
I’ve looked for
Through lands and seas
And nobody can teach me the truth I need
But now I can be everyone on Samhain

The celebration of the death it is 
A celebration of the life indeed 
And all what I am doing today 
May be the ancestors did the same 

The time I’ve got everyday is more precious 
I’m losing it staying far from the nature 
And all that I have lost is keen 
To return through new forms to me 

Good Samhain 2015!

giovedì 29 ottobre 2015

L’esprit doit remplacer le sang












Ce n’est pas une question de liberté
Ce n’est pas un jeu de fraternité
Nous sommes enfants cherchant un frère
Nous sommes des rêves sans rêveurs

Je vois le monde dans cette prospective
Qui n’est pas quelle j’avais choisi
Mais je peux voir seulement des guerres
Sans entente nous sommes marionnettes

Nous avons tué les espérances 
De comprendre nous-mêmes vraiment 
Je cherche moi-même mais je suis perdu 
Dans les rues que j’avais connu 

Oui ceci est pour moi le moment 
Dans il faut d’avoir un changement 
Avant qu'il ne soit trop tard 
L’esprit doit remplacer le sang 

Et l’Europe ne peut être pas seulement
Un château entouré par des hauts murs
La terre n’est pas une propriété
C’est la langue sacrée des divinités

Nous avons tué les espérances 
De comprendre nous-mêmes vraiment 
Je cherche moi-même mais je suis perdu 
Dans les rues que j’avais connu 

Oui ceci est pour moi le moment 
Dans il faut d’avoir un changement 
Avant qu'il ne soit trop tard 
L’esprit doit remplacer le sang

mercoledì 28 ottobre 2015

Sangue rappreso di Dio

















La terra è il sangue rappreso di Dio
v'affondo le mani antiche di strega
e sento il respiro sotto le unghie.

Satana osserva sui rami ormai spogli
sorride di vita mai vissuta a pieno
piange di preghiere urlate nel bosco.

domenica 25 ottobre 2015

Clusters of knots












I think my real life
Starts always with autumn
When the west wind opens wide
The window

I see on your face
Your constant attempt
To find out from yourself
Your truth

What if we stop to fight 
Rising the white flag 
What if we clear our mind 
Only praying 

Yesterday we have climbed 
Mountains of frights 
Now evoke the sun to dry 
All our cries 

You say it’s not mine
The fault for the failures
I am sewing on my skin
Like you

May be you are right
We’re clusters of knots
Made by forces much stronger
Than us

What if we stop to fight 
Rising the white flag 
What if we clear our mind 
Only praying 

Yesterday we have climbed 
Mountains of frights 
Now evoke the sun to dry 
All our cries 

Nella immagine un “khipu”, manufatto Inca composto da una serie di corde annodate fra loro, il cui significato è ancora da chiarire completamente.

sabato 17 ottobre 2015

La via lattea si nasconde
















La via lattea si nasconde dietro gli abeti
la notte avanza con passi da coyote
io scordo le stelle tra muscoli infeltriti
mentre la noce non s’arrende all’autunno.

sabato 3 ottobre 2015

Line towards autumn
















My path is a straight
Line towards autumn
Already are far the
Last days of summer

My days are just a
Constant running
Sometimes what I need
Is only to stop

And I would like this stop could be forever
But I don’t know the meaning of “forever”

Where is going to my life 
I really don’t know 
Will I be able to arrive 
To somewhere I would? 
The future is obscure 

I have wasted so much time 
That I’ve lost the count 
The amends yes have been paid 
Further any bound 
But I’ve not gained a future 

I like to think that

All the decay
Autumn will bring
Could lit a flame

Inside my deep heart
To make me able
To face the darkness
And to birth again

And I would like this birth could be forever
But I don’t know the meaning of “forever”

Where is going to my life 
I really don’t know 
Will I be able to arrive 
To somewhere I would? 
The future is obscure 

I have wasted so much time 
That I’ve lost the count 
The amends yes have been paid 
Further any bound 
But I’ve not gained a future

mercoledì 30 settembre 2015

Livre de pierre *
















Ora che la luce s'assottiglia a ovest
i miei occhi si bagnano d'asfalto osseo
ingoio nodi di esistenze trafitte
e mi sento precario come le nuvole.

Affondo le labbra nelle radici folte
dove ho lasciato la vita attendere
l'infinito ritorno nel profondo cosmo
descritto dai sapienti sul libro di pietra.

Amiens, Picardie, France - 29 settembre 2015
Nella foto la cattedrale di Amiens
* in francese "libro di pietra"

lunedì 14 settembre 2015

My Dharma teaches me















When I will find myself
That it will be the day
I will invite my few friend
To share a banquet of faith

The lines on my face
Suddenly are making sense
Cause all the time passed before
Will be blessed by all the gods

Goodbye goodbye I’ll say that time
To my sad ego almost died 
I'll cross the line of truth to find 
Myself among clusters of lies 
A new way, it’s a new way 

What have you done to lose our hearts 
Along the paths of fear so far? 
We’ve to deny what we have done 
Before we understand our task 
A new way, it’s a new way 

My Dharma teaches me
Life comes out from killing
The ego that’s devouring
All the best features of me

Goodbye goodbye I’ll say that time 
To my sad ego almost died 
I'll cross the line of truth to find 
Myself among clusters of lies 
A new way, it’s a new way 

What have you done to lose our hearts 
Along the paths of fear so far? 
We’ve to deny what we have done 
Before we’ve understood our task 
A new way, it’s a new way 

* “Legge cosmica” in lingua sanscrita

lunedì 7 settembre 2015

Ho visto foglie camminare










Ho visto foglie camminare
con passo crepuscolare
verso un ovest attonito
alcova del Dio silenzioso.

Nell'interstizio capillare
dischiuso dal dialogo muto
tra il giorno e la nottata
ho intravisto l'infinito.

giovedì 3 settembre 2015

Keep your eyes on her horizon

A volte, durante i lunghi pomeriggi passati davanti a queste vetrate opache, mi chiedo se il cielo appoggi effettivamente sull’orizzonte o se riesca galleggiare da solo nel vuoto cosmico. E soprattutto mi chiedo cosa sia questo orizzonte che attrae irresistibilmente i nostri occhi. E se su quella mitica linea esista effettivamente un passaggio per un altrove. Per andare al di là di questo mondo che spesso mi appare così stretto e soffocante e altrettanto spesso mi appare immenso e irraggiungibile. E io? Io riesco a galleggiare da solo oppure mi appoggio a qualcosa d’altro? A qualcuno, a un’idea di me stesso, a un’aspirazione, a un dolore, a un passato, a un futuro. Cosa sono io se ridotto all’essenziale? Chi sono davvero nel profondo, senza alcuna sovrastruttura? La risposta sta sempre nel concetto di orizzonte. L’orizzonte di me stesso è la mia essenza, il punto di intersezione fra la mia vita e la mia essenza. E forse è per questo che l’orizzonte mi sembra sempre così lontano. Ma devo sempre continuare ad osservarlo. “Just keep your eyes on her, keep don't look away, keep your eyes on her horizon”. 

Le parti in inglese sono tratte da “Carbon” di Tori Amos

domenica 30 agosto 2015

Estate in dormiveglia
















Estate in dormiveglia
siccità di parole
la luna piena negl’occhi
di gatti neri nel campo.

Son il residuo dei sogni
della luna trascorsa:
feroce è l’abbandono
d’aspettative tradite.

venerdì 21 agosto 2015

Wind of age










The Sun and the Rain for My birthday
 And I am here as always
Cause I know the Land can heal myself

I forgot the paths of knowledge
I randomly walk as I'm foolish
But I know the Land still can heal myself

I become my father 
And sometimes my mother 
Wind of age leaves always me alone 

While I go on waiting 
For new ways of praying 
You have promised me ages ago

Where does It dwell the Shekinah *
Perhaps in the place we have left apart
Tough we know the Land can heal ourselves

I become my father 
And sometimes my mother 
Wind of age leaves always me alone 

While I go on waiting 
For new ways of praying 
You have promised me ages ago 

* Nell’ebraismo la presenza di Dio nel mondo materiale 

19th August 2015, my birthday 
Nella foto: San Pellegrino in Alpe, Lucca

lunedì 10 agosto 2015

I can look your God right in the eye

Le foglie cadute già stanno correndo sull’asfalto, in questo angolo remoto di Appennino, dove l’autunno arriva sempre prima. Mi sento così partecipe della loro caduta e della loro corsa verso l’inevitabile fine che le attende. Inizieranno le piogge e del loro rigoglio estivo non rimarrà nemmeno la polvere. Invece, guardandoti accendere una sigaretta sul tavolino del pub di sempre, nel tardo pomeriggio di questa piovosa domenica, vedo la vita. I tuoi progetti, il tuo entusiasmo nel raccontarli, il nuovo mondo in cui stai vivendo e che ti piace così tanto, hanno creato una persona nuova in soli due anni. E la cosa più straordinaria è che stai trasformando anche i fantasmi del passato in carne palpitante di vita. Mi sento ferito quando mostri, con il tuo atteggiamento egocentrico, di non capire il mio stato mentale di confusione e decadenza totali. Ma so bene che dall’alto si fatica a vedere chi è solo un puntino lontano sul fondo della valle. Ci siamo scambiati i ruoli così tante volte in questi anni che non so più chi di noi due sia il pazzo, chi di noi due non riesca proprio a trovare un senso, chi si stia prendendo gioco dall’altro. Ma oggi mi sembra tu un senso ce l’abbia, eccome. “I'm not sure who's fooling who here, as I'm watching your decay”. Seguo I tuoi discorsi, le tue citazioni importanti, il tuo passare da una disciplina all’altra con estro e noncuranza, come un vero intellettuale, e capisco che le tue parole hanno convinto il mondo intorno a te e anche te stessa. Non sei più la donna che conoscevo. Ora sei capace di guardare il mio dio negli occhi, ma io non posso fare altrettanto. “You give me yours, I'll give you mine, cause I can look your God right in the eye”. Niente più benzodiazepine nel tuo mondo, solo una bandiera di vittoria che svetta finalmente sulla montagna che hai conquistato. “Like a flag on a pop star on a benzodiazepine”. E io? Io ho sprecato così tante occasioni e ho buttato via il meglio di me: è giusto che stia a guardare la tua ascesa con orgoglio e la veda come un monito di chi sarei potuto essere. “A change of course in our direction, a dash of truth spread thinly”.

Le parti in inglese sono tratte da “Pancake” by Tori Amos
Nell’immagine: Kānherī-guhāh (Maharashtra, India), dal blog http://junaid-bhat.blogspot.it

venerdì 7 agosto 2015

Il fiume non lo sa
















Ho buttato via un mese
Fra i discorsi e le attese
E adesso che non ho più il tempo
Già vedo intorno a me un deserto

Sì, declina l’estate
Nelle sere offuscate
Da notti sempre più precoci
E dentro da pensieri atroci

Il fiume non lo sa che 
Anche io scorrerò 
Senza ritornare mai 
Da te 

Il fiume non lo sa e 
Forse neanche io lo so 
Se davvero tornerai 
Da me 

Ho intravisto un futuro
Tra le crepe del muro
Che taglia proprio in due il mio mondo
La maschera e ciò che nascondo

Devo attendere il tempo
Per partire nel vento
Ed arrivare dove il suono
Da solo può creare l’uomo

Il fiume non lo sa che 
Anche io scorrerò 
Senza ritornare mai 
Da te 

Il fiume non lo sa e 
Forse neanche io lo so 
Se davvero tornerai 
Da me

giovedì 6 agosto 2015

Do something pretty while you can


Da due giorni penso a quello che mi hai detto l’altra sera. Dopo che l’ennesima delusione ha distrutto l’ultimo della lunga serie dei nostri progetti. Hai detto che ti senti come un foglio bianco ora. Tutto si è cancellato. Tutto è stato cancellato. E ora sei nella condizione di potere inventarti di nuovo da capo. Mi ha stupito il modo propositivo con cui hai affrontato la situazione. Anni di lavoro inutile per non raccogliere mai nulla. È così umiliante sentirsi usati e vedere altri andare avanti con idee così evidentemente infime, rispetto alle nostre. Vedere che c’è chi con poco lavoro ottiene tanto e chi invece, come noi, si rimbocca in continuazione le maniche per avere sempre le mani vuote. Sentire intorno a te il dilagare di una banalità disarmante che quasi soffoca. Eppure, di fronte a tutto questo, tu riesci a sorridere e a dirmi che ti senti come una pagina bianca, pronta per essere di nuovo scritta. Sei così giovane e penso che se ti arrendessi ora sarebbe uno spreco immenso. Il tuo talento rischierebbe di finire dove sta finendo il mio, in un cassetto polveroso. Sì perché io sto purtroppo reagendo alla sconfitta totale in un altro modo. Mi sento una pagina completamente coperta di segni e di lettere. Su cui non rimane nemmeno lo spazio per una piccola Yod. Mi sento ferito e senza più alcuna voglia di espormi. E credo sia venuto il momento di ritirarmi nel mio mondo di creatività personale. Nel quale ogni espressione di ingegno ha un solo destinatario: me stesso. Una sorta di dialogo solipsistico fine a se stesso. Sarò in grado di ritornare in quel mio mondo adolescente che più volte ho tentato di abbandonare? Devo esserlo, siccome il mondo esterno mi ha rinnegato più e più volte. Eppure sento che dovrei fare qualcosa, fino a quando ne sono in grado. Qualunque cosa porti bellezza nella mia vita. “Do something pretty while you can, don’t be a fool, reading the Gospel to yourself is fine. Do something pretty while you can, don’t be afraid, skating a pirouette on ice is cool. Do something pretty while you can, don’t fall asleep, driving from California to New York”. Ci sarà sempre qualcosa a riempirmi le mani, il cuore e la mente. Anche se questo mondo è fatto per gli uomini. E non per noi, bambini figli di sogni troppo grandi. “Call me a prophet if you like, it’s no secret: you know the world is made for men, not us”. 

Le parti in inglese sono tratte da “We Rule The School” by Belle&Sebastian 
Immagine tratta da https://www.flickr.com/photos/steinle/

mercoledì 5 agosto 2015

Il tatto dei santi












Il sole distilla le lacrime
della menta selvatica
su questo crinale esposto
ai punti cardinali
il pianto invade le narici
e arriva al mio cuore
stanco di costruire città
su fondamenta fragili.

Vorrei avere il tatto dei santi
osservare il mio corpo sciogliersi
divenire terra, acqua e cibo
e i muscoli preghiere possenti
per superare le mura immense
erette dalla mia mente ostile
in mezzo fra la terra e il cielo:
la morte sa donare salvezza.

Nell’immagine: uomo musulmano che prega il Fajr, la prima delle 5 preghiere della giornata. Dal sito http://themuslimvibe.com

martedì 4 agosto 2015

The past is like the summer











The dark in the full summer
Suddenly erases my mind
As I had lost another
Good period of my life

The breath of autumn is not so far as I have thought
And all the plans need always more time than what I had hoped

So let me see my face on
The surface of your eyes
I am another person
But with the same old crimes

And looking at the sky so stormy I feel once again
As the great poet that never really can use his own pen

Will I be one day free? 
Will I be one day me? 
Out of all the hopeless road 
Far from all the “You should go” 

Is there at least one good thing 
I have gained among the dreams 
That I’ve seen falling apart 
Year after year? 

The past is like the summer
When we think of it still
Cause everything is after
Just better than during

And I go on having sunbaths as I really believe
That the sun can erase all the cold inside I feel

Will I be one day free? 
Will I be one day me? 
Out of all the hopeless road 
Far from all the “You should go” 

Is there at least one good thing 
I have gained among the dreams 
That I’ve seen falling apart 
Year after year? 

Immagine dal blog Therewillneverbeanotherelijahcandelaria

lunedì 3 agosto 2015

La nuova attesa













Nel luogo in cui la grandine
ha sterilizzato il suolo
tu mi parli di nuova vita
proprio nel giorno del raccolto.

Condividiamo solo il sangue
in questo tempo così misero
eppure la tua nuova attesa
rende disarmato il mio cuore.


Nell’immagine “In the rain” di Steve Hanks

sabato 1 agosto 2015

Damien Rice, 30 Luglio 2015, Castello Scaligero, Villafranca

Un immenso Damien Rice la sera del 30 luglio nella bella cornice del Castello Scaligero di Villafranca. È appena uscito il nuovo album dopo tanti anni “My favourite faded fantasy” in cui il talentuoso irlandese non cambia per nulla il suo modo di scrivere e il suo sound, ma rimane questo rapporto viscerale con la sua musica che lo rende unico nel panorama dei cantautori. È stato un concerto in cui lui è stato sempre solo sul palco: l’essenza più profonda e pura del termine “monoband”. Damien ha cantato e suonato più di due ore senza pause e ha incantato una platea immensa con la sua arte che continua a sgorgagli direttamente dal cuore. La sua voce e la sua chitarra, con un po’ di effetti elettronici che hanno inframmezzato i lunghi momenti acustici, sono state le protagoniste indiscusse della serata: o meglio, l’intreccio fra le due ha creato una magia che ha lasciato tutti senza parole. Dopo una dolcissima apertura con “Delicate”, ecco la bella ballata “Coconut skins” che ha fatto subito capire che Damien aveva anche voglia di far divertire, oltre che di fare sognare. È infatti ecco arrivare la divertente ma pungente “Woman like a man”! Poi siamo entrati nel nuovo album con uno dei pezzi che per ora mi piacciono di più:”Long long way” che secondo me è una perla di saggezza. Ed ecco arrivare i pezzi che hanno fatto da colonna sonora alla mia giovinezza: “Amie” (che ho cantato sottovoce perché il pubblico veronese è assolutamente silenzioso e composto, a livelli quasi imbarazzanti) e “Volcano” per la quale ha fatto salire dal pubblico una ragazza dalla voce molto potente ma, secondo me, per nulla adatta al pezzo (molto meglio Lisa Hannigan!). Poi la title track dal nuovo album “My favourite..” che devo dire dal vivo (come spesso capita con Damien) è davvero molto meglio. Poi la bellissima “Elephant” seguita da un pezzo che personalmente amo molto cantare e sento molto mio: “I remember”. “The greatest bastard” dal nuovo album è molto intimistica e poi dal vivo il suo inglese risulta ancora più meravigliosamente comprensibile. Poi la chicca “The Professor & La Fille Danse”, un b-side che mi piacque un sacco dalla prima volta in cui lo sentii. E infine dal nuovo album “It takes a lot to know a man” che ha terminato con un lungo strascico strumentale e corale, saltando da una parte all’altra del palco per attivare nuovi suoni, tanto che alla fine davvero sembrava incredibile che un solo uomo potesse fare tanto! Bella ed essenziale anche la scenografia: dietro al palco semplici luci e la parete del castello illuminata di rosso. Dopo una brevissima uscita, finalmente il pubblico veronese si è svegliato e… tutti sotto il palco a cantare tre tormentoni in fila: “Cannonball”, “9 Crimes” e “The blowest daughter” con cui il nostro elfo della musica ha salutato un pubblico estasiato. 

Incredibile che sia già la terza volta che recensisco Damien sul mio blog: 2007 e 2012 !

venerdì 31 luglio 2015

Just to sway











All the world is the same
And we’re here just to sway
From Jerusalem to L.A.
Over pleasure and despair

We are crumbles of the gods
Between genetics and love
And nobody really knows
Where we come from and we go

Sorry but the time is going 
And there’s no way back 
I can only find a place 
Where I can hide myself 

While people try to show 
They are eternal 
I can understand I am 
Just a blow of wind 

I can see that around here
Sun is covering the fields
And I really want believe
That God do the same for me

Sorry but the time is going 
And there’s no way back 
I can only find a place 
Where I can hide myself 

While people try to show 
They are eternal 
I can understand I am 
Just a blow of wind

giovedì 30 luglio 2015

Long way to go to lose your friends


Erano circa due anni e mezzo che non ci incontravamo. Te ne sei andato dall’altra parte del mondo, dove il sud è nord e il nord è sud. Ed effettivamente hai completamente capovolto la tua esistenza. Sei partito solo e con una vita spezzata, alla ricerca di qualcosa che nemmeno tu conoscevi bene. Sei tornato con una moglie e un figlio. È incredibile come la vita di un uomo possa cambiare così in fretta. Ma è ancora più sconvolgente il fatto che tu non sia cambiato. Sei sempre lo stesso. Per cambiare davvero ci vuole un tempo più lungo, forse, indipendentemente dagli avvenimenti. La strada è sempre lunga per arrivare dove davvero si vorrebbe. Altrettanto lunga è la strada per rialzarsi quando si cade e per ritrovarsi quando ci si perde. "Long long way to the top, long way down if you fall, and it's a long way back if you get lost”. Eppure tu non sembri esserti perso, anzi sembra davvero tu abbia trovato ciò che cercavi, come se inconsapevolmente sapessi bene quello che cercavi. Sembra che, ora che hai una famiglia, tu riesca a vedere il tempo in modo più distaccato. Con una consapevolezza quasi zen. La fine del tempo è lontana e non è poi così facile perdere davvero una persona. Infatti noi siamo qui, ancora a parlare, intorno al tavolo dello stesso pub, dopo tutto questo tempo e tutte le novità nella tua vita. "Long way out to the end, long way to go to lose your friends”. E mi chiedi se ci sono novità nella mia esistenza. Ma io ti rispondo di no, perché le mie news sembrano infime al confronto delle tue. Siamo abituati a pensare che le vere novità siano i grandi sconvolgimenti nella vita, ma io penso che sia il lento cambiamento interiore l’unica vera innovazione nell’esistenza di un uomo. Ma è così difficile spiegarlo. E ti chiedo se pensi di ritornare stabilmente in Italia con la tua nuova famiglia. Non ora, dici, forse più avanti. "But you say: Not now, maybe later…”. 

Le parti in inglese sono tratte da "Long Long Way" di Damien Rice

lunedì 27 luglio 2015

Soltanto acqua santa
















C’è soltanto acqua santa
al di sotto della pelle
le ferite son preghiere
di nuova benedizione.

Il torrente sa specchiarsi
nel cielo fitto di alberi
io assaporo con le labbra
 il dolciastro vento del sud.

venerdì 17 luglio 2015

Belle and Sebastian, 12 Luglio 2015, Ancona – Mole Vanvitelliana


I Belle&Sebastian hanno da più di un decennio un potere molto forte su di me: la loro musica, i loro testi scanzonati ed ispirati, il loro stesso modo di presentarsi visivamente… sanno tirare fuori il meglio di me. Mi sanno ringiovanire e mi fanno pensare che non ci sia un vero limite anagrafico alla giovinezza dell’anima. Forse perché ho imparato tanto dai loro testi e ho cantato per anni le loro canzoni, proprio in quel periodo in cui da ragazzo stavo diventando uomo. Comunque sia da allora li seguo e cerco di sentirli anche live tutte le volte che posso. Questa volta è stato ad Ancona, nella suggestiva cornice della Mole Vanvitelliana, un ex lazzaretto che in pratica è un’isola nel mare accanto al porto della città. Prima del loro concerto, una bella sorpresa con l’esibizione della cantautrice Maria Antonietta, davvero una voce e una grinta interessanti. I Belle&Sebastian si sono esibiti con la solita carica, come fossero ancora ragazzi, pur se tutti ultra quarantenni. Stuart ha saltellato per il palco tutto il tempo e ci ha deliziato con la sua eleganza spensierata. Io ho apprezzato moltissimo i pezzi “vecchi” che sono impressi ormai nel mio dna: “Seeing other people”, “Get me away from here I’m dying”, “The State I Am In”, “I'm a Cuckoo”, “Sukie in the Graveyard”, “A Summer Wasting”,…. Ho provato una emozione particolare ascoltando pezzi che non mi aspettavo mai di sentire dal vivo come “Piazza, New York Catcher” e soprattutto “A Century of Fakers” e “Dog on Wheels”. Molto carina e ironica la nuova canzone “”Perfect Couples”: le coppie perfette non durano mai! E poi tutti a ballare sul palco con “The Boy with the Arab Strap” e “Legal Man”. Stuart ha anche parlato molto. Ha espresso solidarietà al popolo greco. Ha parlato dell’Etna in Sicilia e di quanto lo impressiona il fatto che sia in pratica sempre in attività: pare abbia sposato una donna di origine siciliana e quindi sia spesso nella nostra bellissima isola… insomma anche questo concerto si può tradurre in una sola parola: empatia!

giovedì 16 luglio 2015

Jacaranda












La sconfitta ha una sola nota
non è bemolle né diesis
solo un tonfo indifferente
di cuore nella palude.

È l’estate che scivola via
trattenendo il respiro
è l’immobilità deforme
dei fiori di jacaranda.

martedì 14 luglio 2015

L’orizzonte scompare










Il mare è il cielo in attesa
della futura ascensione:
mi tuffo tra le nuvole di spuma
e l'orizzonte scompare
nella preghiera delle onde.

giovedì 9 luglio 2015

A ear of wheat











The silence of the ancient house
There’s nothing to compare about
My infancy is all closed here
Even if I’ve forgotten it

But still I can’t believe my eyes
The landscape when sunset arrives
Seen through these little square windows
It gives to the heart a pillow

So let me complete my life as a circle
Starting from here, these walls are so handsome

It’s only in this connection
Between past and the present
I can feel myself really a man

The summer is just started now
The cornfield is gold as God’s mouth
I want to be a ear of wheat
To understand how does it feel

So let me complete my life as a circle 
Starting from here, these walls are so handsome 

It’s only in this connection 
Between past and the present 
I can feel myself really a man

domenica 28 giugno 2015

Semplicità elettrica













Semplicità elettrica:
caldo del fuoco
freddo dell’acqua
la preghiera del corpo
l’omaggio del nord

Muscoli nella luce
immensa della notte

Jätkänkämppä – Kuopio (Finland)

lunedì 22 giugno 2015

Quando Dio ci osserva












Quando Dio ci osserva
l’angolo è acuto
come quello della luce
dall’abbaino ovale
della biblioteca.

Tra questi libri
costruisco il sogno
immateriale
della mia fuga
dall’ostilità.

E intanto di lontano
osservo il cielo
appoggiarsi silenzioso
sull’orizzonte
esterrefatto.

domenica 21 giugno 2015

The summer as a present













No rain just for a day
The promise for today
Without asking other things to my God

Please let me go astray
With no kind of complain
And give the summer as a present

I have lost all my prayers
Among multiple faces
And now I cannot find new paths

But every time the rain
Can stop here for a day
I am so grateful, it’s a prayer?

martedì 16 giugno 2015

The umpteen stupid dream












I drink some water here from the rain
Running outside far from the blame
I am still waiting for myself
While all my dreams I’m trying to bend

Summer seems always to be erased
And friends are so far from what I face
What else I can take from the past?
And from this body I detest?

People die when they admit that 
It is all a lie 
From morning to night 
With no exit 

Tell me I can break the mirror 
And see me outside 
In another time 
To start to be 

He said I am really amazing
Smiling in a way I‘ve never seen
In front of ceiling of compact disks
But it was the umpteen stupid dream

People die when they admit that 
It is all a lie 
From morning to night 
With no exit 

Tell me I can break the mirror 
And see me outside 
In another time 
To start to be

giovedì 11 giugno 2015

Schiavi iliaci
















L’insonnia è la forbice
che taglia il mio corpo
poi distende la pelle
sulla mente esacerbata.

È mortaio dell’anima
pesta e distrugge
i sogni grattugiati
dai miei occhi appesi.

Ma gli schiavi iliaci
percorrono instancabili
ogni centimetro di senso
che mi separa dalla vita.

sabato 6 giugno 2015

Agiografia











Il fumo galleggia immobile
un metro sopra al prato
per celebrare l’avvento
dell’estate esplosa

disegna i contorni
delle anime intrappolate
e solletica i corpi nudi
gonfi di sangue e voglie

ma la luna si nasconde
fra le foglie del noce
proprio accanto al nido
agiografia della vita.

domenica 31 maggio 2015

Indeterminatezza













Ho visto le nuvole osservarmi
al di là della vetrata curva
come per chiedermi perché
io abbia smesso di volare

Ma io resto nel buio scheletrico
dell'indeterminatezza
dove il passato è prospettiva
e il futuro ricordo lontano

sabato 30 maggio 2015

Suddenly autumn










Suddenly autumn is come back
Tough it is almost June in my Land
And I have left the hope
To reach some kind of goal
For now

Also the Land sometimes can wait for
A better moment and keep the boat
Some more time in harbor
Before letting it go
Away

While in the past rain was my mother 
Now I need Lands with sun and flowers 
It is a change I can’t deny 
I feel it so deeply inside 

So when the summer will be here
All my sadness should disappear
As sun could really dry
The bad thing I’ve inside
To me

While in the past rain was my mother 
Now I need Lands with sun and flowers 
It is a change I can’t deny 
I feel it so deeply inside

mercoledì 27 maggio 2015

Shift the curtains










Shift the curtains
There are dimensions you don’t know
Wind is blowing
It is the best way to wander
Where you want

You have said
You deserve a good life from now
‘cause your past
Can be described as a black hole
Only suffering

But is there a life 
Outside of our mind? 
We’re only connections of synapses? 
The soul is our chance 
To esc from the fence 
And to understand who we are really 

I can’t await me for more 
I need to know 
I can’t await me for more 
I need to know

You have built
So many lives that’s almost hard
Also for thee
To disentangle yourself
among them

But is there a life 
Outside of our mind? 
We’re only connections of synapses? 
The soul is our chance 
To esc from the fence 
And to understand who we are really 

I can’t await me for more 
I need to know 
I can’t await me for more 
I need to know

lunedì 25 maggio 2015

Placebo, 20 maggio 2015, Arena, Verona


Dunque, innanzitutto entrare all’Arena di Verona è sempre una bella emozione di per sé. Per me è la seconda volta dopo tanti anni. Sapere che quel luogo da più di duemila anni è deputato ad accogliere spettacoli fa sentire dentro qualcosa di forte, come un soffio di immortalità! Se poi si aggiunge che sul palco sale uno dei gruppi che hanno scritto il rock degli ultimi vent’anni e che io personalmente amo dall’adolescenza… beh allora il gioco è fatto: emozione pura assicurata! È stato un concerto davvero eccezionale: ho visto tanti loro concerti e anno dopo anno sembra proprio non perdano lo smalto. Se dovessi mettere in evidenza un vero cambiamento che ho notato al concerto in Arena è questo: i Placebo si sono addolciti. Non tanto nella musica – sembra rock e graffiante – ma nell’effettivo atteggiamento sul palco. Brian in particolare si è profuso di “grazie” e “grazie mille” (in italiano!) e ha dialogato in varie occasioni con il pubblico, cosa MAI avvenuta: di solito è una macchina nel cantare e suonare ma in generale ha un atteggiamento sprezzante e comunque del tipo “io sono sul palco, voi no”, tipico di certi tipi di old style rock. Invece all’arena ha detto un sacco di cose! Dal classico “che bello essere in un luogo così meraviglioso” al quanto mai azzeccato “il rock si fa in piedi, alzatevi da sedere!”. Ed è proprio quando ha detto ciò che è davvero iniziato il concerto! “B3”, “For What It’s Worth” e “Loud like love” sono stati i primi tre pezzi, ma fino al quarto mitico “Every You Every Me”, già cantato da tutti a squarciagola, c’era qualche problema di bilanciamento della voce e non si sentiva benissimo. Poi invece è andato tutto alla grande. È stato più un “the best of” che un concerto per presentare l’ultimo lavoro. Ho ascoltato bellissimi pezzi storici come “Twenty Years”, fatta probabilmente per festeggiare i loro vent’anni di carriera. E ancora “Special Needs”, “Meds”, “Special K”, “The Bitter End” e “Song to Say Goodbye” che forse è il mio pezzo preferito. Splendida la cover di Kate Bush “Running Up That Hill (A Deal with God)”! fatta nel bis. E il concerto si è chiuso dopo poco meno di due ore con “Infra-red”. Molto bravi tutti i musicisti ma ovviamente gli occhi sono stati tutti puntati sui due membri storici, lo zoccolo duro dei Placebo: Brian Molko dalla voce inconfondibile e Stefan Olsdal, il bassista, definito durante il concerto da Brian “The Queen of Sweden”… e non aggiungo altro! E devo dire, come appunto finale, che ho molto apprezzato gli splendidi effetti psicadelici degli schermi dietro al palco! Placebo are the real rock of the future! @PLACEBOWORLD

domenica 24 maggio 2015

Il sangue insegna












In questi giorni
cosparsi di petali
e di nidi caduti
il sangue insegna
debolezza sacra
e umanità fragile:
la superbia gigante
deve farsi piccola
attraversare la cruna
dell’ago appuntito
della preghiera.