lunedì 30 luglio 2007

Adesso che il vento del nord


Adesso che il vento del nord
è giunto ad illudermi
sedicente inseguo
gli autunnali orgasmi
della mia ermetica mente

Crocifiggo implacabile
il mio nuovo desiderio:
disperato rincorro
l’antica vaga purezza
tra rovi d’argento sepolta

martedì 17 luglio 2007

The you I knew is fading away

Vorrei capire, credimi, davanti a questa enorme finestra infuocata, perché. Perché il racconto della tua vita mi lascia sempre disteso a terra. Perché la tua voce che legge la tua straordinaria biografia ha il potere di uccidermi. Chi sei? It started as a joke just one of my lucks to see if somehow I could reach you so I swam onto your shores through an open window only to find you all alone. Ripenso alle mille serate ghiacciate disperse nella provincia, alla mia inconsapevolezza di me stesso, alle risate piene di dolore dei nostri occhi incrociati. Ripenso alle giornate di sole fra le montagne medievali, al tuo sogno di fermare il tempo col potere delle parole, al mio sogno di affogare nella giovinezza non vissuta, senza crescere. Ripenso alle settimane inglesi: noi due distrutti dalla gioia accanita e dall’estasi incosciente accanto a cieli enormi e cornici di legno. Ripenso a noi, suicidi per l’ennesima volta. Questa volta per davvero, questa volta per sempre. Il ricordo non mi basta per rispondere. Chi sei, ora? Now it seems you're slipping, out of the land of the ravine. Ascolto le tue parole, spremute fuori da una bocca mai conosciuta davvero e filtrate dall’etere. Il tuo tono arde superbia sconosciuta ma sempre temuta. Desideri io sappia che la tua Polonia è stata invasa ma che hai respinto i nazisti, una volta per tutte. Dici che ora puoi andare in giro a testa alta perché da sola hai trionfato sul male. Hai trionfato anche su di me. Io che ho sempre avuto più di te ma che ho le mani sempre più vuote delle tue, ora come non mai. Devo ammettere a me stesso di essere immensamente ferito. Dal tuo racconto e dalle tue parole. I am not immune to you and find me there and yet I won't go even if he, your heart only beats once and switch you on my friend, pull you from that wreckage but only you can fight against these. Cosa vuoi dirmi di te? Cosa posso capire in cinque minuti della Rivoluzione Copernicana della tua vita? Il nulla invade la mia anima, il nulla del mio essere quello che sono. Di fronte al tuo nulla che ha saputo generare qualcosa e quindi, per definizione, nulla più non è. Capisco di esserti estraneo, tanto quanto tu lo sei per me. Ma se fai uno sforzo ti ricorderai chi sono. Take a closer look, just take a closer look at what it is that's really haunting you. Il passato non conta, non ha più valore, di fronte all’immensità della nostra distanza. I ricordi stanno già assumendo un significato nuovo: esemplari soprammobili per la tua nuova casa. Verrò certamente a vedere come li hai sistemati. Se non scompariranno prima, assieme a te. Well I fear there's only so much time ‘cause the you I knew is fading away Fading Fading Fading away.
(Le parti in inglese sono tratte da "Digital Ghost" by Tori Amos)

lunedì 16 luglio 2007

But I'm a creep

But I’m a creep, I’m a weirdo.What the hell am I doing here? I don’t belong here.
(“Creep” by Radiohead)

Oggi lavorare è difficilissimo. Ad ogni 5 minuti di “concentrazione lavorativa” corrispondono venti minuti di “divagazione mentale”. Ultimamente, ma non solo, mi pare di buttare via il mio tempo quando mi trovo in questo vecchio ufficio. Cosa ci faccio qui? Forse questo discorso rientra nella questione discussa qualche post più in alto: dove sta andando la mia vita?

Oggi mi sono perso a visionare alcuni altri blog. Mi sono scoperto curioso della vite degli altri. Ho ammirato la loro capacità di scoprirsi nudi, senza ermetismo, senza artifici letterari di sorta. Ho scoperto persone che parlano di se stesse senza avere timore di apparire quel che sono o, meglio, avendo una idea molto precisa di cosa vogliono essere davanti agli altrui occhi. Sì perché questo è fondamentale per riuscire a parlare di sé senza perdere tempo ed energie ad alzare muri e barricate. Ho fatto molti passi ultimamente verso me stesso: ho colpito a colpi di mannaia alcune delle mie corazze, ma sono ancora protetto dagli occhi indiscreti delle persone.

Oggi mi sono reso conto – ancora una volta - che io sono una persona veramente ermetica e questo blog lo dimostra. Parlo certamente di me, ma sembra non dica nulla di me. Mi nascondo dietro la metafora di me stesso. Ci sono certamente cose che vorrei dire ma che non ho il coraggio di dire. Altre cose sono ancora in fase di costruzione nella mia mente, e in questo senso non possono essere ancora formulate a livello verbale. Eppure non sono certamente più un adolescente. Mi è tutto chiaro. Immensamente chiaro.

Oggi avrei voluto commentare molti dei blogs che ho visitato. Alcuni, devo dire, scritti veramente bene. Ma non l’ho fatto. Mi chiedo perché. Mi rispondo: sapevo cosa dire ma non volevo dirlo. Infondo, perché il mio parere dovrebbe interessare ad uno sconosciuto? Inutile poi indagare il motivo per cui il mio blog rimane vergine da commenti: non interessa. Non interesserebbe nemmeno me quindi non soffro minimamente per questa cosa. In fondo non ho aperto un blog per ricevere commenti.

Oggi, come sempre, sento le mie mancanze rimbombare nella mia testa e nel mio cuore. Le sento urlare contro di me e la mia incapacità di superarle. Ho visto le scale ma non riesco a salire al piano superiore. Rimango a terra.

venerdì 13 luglio 2007

Giorni senza numeri



Sono giorni senza numeri:
le ombre e le luci copulano
mentre l’abaco di Dio brucia in un falò

Non ho sentito le tue grida
oltre la tenda dai ricami viola:
ogni vita fugge di fronte all’assenza

giovedì 12 luglio 2007

Incognito




Come fumo lotto
per non dissolvermi
nella luce sfacciata
del mattino brillante

Nel nulla ostile,
dimensioni nuove:
urgenza d’esistere
sovrasta l’incognito

giovedì 5 luglio 2007

Nel vento




Ma lo senti il vento?
Risalire il pendio e baciarmi
come tu non puoi fare
leale nell’eterna infedeltà
pronto a infrangere
qualunque atavica sicurezza

Sottili le lame che hai donato
feriscono il corpo e il cuore
senza provocare nuovo dolore
ma soltanto sibilando nel vento

martedì 3 luglio 2007

Clessidra Ubriaca


Sono qui a enumerare
i sospiri e i singhiozzi
della clessidra ubriaca

Bevo dalla sua stessa fonte
vino acido di canfora
che scivola dalle mie labbra

Romperò il vetro opaco
che mi divide dall’istante
delle nuove rivelazioni

Con te sto bene... ma niente di più.

“Con te sto bene ma niente di più”. È una frase che ho letto da qualche parte, non ricordo più dove. E devo ammettere che ricalca esattamente quello che provo in questo momento verso di te, verso di noi. Sì, ti penso, spesso (come non potrei?) ma non sei il mio primo pensiero e, a dire il vero, nemmeno l’ultimo. Spesso vedo i tuoi occhi pieni di ingiustificato affetto osservarmi.. e mi chiedo perché non posso ricambiare lo stesso sguardo.. perché sono incapace di trovare dentro di me questi sentimenti immensi.. sono sterile.

“Ti voglio bene”, mi dici con insistenza. E vorrei tanto, credimi, risponderti “Anch’io”. Ma non ci riesco… e anche se lo facessi dal tono capiresti la mia incertezza, la mia insicurezza.

Eppure mi cullo nel tuo dolce affetto. Nei tuoi sguardi. Nelle tue carezze. Nei tuoi baci. Nel tuo forte abbraccio. E in questo sta la mia debolezza: sono un uomo fragile che si mostra invece al di sopra degli umani affetti.

Questa notte è stata infinita. I pensieri mi hanno assalito come sciacalli feroci lacerando il mio animo rifugiato in un angolo del cuore. Avrei voluto tu mi fossi accanto, stringerti forte. Ho desiderato la tua presenza fisica nel mio letto. Sono dunque egoista al punto da desiderarti solo quando il mio dolore è troppo forte perché io possa portarne da solo il peso?

Non ho paura tu possa leggere queste righe (per quanto credo sia una cosa improbabile), perché tu sai perfettamente cosa sta sotto i miei silenzi e dietro le mie non risposte.

Tu sei il presente, non conosco e non voglio conoscere il mio futuro.

lunedì 2 luglio 2007

Vita

Ho corso tutto il weekend. Ho riempito la mia mente di milioni di stimoli omo ed etero riferiti. La mia vita è ormai troppo complessa per essere definita con questo termine femminile singolare. “Vita”.. che termine problematico… potrei contestare ogni possibile definizione del termine “vita”. A volte mi piacerebbe avere invece una definizione certa di questo dono che tutti in teoria abbiamo, in quanto esseri umani. Una definizione univoca che io possa utilizzare come meta regolativa in senso Kantiano…che produca sorta di azione stimolatrice sull'intelletto.. io faccio quello che faccio perché so che “devo” andare in quella direzione.. Perché sì, ultimamente (negli ultimi 26 anni………) mi sembra di procedere piuttosto a caso. Cerco di raccogliere tutto quello che posso, ma non so effettivamente cosa fare di tutto questo materiale.. cosa sto costruendo effettivamente? La risposta è: non lo so. E questa risposta ha il potere di angosciarmi. Forse dovrei semplicemente non chiedermi dove sto andando ma mi risulta impossibile. Eppure non posso nemmeno dire di vivere seguendo il mio istinto puro e semplice. Ogni passo che faccio, giorno dopo giorno, è comunque ponderato e basato su un ragionamento. E allo stesso modo, a posteriori rifletto su quello che è successo e cerco di collocarlo nella mia storia, come per cercare un senso. Ma non lo trovo. Mi sento come se stessi costruendo un puzzle da millenni: continuo ad incasellare tessere ma non appare nessun disegno.

Cosa mi aspetto dunque? Di leggere un senso improvvisamente? Attendo che un significato arcano compaia di sorpresa una notte e dia senso a tutti i precedenti anni? Agli sbagli e agli abbagli? Attendo un messia che mi riveli cosa di buono ho raccolto? O attendo solamente un po’ di pace?

Sono troppe cose e non sono niente. Il nulla e il tutto nella mia vita sono la stessa cosa.

A volte cerco di risolvere la questione con dei paragoni. Paragono la mia vita a quella degli altri e spesso trovo nella loro vita quel qualcosa che fa intuire una direzione. Mi pare che le persone che mi circondano stiano comunque seguendo un percorso: cadono, si rialzano, procedono più o meno lentamente, si feriscono… ma comunque sono lungo il loro cammino…il LORO. E quindi vivono una loro vita, dotata di un senso, più o meno claudicante, ma pur sempre un senso.

Io invece? Forse sto vivendo troppe vite. Vite di altri che mi ispirano per un certo periodo di tempo e poi non più.. colgo ciò che mi interessa e poi.. passo oltre. Facendo così passo da un pianeta all’altro e non ho fissa dimora.

E quello che più odora di ipocrisia e che mi permetto di dare consigli ad altri. Io che non so dove andare. Io che affronto i miei problemi veri o presunti con un po’ di finta poesia e con un paio di giorni di depressione a letto. Eppure quando si tratta della vita di altri, so suggerire e so stupirmi per l’estrema saggezza che sembra trasparire dalle mie parole.

Una cosa è certa: non si può vivere per inerzia. Spinti da una forza vitale inconscia di origine naturale o divina che sia.

Noi e soltanto noi dobbiamo trovare le motivazioni squisitamente soggettive per cui vivere ha un senso.