venerdì 30 ottobre 2009

Presagio


Il tempo evapora
dalle crepe apocrife della Terra:
ventre malinconico dell’eternità

Come fumo m’accosto
al cielo, distratto e bianco amante
di questa gravida desolazione

È il presagio sottile
della fine
e del principio
di tutto.

giovedì 22 ottobre 2009

Il vento non aspetta


Il vento non aspetta l’inverno
per spegnere i colori
e rendere gotico
il cielo

E lavo le mie mani impure
in questa malinconia
apatica sovrana
d’autunno

domenica 18 ottobre 2009

Can't be skeptical


Today I am proud
Just because I found
In this autumn there is still some summer

Yes it’s cold around
But the sun is out
High there in the sky as in the summer

And I see the gods blow
And then suddenly fall
And I can make a knot
Between eternity and my hopes

I can’t be skeptical
I’m more than what I know
Time is not an assault
It’s just a lane to reach some growth.. inside our souls


To breath I’m allowed
Without any count
Consciousless my spirit can survive

And even if a cloud
Could cover the sky now
Anywhere my prayer would arrive

And I see the gods blow
And then suddenly fall
And I can make a knot
Between eternity and my hopes

I can’t be skeptical
I’m more than what I know
Time is not an assault
It’s just a lane to reach some growth.. inside our souls

lunedì 12 ottobre 2009

Alieno


E mi chiedo perché
Ogni sera è così
In attesa di me?
In attesa di chi?

Io mi esercito a mentire, più chi sono non so
Posso solo presagire, il futuro che avrò

E mi chiedo se è
Causa la società
O non so vivere
Non so come si fa

Otto ore di Passione, e nessuna Eternità
Deprimente conclusione, senza sesso né età

E mi racconterai di te?
Tu che hai messo a morte l’anima
Tu che hai oscurato il sole, in te
Non può esserci un perché
Per un mondo ostile e sterile
Per decidere di vendere, anche te

Ormai sono le 3,00
Quel che resta ora è qua
Qualche traccia di me
Che non ho perso già

Dopo mille sere aride, un alieno sarò
Un esecutore abile, senza più alcun “però”

E mi racconterai di te?
Tu che hai messo a morte l’anima
Tu che hai oscurato il sole, in te
Non può esserci un perché
Per un mondo ostile e sterile
Per decidere di vendere, anche te

(ma in fondo siamo tutti uguali, miseri ed eccezionali, nelle vite artificiali…)

mercoledì 7 ottobre 2009

Tori Amos, 30 settembre 2009, Roma, Auditorium Parco della Musica

Il concerto di Tori a Roma è stato certamente per me l’evento musicale dell’anno. Forse uno dei più bei concerti della mia vita. L’Auditorium Parco della Musica è un luogo strano, fuori dal tempo: le tre sale dall’esterno sembrano tre astronavi atterrate in mezzo al parco. Dentro, la Sala Santa Cecilia appare anche più anomala con questi enormi pannelli di legno che rivestono le pareti e il soffitto. Purtroppo sono arrivato troppo tardi per incontrarla al meet & greet , come avevo fatto a Firenze nel 2007. Peccato! Non avevo un posto molto vicino al palco (solo fila 18 della platea ahimè) ma in compenso in quel punto l’acustica era molto buona, anche se non perfetta. Tori è arrivata alla 9,30 p.m. in punto: splendida e in un look decisamente più sobrio rispetto al tour precedente, quello delle Posse Dolls. Ho apprezzato questo ritorno alla sobrietà estetica. Aveva una sorta di vestaglia con una fantasia a scacchi, aperta sulle gambe, coperte da pantaloni stretti madreperlati. Tori è naturalmente sensuale: non ha senso che si sforzi di apparire o di esserlo di più. Veniamo alla musica! L’ho trovata davvero in gran forma, sia vocalmente, sia al piano: nonostante si parli molto del calo delle sue performance negli ultimi anni, devo dire che a Roma ha dimostrato di non essere affatto da meno rispetto al suo glorioso passato, e soprattutto di essere pienamente cosciente delle sue capacità. La serata è partita con “Give” e la sua atmosfera un po’ cupa che mi piace moltissimo: solo dopo il pezzo ha salutato. Poi “Pancake”: non è il mio pezzo preferito da Skarlet’s Walk ma mi ha sorpreso live con un finale incredibile. Poi due dei singoli più conosciuti “Cornflake Girl” e “Crucify” che hanno infiammato il pubblico e che secondo me sono state eseguite con trasporto impeccabile. Crucify l’ha fatta in una versione molto particolare, tanto che all’inizio non l’avevo riconosciuta! Poi “Beauty of Speed” e “Jamaica Inn”, devo dire davvero piacevoli. “Concertina” è un pezzo che mi piace ma live, a mio modesto parere, non ha reso molto. Invece ho adorato “Your Cloud” che può sembrare un po’ soporifera in versione live, ma per me è una vera preghiera alla vita e alla serenità: sentirla dal vivo mi ha un po’ rimesso a posto l’anima e mi sono davvero sentito grato. “Fire to Your Plain”, dal nuovo album, non mi fa impazzire: live è meglio ma rimane il fatto che non mi colpisce molto. Poi ecco un terzetto di pezzi eccezionali dal mitico album del Choirgirl Hotel: mi ha stupito ed emozionato moltissimo con “Hotel” (live è una bomba!), “Spark” e “Playboy Mommy”. Cosa chiedere di più di pezzi splendidi interpretati splendidamente? Dopo la band è uscita e Mrs Amos è rimasta sola con il suo Bosendorf per il Lizard Lounge. Ed è arrivato il momento più bello della serata: Tori mi ha stupito con una eccezionale “Gold Dust” voce e piano e mi ha fatto piangere. Sì, mi è successo raramente di piangere a un concerto. Ma questo pezzo significa moltissimo per me e lei lo ha suonato e cantato in modo impeccabile e con una carica emotiva straordinaria. Un momento magico. Splendida anche “Cool on Your Island” appena dopo, sempre con solamente lei al piano. Appena dopo è tornata la band. Altri bei momenti con “Pretty Good Year” (ma quanto è bella?) e “Siren”. Poi “Fast Horse” dal nuovo album: dal vivo è molto più carina. E l’immancabile “Precious Things” che mi aspettavo ma che mi è piaciuta. Poi la baraonda musicale di “Strong Black Vine” che ha avuto un po’ il gusto della follia e quindi mi ha preso (nonostante il pezzo non sia niente di chè). Dopo 2 ore di musica senza pausa, Tori è uscita un minuto. Ma è tornata subito con due elettrizzanti encore e tutto il pubblico (io mi sono precipitato!) in delirio sotto il palco. “Raspberry Swirl” e “Big Wheel” si sono trasformati in una festa di chiusura in cui tutti si sono divertiti, lei in primis: da sotto il palco ho visto dalle sue espressioni, quanto lei stessa ami suonare questi pezzi apparentemente meno intensi! Peccato solo che sotto il palco ci sia un’acustica pessima. Da vicino Tori mi è sembrata ancora bellissima, ma del resto dopo un concerto così, non poteva essere altrimenti: i miei occhi non potevano vedere alcun difetto! Grazie Mrs Amos per questa splendida serata. Grazie Tori per emozionarmi ed ispirarmi ogni giorno.