sabato 30 agosto 2014

The sacrifice of the old













Think just as it was the first time
On which I open that drawer

So full of memories, of past desires
It seems another life
I was may be worse or may be better
But I was always me

It is like when I open curtains
Behind them there’s a world of vastness

So many things, that I was able
To do and now I’m not
What have I lost, maybe I know
The skill to follow dreams

What’s happened to my temple 
Drenched in a smell so bad 
Past oracles and answers 
Seem so far to myself 

But I can pray in anyway 
That the past miracles return 
It’s not a matter of lost faith 
It’s the sacrifice of the old 

I have got the consciousness
To understand that in my hands

Can’t stay more than very few things
So something I’ve to leave
Every promise, every dream
Mean some letting go

What’s happened to my temple 
Drenched in a smell so bad 
Past oracles and answers 
Seem so far to myself 

But I can pray in anyway 
That the past miracles return 
It’s not a matter of lost faith 
It’s the sacrifice of the old

domenica 24 agosto 2014

Sinead O’Connor, 22 Agosto 2014, Santo Stefano di Magra – Area Ex Vaccari


È stata una Sinead O’Connor eccezionale quella che ho visto venerdì 22 Agosto a Santo Stefano di Magra. Appena seduti, mezz’ora prima del concerto la abbiamo vista accanto al palco “allenarsi”… come? Una specie di jogging sul posto.. semplicemente.. con jeans e camicia blu.. e il classico look rasato (niente parrucche come nella copertina del cd). Da subito l’ho vista molto in forma: dimagrita e assolutamente giovanile. Molto meglio di quando l’ho vista a Milano o a Genova le ultime volte. E vocalmente rimane unica e potente! Ha aperto il concerto con la splendida “Queen of Denmark” con cui ha messo a tacere gli ultimi chiacchiericci con la potenza vocale improvvisa che ha ammutolito tutti. Ed è stato subito chiaro che la “nuova” Sinead fa ROCK. Poi la divertentissima “4 th & Vine” con cui ha da subito invitato chi volesse a ballare sotto il palco. Poi il nuovo singolo molto orecchiabile “Take me to Church” e la potente “8 good reasons” sempre dal nuovo album, con cui ha chiarito che anche come song writer lei è ancora sul pezzo, eccome. Bellissima e forte da riascoltare “No man’s woman”, inno all’indipendenza e alla spiritualità femminili. Il singolo delizioso del penultimo album “The wolf is gettin married” non poteva mancare! Poi un pezzo che ha stupito: la nuova “Harbour”, profonda e viscerale. “In this heart” a cappella (prima sola poi con le voci di altri musicisti intrecciate) è stato per me il più bel regalo del concerto: non mi aspettavo un pezzo dal mio album preferito in assoluto, Universal Mother. “Nothing compare to you” non può essere saltata perché il pubblico la ama troppo. Altra bella sorpresa è stata “Thank you for hearing me” in cui la voce sale e sale e manda in estasi! Di nuovo due bei pezzi del nuovo album che ancora non ho ascoltato, rock con accenni blues: “The voice of my doctor” e “Dense water”: decisamente il nuovo album va preso. Dopo la vecchia ma attualissima “The emperor new clothes”, Sinead ha chiuso con “The last days of our aquietance”: chi ha chiuso una storia d’amore importante non può che sentire forte dentro questo pezzo. Poi un encore con due ultimi brani, eseguiti da sola e con il suo tastierista, “Kisses like mine” e “Street cars”, tratti sempre dall’album in uscita “I'm not Bossy, I'm the Boss”. Poi una sorta di ninna nanna a cappella per augurarci un buon sonno. E ci ha salutato. Una chicca: durante il concerto un ragazzo ha gridato a Sinead “We love you” e lei ha risposto “I love me too”… come biasimarla? Tra un pezzo e l’altro Sinead ha ringraziato moltissimo con dei “Thank you” sussurrati e ripetuti, tipo mantra. Questo è ciò che gira in testa mentre scrivo queste parole: grazie Sinead!

martedì 19 agosto 2014

My teeth are still sharp















Waning Moon into the sky
and I have no lies
no more no more no more

I confessed everything
In front of the sky
And now I am alone

But have you seen that my teeth are still sharp? 
And that my eyes can see still in the dark ? 
And leaving the old falsehood all apart 
I can start building once again my heart 

My heart is still young 
Or at least I can believe 
I can go still far 
Though I have passed by a new year 

Cause everyone of us
Has a lie to become
Is a lie to be loved

So if you know the name
Of that lie and say it
It will soon disappear

But have you seen that my teeth are still sharp? 
And that my eyes can see still in the dark ? 
And leaving the old falsehood all apart 
I can start building once again my heart 

My heart is still young 
Or at least I can believe 
I can go still far 
Though I have passed by a new year 

For my 34th Birthday 
L’immagine è tratta da https://moonfountain.files.wordpress.com

giovedì 14 agosto 2014

But if the summer's wasted how come that I could feel so free?



Quando guardo la città da qui mi sembra sempre di vedere il futuro. Con le sue luci sempre più numerose e le sue foreste di gru. E in queste sere d’estate, in cui i giorni iniziano ad accorciarsi in modo evidente, mi sembra bellissima. Vorrei che Dio vedesse questa terra con i miei occhi, stasera. Ne sarebbe compiaciuto. Questa Emilia che si ostina ad ignorare ogni catastrofe e ogni crisi, anche dinnanzi all’evidenza. Una conca circondata da colline erbose. Che nasconde millenni di cultura nei pozzi delle sue biblioteche antiche e nelle sue università pullulanti di testosterone. Io sono qui a sprecare la mia estate. Solo. Osservando il rosso del tramonto metastizzare il blu del cielo. E mi chiedo come mai, se sto vivendo in questo gigantesco spreco, mi sento così libero. E mi piace pensare che tutto andrà bene. Che la catena delle delusioni si spezzerà. E che il futuro sarà davvero luminoso come questa terra sembra essere stasera.  “Everything will be fine. I spent the summer wasting. The time was passed so easily. But if the summer's wasted how come that I could feel so free. I spent the summer wasting. The sky was blue beyond compare a photograph of myself”. Intanto la bruma della sera si mescola al sudore sulla mia pelle. E il vento porta odore di salvia selvatica.

Le parti in inglese sono tratte da “A summer wasting” dei Belle and Sebastian

mercoledì 13 agosto 2014

Belle and Sebastian, 8 Agosto 2014, Cesena – Rocca Malatestiana

Sono passati un sacco di anni da quando ho visto l’ultima volta i Belle and Sebastian. Era il lontano 2006 e ancora non esisteva nemmeno questo blog. Allora ero un ex neo-laureato ancora pieno di speranze e ora invece sono uno dei tanti nelle file dei delusi dal mondo del lavoro. Però la musica dei B&S è una delle costanti di tutti questi anni. Rivederli è stato un tuffo nel passato ma non mi ha preso la nostalgia. Stuart e la sua band di musicisti hanno ancora tanta voglia di divertirsi e di divertire, presentando i loro vagheggiati anni 70 fatti di ragazzi che escono da scuola e girano per i parchi della periferia di Glasgow raccontandosi storie. Per Stuart quello è un mondo da cui scaturisce una fonte di ispirazione infinita. Il concerto si è aperto con uno strumentale ("Judy is a dick slap") e subito dopo la divertentissima “I'm A Cuckoo”. Poi un pezzo del penultimo album che ho cantato per anni senza sosta perché è una di quelle canzoni che mettono sempre di buon umore: “Another sunny day”. Poi un pezzo vecchissimo che io adoro letteralmente e che mi ricorda tante passate lacrime: “Dog on wheel” (non me lo aspettavo, momento di commozione). Poi “I want the world to stop”: chi non ha mai voluto che il mondo per un attimo si fermasse? Poi “If she wants me” e la splendida ballata “Piazza NY catcher”. Poi il microfono lead vocal è passato al buon Steve che ha cantato la misconosciuta ma gradevole “Travelling light”. Poi “Suki in the grave yard” e “Mayfly” (pezzo esistenziale che amo molto). Poi “I didn’t see it coming” e “The wrong girl”: nel frattempo il caro Stuart, sempre saltellante e atletico, accompagnato da due donzelle scelte dalle prime file del pubblico, è andato a cantare e ballare sulle mura della rocca, esattamente davanti alla luna quasi piena! Momento topico con “The boy with the Arab strap”: altre ragazze dal pubblico chiamate a ballare sul palco con la band e tripudio di cori dal pubblico. Devo dire che in questo concerto mi sono stupito di quante persone nel pubblico conoscessero i testi: sono abituato ad essere uno dei pochi che canticchia! Poi “Legal man” e – a grande sorpresa – il primo singolo in assoluto dei B&S “The state I am in” che io considero un capolavoro della musica. Detto ciò la band è uscita e dopo una marea di applausi e richiami ci ha donato un solo encore: “Me and the major”. Devo dire che mi aspettavo un concerto più lungo. Inoltre con grande dispiacere devo ammettere che Stuart non era in gran forma vocalmente, o almeno così mi è parso. In compenso l’ho visto molto attivo, simpatico e interattivo. Comunque grandi B&S, grazie per avermi permesso di visitare il vostro mondo ancora una volta!

lunedì 11 agosto 2014

Ponte











La luna sposta le cime dei cipressi
il vento colora la notte di bianco.

Forse è la parola sacra
il vero ponte tra la terra
e il cielo folto di stelle:
la pronuncia è la salvezza.

Ci sono versi che non invecchiano
i millenni ne sono spettatori.

Veleia Romana - 10 Agosto 2014