mercoledì 29 settembre 2010

Tehomn *


Notte: binari fradici
(Dio può piangere su questo acciaio maledetto?)
Gocce oblique sul vetro
(può dunque il mondo capovolgersi davvero?)

ritorno da te
come se nulla
fosse successo

Non mi basta la promessa
d’una mia Palestina
per salvare il mio viso
dal più profondo abisso

* “Abisso” in lingua ebraica

domenica 26 settembre 2010

Ultimo


L’ultimo mare accoglie
i miei stanchi abbracci
naufrago stupito
di cristalli secchi

L’ultimo sole grida
i pensieri muti
sull’estuario cupo
dell’autunno nuovo

(L’ovest perfetto
taglia il tempo
cesoia nel cuore
di già gelido)

L’assenza è cera
rovente sugli occhi.
L’ultima eternità:
il mare tenta ancora
di toccare il sole

lunedì 20 settembre 2010

The last sheaf of the Land


Lookin’at my face, I’ve seen some changes
May be the autumn light, that everything could change

May be I’m afraid to keep my chances
In the same way I kept till now

The last sheaf of the Land in my hands
While my soul is losing its fertility

There’s a special pain but also some joy
In this turning point of identity

Autumn is the thanksgiving to me
The dimension to return


Where is the summer gone?
Where is the summer?
I feel I am alone
Without its power

And I can’t lie towards my soul
While the sun’s going into the dark womb

While the autumn grows into my eyes too
And the butterflies are dying in my room

Wind of autumn knocks at the doors of the blue
All we have to do is to open to the truth

Autumn is the thanksgiving to me
The dimension to return


Where is the summer gone?
Where is the summer?
I feel I am alone
Without its power

And I can’t lie towards my soul
While the sun’s going into the dark womb


Alban Elfed 2010

mercoledì 15 settembre 2010

Polvere di polvere


Dopo la pioggia
il cielo si specchia sempre
vanitoso d’infinito

E questo sole
d’estate agonizzante
sbiadisce il tuo sorriso

Cosa rimane
tra i miei respiri stanchi
e il mio ricordo di te?

Resti ancora
nel diluvio dei pensieri
in ogni istante di me

Come se fossi
la presenza incombente
tra la mia essenza e Dio

(sono polvere
della tua sacra polvere:
la luce riflessa di te)

domenica 12 settembre 2010

Rosh ha-Shannà


E così siamo nel nuovo anno, secondo la tradizione ebraica. Soltanto qualche giorno fa, luna nuova di settembre, era l’inizio del Rosh ha-Shannà, due giorni di preghiera intesa, al culmine della quale viene suonato lo shofar, il corno d’ariete il cui suono segnala i momenti-picco della vita. E mi interrogo su questa necessità umana impellente di trovare punti di inizio e di fine. Per rivalutare tutto da capo, continuamente. Una necessità che sento forte dentro di me, anche se non mi è chiara la sua origine. È come un processo continuo di autovalutazione in cui si cerca di trovare una spiegazione al cambiamento e di potere individuare cosa sia effettivamente cambiato in noi. Per dirlo secondo la tradizione cabalistica, che affonda le sue profonde radici nell’ebraismo, si cerca di unire Conoscenza e Vita per risolvere la dualità da cui l’umanità è perseguitata: comprendere come trovare Vita nella Conoscenza e Conoscenza nella Vita. Eppure in tutti i momenti di passaggio mi sento sempre così imperfetto e lontanissimo da questo equilibrio che penso possibile ma altrettanto inaccessibile alla mia persona. Come se mi mancasse la lezione fondamentale per capire. “Lesson in survival spinning out on turns that gets you tough, Guru books-the Bible only a reminder that you're just not good enough”. E penso a tutte le certezze perse lungo la strada e a come esse sbiadiscano dinnanzi a questo sole d’autunno così ferocemente delicato e malinconico. “You need to believe in something once I could in our love, black road, double yellow line. friends and kin, campers in the kitchen. That's fine sometimes but I know my needs my sweet tumbleweed, I need more quiet times by a river flowing…and the sun going down”. E penso che forse questa ricerca di sacro che attanaglia il mio presente e il mio passato, altro non sia che la ricerca di una dimensione perduta e mai più raggiunta. Forse occorre solo lasciarsi andare lungo questo fiume del tempo che ci scorre davanti e verso cui opponiamo inutilmente resistenza. Accettare la vita senza pretendere di conoscerla. E raccogliere i frutti dolci della nostra assoluta imperfezione. In ogni caso “Shannà tovà” (buon anno) a tutti.
Le parti in inglese sono tratte da “Lesson in survival” by Joni Mitchell

domenica 5 settembre 2010

Diaspora


Attraverso i confini:
sono ebreo cristiano ateo
sono specchio agnostico
su cui Dio si riflette

Oltre la parete d’edera
le sette fiamme brillano
senza memoria alcuna

5 settembre 2010 – Giornata Europea della cultura ebraica

mercoledì 1 settembre 2010

Pargod *


Scale bianche sui muri
stupiti di sole
l’acqua dipinge il mio mondo
di respiri folti.

Settembre rinasce nel sogno
mistico adolescente
davanti ai gradini
che sfiorano il cielo.

* In ebraico è una delle parole che sta per “cielo”. Nello specifico secondo la tradizione talmudica il cielo è considerato come diviso da diverse cortine, che portano nomi diversi. Da “dietro la cortina” “Pargod” si può osservare il mondo dall’esterno scoprendo quali sono le cose che stanno per accadere.