mercoledì 29 dicembre 2010

Consolazione


La pioggia insiste ancora
nel raccontarmi storie
mimandole sorde
con le sue mani bianche

e spezzo questa vita nuova
come vento dell’ovest
con denti feroci
di ricordo armati

io ti prego di non smettere
di mentire cinico
al figlio suicida
del mio ego esploso

ma nello specchio i miei occhi
mondi post-atomici
di inconsistenza
disarmano la voce

cerco la mia consolazione
nel tempo che albeggia
terra d’origine
porto cui approdare

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Cosa cercare nel nuovo anno se non Consolazione? Vi auguro un tempo nuovo in cui asciugare le lacrime al vento e affondare radici in un terreno nuovo e antico, come l’anima. Un abbraccio. Daniel

sabato 25 dicembre 2010

Regarde qu'est-ce que


La neige n’a couvert
Pas de larmes aujourd’hui
Je pense tout le monde
De Noël ne souviens plus

La pluie m’étouffe et je suis seulement une ombre
De qui j’ai cru d’être dans les années expirés

Je vois tout le vide
La vie a laissé avec moi
La chaise est vacant
Est mon cœur est encore froid

Le liberté est voir l’intérieur étreinte
Ce qui est le sens je voudrais donner à Noël

Regarde qu'est-ce que j’ai tué dans ces temps
Regarde qu'est-ce que j’ai découvert parmi moi et toi
Regarde parce que aujourd’hui j’ai la fièvre
J’ai perdu chaque jour un peu de chances


Je vois avec tristesse
toutes les maisons de la rue
Elles sont colorées
Avec des couleurs si fausse

Le Noël est le Diable pour ces qui ont vrais couleurs
Si que mes prières sont pour poètes et mères

Regarde qu'est-ce que j’ai tué dans le temps
Regarde qu'est-ce que j’ai découvert parmi moi et toi
Regarde parce que aujourd’hui j’ai la fièvre
J’ai perdu chaque jour un peu de chances

giovedì 23 dicembre 2010

Yeled *



Solstizio di luce sconfitta
e delle speranze risorte
crocifissa la luna nel cielo
oltre il nero oceano

Con le mie unghie ho scavato
il ventre pietroso della vita
ed ho raccolto la polvere
sacrosanta del cambiamento

E dentro la notte più lunga
dei secoli ormai passati
ho udito il pianto sommesso
del bambino della nuova luce

* “Yeled” singnifica “bambino” in ebraico. Il bambino “viene sempre alla luce” nel senso che viene dal buio del ventre materno. Ed è esattamente quello che accade nel ciclo della Terra durante questo momento così particolare: il Solstizio di Inverno. La luce nuova nasce nel momento di maggiore buio. Come succede a noi: il cambiamento avviene quando non abbiamo più speranza di cambiare. Questa volta abbiamo avuto un Solstizio di inverno molto particolare: la notte più lunga dell’anno ha coinciso con la Luna Piena e con un Eclissi totale (Non visibile in Italia ma in America). Cosa ha portato ciò? Abbiamo avuto la notte più buia da più di trecento anni. E se dal buio nasce sempre la luce, non ci rimane che attenderci un’alba incredibile. Vi auguro un inverno di luce nuova. Siate bambini!

giovedì 16 dicembre 2010

Galleggia la vita


Sulla morte galleggia la vita
come sangue nell’acqua più pura
spirali lente di fumo rosso
che tingono di gioia il nulla

Basta un soffio per rinascere
e una scintilla per sparire
noi: fragili come la bellezza
inconsistente della marea

lunedì 13 dicembre 2010

Dolore purissimo


Non ci sono le parole giuste
nemmeno il cielo le conosce
e neppure queste rose bianche
create da Satana nel Negev*
sanno descrivere il colore
di questo dolore purissimo

Forse un giorno un nuovo sole
saprà illuminare di nuovo
i nostri sorrisi di diamante

E sarà un sorriso unico.
Il nostro sorriso di anima.


*Il deserto del Neghev (in ebraico בנגב, "Negev") è una regione che si trova nella parte meridionale dello stato d'Israele

Nella foto: un tramonto sul Deserto del Neghev

giovedì 9 dicembre 2010

Lenzuola viola


Tra le tue lenzuola viola
fradice di gioia nuova
ho visto i denti aguzzi
di uno sciacallo sazio
accanto ai grandi occhi
grondanti d’acerbo miele

Vorrei sentire quei denti
strapparmi l’aride labbra
e leccare la dolcezza
con l’anoressica lingua
del mio cuore riciclato

L’antidoto silenzioso
del tempo disincarnato
rende i raggi del sole
cumuli di calcinacci

Nell'umiliazione buia
tra i sussurri notturni
la mia rivincita bianca

8 settembre 2010

mercoledì 8 dicembre 2010

Chanukkà *


L’ultima luce
delle 8 sorelle
preghiere di lacrime
che lavano i sentieri
vetrosi dell’inverno
e intonano canti
per i pochi cuori
che ancora ascoltano
il silenzio del cosmo

Come promesse mai proferite
come gli occhi di un bambino
che silenziosi ci osservano
dal cielo di madreperla

La luce è l'essenza della bellezza.


*Termina oggi la festa ebraica di Chanukkà ( = “Inaugurazione”: dedicata alla consacrazione di un nuovo altare nell’ultimo Tempio di Gerusalemme dopo la regalata libertà) che dura otto giorni, la sera di ognuno dei quali si accende una luce (lampada, candela; ecc)con determinate preghiere. Si chiama anche Chàg Haneròth (festa dei lumi) o Chàg Haurìm (festa delle luci). La lampada di Chanukkà è formata da otto lumi che devono essere tutti in fila, più uno, a sé stante, che è chiamato shammàsh (servitore); questo serve non solo per accendere tutti gli altri, ma anche per dare una luce in più di cui si può usufruire. Infatti, nell’accendere la lampada, si recita "Questi lumi sono sacri e non ci è permesso di servircene ma solo di guardarli, al fine di rendere omaggio al Signore per i miracoli e i prodigi e le vittorie da Lui operate".