venerdì 29 agosto 2008

Another day


Là in mezzo all’acqua la riva sembrava lontana centinaia di miglia. Come se nuotando verso est avessimo raggiunto un’altra dimensione. Solo nostra. Come se fossimo irraggiungibili. Tu e io. Come se avessimo finalmente sconfitto il tempo attraverso lo spazio. Perché l’unica dimensione fisica che contava era la distanza fra i nostri due corpi, sempre più esigua. E quel giorno la potenza delle onde ci incantava più dei nostri stessi sguardi, scambiati sotto il sole appena al di sopra della superficie dell’acqua. Ogni onda era una sfida del mare. Superarla significava ribadire il nostro potere e la nostra capacità di restare uniti. Fragili al singolare. Immensi al plurale. Una sfida di Eros contro Poseidone. E la lotta con le onde era divenuta un gioco. Noi due come bambini amanti. Che risalgono le radici della loro stessa umanità per ritornare ad essere l’essenza stessa e beata del gioco. Come a ricordarsi che la vita può essere anche questo. La spensieratezza di un momento. Solo il tuo sorriso e le onde di questo mare, travestito da oceano per l’occasione. E per la prima volta ho percepito l’inutilità delle parole. Io che le ho sempre idolatrate come dei. Inutili per spiegare il trionfo del cuore sotto quel cielo terso. E il senso di quel saltare le onde avvinghiato alla tua mano stretta intorno alla mia. In fondo questo eravamo: solo bambini nel mare, solo bambini nel vento. Non c’è colpa e non c’è biasimo in questo. Soltanto la vita pura cristallizzata nel presente. "Another day goes by, will never know just wonder why you made me feel good, made me smile. I see it now, and I, can say it's gone that would be a lie. Cannot control this, this thing called love”.

Le parti in inglese sono tratte da “Another day” by Lene Marlin

martedì 26 agosto 2008

You and me are floating on a tidal wave


Cadere sulle sponde di questo lago ogni estate non è divenuta una consuetudine. Rivedere gli stessi visi di sempre. Cambiati eppure identici. E provare questo senso di comunità per me così insolito. C’è qualcosa di magico in tutto ciò. Noi siamo perle opache cadute dal cielo sulle sponde melmose di questo enorme specchio d’acqua. Veniamo da luoghi diversi e lontani. Ma siamo capaci di incontrarci ogni anno in un punto. Come le direzioni cardinali. Ancora rimane un mistero capire come ciò sia possibile. La nostra forza risiede forse nel mondo fatato che ci siamo creati, parto della nostra fantasia e del rifiuto categorico di accettare una quotidianità insipida e sbiadita. Oppure il nostro potere sta nell’incrocio complice degli occhi, nel nostro sapere accettare i reciproci cambiamenti soltanto attraverso gli sguardi. O ancora la nostra energia nasce dal dialogo sempre vivo che cuce le nostre anime, parola dopo parola. Ogni anno qualcosa si rompe nelle nostre vite. E ogni anno ci ritroviamo qui per tentare di ripararlo. Parlando con la forza di chi ha voglia di raccontarsi nella rarità dell’amicizia. Noi soltanto sappiamo allontanare il mondo reale, tenendolo fuori da qui, pur se solo per qualche giorno. "Trying hard to speak and fighting with my weak hand driven to distraction so part of the plan. When something is broken and you try to fix it trying to repair it any way you can”. E non importa se i nostri discorsi scavino le profondità del pensiero, aliene ai più. O se invece siano leggeri come le risate di un bambino. Essi sanno comunque rafforzare l’amicizia, anno dopo anno. Come baluardo di fronte alla deriva inevitabile del mondo. Per qualche giorno perdiamo la nostra identità e siamo soltanto amici senza nome. “I´m diving off the deep end you become my best friend”. Davanti a questo tramonto sull’acqua, così incantevole dalla sponda est del lago, sento di essere parte di un’unica grande onda di marea: quella dell'immensa umanità che ci unisce. Ed è una sensazione straordinaria, come la vita stessa. "You and me are floating on a tidal wave...Together”. Davanti all’incertezza del futuro ci rimane solo questo, accettare la marea della nostra umanità. Quella che nasce dalla nostra condivisione di questi brevi ma sacri segmenti temporali. Quella che mi spinge a cantare su questi spazi sconfinati fra le montagne e il lago. “You and me are drifting into outer space...And singing”.

Le parti in inglese sono tratte da “X&Y” by Coldplay

mercoledì 20 agosto 2008

What I need most


I’m a soul scraping
The sky of a new world
There is no escaping here
Though I want

I’m a little seed
On a desert shore
Doesn’t matter if I
I will fall

Have I ever learned
What doesn’t mean to Love?
Have I ever earned
A moment of real Love?

My wheel has turned
Again over this road
What I need most
Is to learn how to grow

I am not waiting
Here to become old
I’m no more calling angels
They’ve not heard

And my words help me
In this difficult
Way full of obstacles
Life they call

Have I ever learned
What doesn’t mean to Love?
Have I ever earned
A moment of real Love?

My wheel has turned
Again over this road
What I need most
Is to learn how to grow

…I take my hand with my other hand
I can be my friend I don’t need an help…

sabato 16 agosto 2008

Is the Inspiration going to dry?


Alone in my terrace
Under sky of diamonds
I think of each passage
I have passed through and now
Is the inspiration going to dry
under the weight of the age and the time?

It sounds like a prayer
But it doesn’t mean to me
Nor a new cloth I wear
To show I am changed really
It’s the confirmation of my fear?
The growth sells the words to stop the tears

Yes all the defenses
Fall down without fenders
In front of the love in front of the sky
We’ve got little answers
The questions are hangers
But all that we can is to go on trying

I taste of a new flavor, as a new emperor!

My face on the mirror
Can’t hide needs of purity
No trace of past wisdom
Only time to smother me
And my consolation will be me
And my singing loud but silently

Yes all the defenses
Fall down without fenders
In front of the love in front of the sky
We’ve got little answers
The questions are hangers
But all that we can is to go on trying

I taste of a new flavor, as a new emperor!

martedì 12 agosto 2008

They tried to catch a falling star


Ho visto una sola stella. E non ho pensato a nulla. È caduta a nord est e l’ho seguita con attenzione, conscio della sua unicità. Ma non ho pensato a nulla. Soltanto che una stella stesse cadendo. E all’impossibilità di raggiungerla. Ovunque fosse arrivata, oltre l’oceano del tempo. “thinking that she had gone too far. She did but kept it hidden well until she cracked and then she fell”. E mi sono catapultato in cielo per capire quale potesse essere il mio vero luogo. Quello a cui appartenere per sempre. Ma il tuo respiro mi ha riportato a terra. Nel mio corpo sdraiato accanto al tuo su questo campo giallo, scuro di notte. E ho guardato i tuoi occhi senza poterli vedere, nell’oscurità. E ho sentito gli animali uscire dal bosco. E ho percepito la tua paura. E ti ho dato tranquillità. Io che non ne ho nemmeno per me. Il cielo sopra di noi corre verso direzioni sconosciute. E noi possiamo solo percepirne i riflessi nel continuo mutare delle nostre vite.Vorrei imparare la mia direzione, conoscere la mia guida. Avere la sicurezza di stare vivendo la mia storia. “If all the history is true she's gonna end up just like you. You made it to the other side but tell me who will be my guide”. Ma ogni cosa è costruita per essere distrutta e il nostro abbraccio di oggi potrebbe nascondere le ferite di domani. I punti del mio corpo che ora stai toccando saranno le fonti dalle quali sgorgherà il mio sangue. Dobbiamo essere pronti ad affogare nell’oceano su cui stiamo navigando. “They build you up so they can tear you down. Trust the ocean you'll never drown. Who is next? Who's gonna steal your crown? You'll see”. Eppure siamo caduti così tante volte. Come le stelle di San Lorenzo. Ma brilliamo ancora, in questa notte. Brilliamo della nostra triste consapevolezza. E della nostra voglia di non guardarci indietro. Indipendentemente da dove siamo precipitati. “I have learnt my lesson well. The truth is out there I can tell. Don't look back and don't give in to their lies and goodbyes”. Stanotte siamo caduti nello stesso luogo, accanto a questo grande albero, nella radura. E sotto questo cielo ci lasciamo trasportare dalla marea delle nostre coscienze. “Feelings come, feelings go”. E tu non hai visto quell’unica stella cadere a nord est. Io l’ho vista. Una soltanto. E non ho pensato a nulla.

Le parti in inglese sono tratte da "Northern Star" by Mel C.

domenica 10 agosto 2008

The sand in my bones


I’ve been a feather, so I know
What does it mean to, flow
As a ghost

My life is a screen, full
Of tears and smiles, too
That’s a truth

How can I want more?
The sand in my bones
Is trembling in this so hot summer
With no stop

How can I get more?
My head is a song
I’ve only to play to make falling
All my thoughts

The precious wind says all

And all the welter, I have known
It seems all melted, in this hope
Of living with no hope

I am shiver, or a boat
Sailing on this sea, all alone
The sun as the only goal!

How can I want more?
The sand in my bones
Is trembling in this so hot summer
With no stop

How can I get more?
My head is a song
I’ve only to play to make falling
All my thoughts

The precious wind says all

lunedì 4 agosto 2008

It pushed me like a tailwind


Su questo mare sto dimenticando chi sono. Perdo la memoria come un naufrago. Le mie radici affondate nella sabbia sono sradicate da piccoli uragani. L’unica certezza è l’assoluta incapacità di capire cosa mi stia succedendo. La totale incomprensione. “It came on like a hurricane and I don't understand.. It pushed me like a tailwind and I don't understand”. E la mia anima vaga nel vento lasciando il corpo libero di sentirsi unico nell’abbraccio col sole. Sono solo questo corpo steso su una terra esausta d’estate. Lanciato in questa lieve danza che è la vita. Senza direzione e senza tempo. “And it moved me like a slow dance still I don't understand”. Vedo i miei pensieri rotolare nella sabbia fino a raggiungere il mare. Insolente e instancabile nel suo movimento eterno. Li osservo con l’incuranza di chi riesce, per un solo istante, e vivere nel presente. Lascio il passato affogare, senza scuotermi di fronte alla sua agonia. Lascio il futuro camminarmi accanto senza raggiungermi né sfiorarmi. Con la pazienza e la purezza di ciò che ancora non è. “Hurricane, you pulled me out of the past and landed me in today. Hurricane, you pulled me out of the past and walked me into tomorrow”. Mi sento al centro del tempo e completamente al di fuori di esso. Spezzo con la mente le lancette dell’orologio. Ascolto il tuo respiro mescolarsi con il vento. Sento la tua pelle sfiorare la mia. Ti sento anche se non ci sei. Sei qui anche quando non ti sento. Vorrei tu fossi tutto quello di cui ho bisogno. Vorrei inginocchiarmi di fronte al mio bisogno di te. Affondare la ginocchia nella sabbia. Come per una preghiera di fronte al mare. “You're all that I could need and I'm falling on my knees”. Il desiderio di vita mi colpisce e mi uccide. Come fame siberiana mi fa tremare. E io muoio e rinasco senza essere sfiorato dal dolore. “…it killed me with the craving still I don't understand. It thrilled me to starvation and I don't understand.. still I don't understand…”. Perché l’importante è non cercare di capire.

Le parti in inglese sono tratte da "Hurricane" by Natalie Imbruglia

sabato 2 agosto 2008

Like the crops


I’ve got the time in this hot night to realize
I am a life trying to find something of right
Every moment’s right to change
And to write down a new page
There’s no passage I can use to escape, again

I have just left my preciousness into a nest
There I have met some my old patch to mend my legs
So I start again to run
Also again against the sun
‘cause the piano is so full of dust, again

So in this harvest night
I leave myself out in the garden
My thoughts are like the crops
I cut and pick them when they are ripe
I deserve this so much, I fill all of my lacks

My heart is a cornfield
When I can use my sickle down
I follow my deft heels
Turning me to the sacred sunset
I deserve this so much, I fill all of my lacks

I put hands over the Land and then I bend
Down oh myself to touch with head the element
May be the step made to fall
Or perhaps the one to grow
But the consolation is to live, again

So in this harvest night
I leave myself out in the garden
My thoughts are like the crops
I cut and pick them when they are ripe
I deserve this so much, I fill all of my lacks

My heart is a cornfield
When I can use my sickle down
I follow my deft heels
Turning me to the sacred sunset
I deserve this so much, I fill all of my lacks