martedì 13 luglio 2010

Sinead O’Connor, 8 luglio 2010, Genova, Porto Antico – Arena del Mare


Porto antico:
Genova riflette se stessa
sul rassicurante mare.
La stessa voce
d’intenti sacra:
Israele è l’Irlanda
Dublino Gerusalemme

Sinead è per me una madre. Artistica e mistica come davvero vorrei fosse una madre. Da sempre per me ha significato moltissimo. Fin dalla prima adolescenza, quando mi chiudevo in camera ad ascoltare la sua voce, celtica fin nell’essenza. E mi ha aiutato a capire una delle cose più preziose che ho: il senso del sacro. Sinead è cambiata molto fisicamente, dall’ultima volta che l’ho vista a Milano (al Teatro Smeraldo nel 2005) e in generale dal suo classico aspetto skinhead che l’ha resa un personaggio. A Genova si è presentata sul palco scalza, con capelli per lei lunghi, con un lungo vestito a fiori sulle sue forme rotondeggianti e con una grande croce al collo. Nessuna sensazione di celebrità, ma solo grandi musicisti: Steven Cooney, chitarrista australiano di origine irlandese, e il polistrumentista Kieran Kiely alle tastiere, flauti e chitarre. Eppure lei ha davvero fatto la storia della musica. Prima di aprire la sua splendida era mistica, durante la quale, per me, ha regalato al mondo alcune delle più belle preghiere mai scritte. Fede Amore e Spirito di protesta verso la società corrotta, intrecciati come in un triskel celtico. In breve la scaletta (certamente incompleta), che mi ha commosso, stupito, emozionato: ho pianto, ho cantato e ho pregato con lei.
1. Something beautiful: primo pezzo dell’ultimo album “Theology”: preghiera umile e splendida;
2. The healing room: Dio solo sa quante volte è stata la mia stanza della guarigione;
3. The emperor’s new clothes: critica potente dall’inizio degli anni 90, ancora rock come allora;
4. Whomsoever Dwells: altra splendida preghiera da “Theology”;
5. Never get old: splenida sorpresa, pezzo splendido dal suo primo album dell’87 “The Lion and the Cobra”, allora cantato con l’ancora quasi sconosciuta Enya;
6. You made me the the thief of your heart: un’esecuzione da brivido;
7. Dark I Am Yet Lovely: è un pezzo che io ascolto molto ultimamente, da quando mi sono avvicinato alla mistica ebraica: Sinead sa benissimo associare il celtismo con l’ebraismo senza alcuna contraddizione e io mi sento vicino sempre più a questo percorso... durante l'esecuzione del pezzo, con le luci si è formata una splendida stella di David dietro di lei...molto coreografica;
8. Three babies: denuncia sociale pura che ancora suona per le strade del mondo dove la povertà regna sovrana;
9. If you ever: pezzo splendido dedicato alla madre defunta:
10. I Am Stretched On Your Grave: ecco il climax del concerto, pezzo completamente a cappella con una voce che ti scava dentro… ho sentito il mio recente lutto emergere ed esplodere negli occhi con una potenza inaudita, catarsi pura preceduta dal segno della croce;
11. Black Boys On Moped: e certo Mrs Tatcher ancora odia questo pezzo!!;
12. This is to Mother you: un semplice capolavoro di umile e spietato talento;
13. What doesn’t belong to me: mai come stavolta l’ho sentita dentro.. che l’odio, la rabbia e il dolore tornino da chi li ha lanciati, perché non mi appartengono affatto;
14. The Lamb Book of Life: la salvezza è l’abbandono sacro alla vita, un pezzo che vale mille preghiere da solo;
15. Far from Home: Let me create something other than trouble!;
16. The Last Day Of Our Acquaintance: è un pezzo che mi sorprende sempre, la forza e la dolcezza possono coesistere quando si chiude un amore;
17. Nothing compares to you: poteva mancare? Anche suo figlio le chiede il pezzo che l’ha resa famosa!;
18. Thank you for hearing me: unico e ultimo pezzo dal mio album preferito “Universal Mother”.. essere ascoltati e amati è un dono straordinario.
Sinead ha salutato ma dopo poco è tornata con un breve encore: tutti sotto il palco!
1. These Times they are a changin' di Bob Dylan: splendida, e chi se la aspettava?
2. If you had a Vineyard: ispirata al salmo del profeta Isaia… la vera Fede, così lontana da quella oggi dimostrata dalla Chiesa Cattolica (ci tiene sempre a precisare).. con cui chiude e saluta..
Più di venti pezzi (ha fatto anche pezzi di un album nuovo che uscirà a gennaio 2011), più di due ore di concerto sul mare.. e una grande emozione. Grazie Sinead. Grazie per sempre. Glory has to be to the Father, to the Son and to the Holy Spirit.

2 commenti:

Fly ha detto...

Deve essere stato davvero un mix interessante ed emozionante nonchè
quanto più di appropriato al momento...
Peccato non avervi partecipato...
Un abbraccio...
Fly

Daniel ha detto...

Sì cara..
Avevo bisogno di Sinead.. la sento vicino al mio percorso attuale.. peccato che certi effetti benefici finiscano così in fretta..
grazie per la tua presenza, ormai solitaria, tra i miei rovi!
un abbraccio
D