domenica 13 marzo 2011

White Lies, 12 Marzo 2011, Estragon – Bologna


Davvero piacevole il concerto dei “White Lies” ieri sera all’Estragon di Bologna. I ragazzi di Ealing (Periferia ovest di Londra) secondo me hanno dato il meglio di sé. Sarà forse anche perché non andavo da parecchio a un concerto e ne avevo particolarmente bisogno! Notando l’età media dei ragazzi che affollavano l’Estragon mi è venuto per la prima volta il sospetto che forse inizio a non avere più l’età per certi tipi di musica e concerti… poi però mi sono detto che la musica non ha assolutamente un età e di concerti per me ce ne saranno ancora migliaia. Perché senza musica non posso vivere. Ma torniamo ai nostri bravi ragazzi dell’alternative rock inglese e alla loro bella performance bolognese. Non ci sono dubbi sul fatto che Harry McVeigh, cantante e chitarrista, sia sul palco il padrone incontrastato della scena: col suo aspetto da bambino buono ma un po’ dispettoso, sembra fatto apposta per stare dove sta. Sì è presentato elegante in giacca e camicia grigia ma senza cravatta (e non esageriamo eh) e non si è scomposto durante tutto il concerto (a parte il togliersi la giacca perché faceva un gran caldo!). Nel rivolgersi al pubblico è stato molto English, gentile, interattivo, ma non troppo: insomma, freddino ma cordiale. Il concerto si è aperto con la bellissima “A place to hide” … “Posso sedermi qui da solo e interrogarmi sul mio futuro… forse riderò quando arriverà la fine del mondo ma per stanotte stringimi la mano ..”.. buoni i suoni, bravi i musicisti e acustica migliore di quanto mi ricordassi all’Estragon. E hanno chiuso con “Bigger than us” il primo singolo tratto dal nuovo album appena uscito… “Non ho bisogno delle tue lacrime..non voglio il tuo amore.. voglio solamente tornare a casa..”. In mezzo c’è stato un grande spettacolo di parole e musica, con pezzi com “To lose my life” (titletrack del primo album) che a dire il vero sembra per davvero un pezzo dei Joy Division, dai quali le bianche bugie hanno comunque preso a piene mani; “Est”, “Death” (..” Amo la quiete della notte quando il sole affoga in un mare morente..”), e la famosissima (e splendida) “Farewell to the fairground” …splendido addio alla terra fatata… un’ode alla bellezza della propria terra che sempre rimane nel cuore. Va detto che i testi sono tutti del bassista “Charles Cave”. Cosa aggiungere? So che per molti potrà sembrare un’esagerazione e forse lo è anche per me: ma se in questo momento c’è un gruppo che può essere davvero visto come erede dei grandi Joy Division, ecco per me questo gruppo sono i White Lies. Non solo per il sound, ma anche per una somiglianza particolare di Harry con lo scomparso Ian Curtis… la voce bassa e cupa in un corpo da quasi adolescente.. le movenze.. il modo di atteggiarsi.. Ovviamente so che è un paragone azzardato ma mi piace pensare che il bello del passato ogni tanto possa tornare seppure in forme diverse e incomplete. In fondo la musica è eterna come Dio.

2 commenti:

Fly ha detto...

Sono sempre belle le tue recensioni, mi piacciono alcuni dettagli che rendono molto l'atmosfera dell'insieme... le persone e la musica insieme..
Ti abbraccio
Fly

Daniel ha detto...

Per Fly
Grazie mille cara... la musica sa ancora farmi venire voglia di raccontare.. è una delle poche cose al mondo che mi danno ancora questa voglia e questa energia..
Ti abbraccio
D