lunedì 16 luglio 2012

Megfáradt ember











Nessuna maledizione
placherà la preghiera
della mia mente assetata:
le frasi spezzate dall’assenza
continueranno a terminare
in punti di domanda
e le risposte saranno
soltanto ipotesi.

                                                                     La grandine del tempo
distruggerà impietosa
il mio involucro
imperfetto e decadente
colmo di sconforto e dolore
e potrò finalmente
abbandonarlo nella polvere
per risorgere come
pensiero nuovo
purificato dal disprezzo
e dai rimpianti:
solo acqua fluida.

                                                                        Nel respiro dell’estate
la giovinezza evapora
nell’inutilità.

* “Megfáradt ember” significa “uomo stanco” in lingua ungherese
Nell’immagine la statua "Uomo stanco" di József Somogyi – Makó, Ungheria

4 commenti:

honey ha detto...

dio quanto abbiamo bisogno di fluire come acqua. meglio ancora se si evapora un po'.

Daniel ha detto...

Per Honey
In fondo siamo fatti di acqua, sarebbe una gran cosa capirlo e iniziare ad assumere i suoi comportamenti! Un saluto
D

Fly ha detto...

Anche la benedizione... arriva attraverso l'acqua.. non troppa però.. altrimenti si annega...
L'equilibrio è sempre un'arte... che stanca.. stanca soprattutto se lo si deve cercare in continuazione..
Un abbraccio
Fly

Daniel ha detto...

Per Fly
Cara, io non so più quale benedizione ci si possa attendere in questa corsa verso il dolore e la morte che chiamiamo vita. Mi viene da pensare che davvero solo altrove possiamo realizzare la gioia. Quando il corpo, questa pesante massa di carne deforme, non ci tedierà più con la sua presenza.
Un bacio