lunedì 6 agosto 2018

Did you catch yourself in the mirror?

Da tempo non lascio i pensieri uscire dalla mia testa. Li sento strusciare sulla parete interna del cranio per cercare uno spiraglio, un minuscolo passaggio, per uscire. Ma non lo trovano. Ora è giunto il momento che escano su questa pagina elettronica e possano osservare la luce dipinta sul cielo che, al di là del vetro, mi appare come una processione di nuvole in pellegrinaggio verso il sole. In pochi mesi mi sono accorto di aver perso la luce. Nulla di prettamente mistico se si considera che la luce per me è “solo” lo spiraglio da seguire nel buio. Quel qualcosa che ti fa andare avanti anche se sei stremato. La scintilla autentica in un mare di facsimili. Da un po’ non riesco più a percepirla. Ho perduto l’idea che ci possa essere un obiettivo sopra a qualsiasi altro o, al contrario, uno scopo che stia sotto ad ogni spinta verso l’alto. Per quale motivo dovrei continuare a brancolare nel buio, senza la speranza di intravedere quel puntino luminoso verso cui procedere? Ho discusso anche con te. Dici che non riesco ad uscire dal mio sentirmi ferito. Dici che da troppo tempo sto recitando il rosario sulle macerie. Siamo sempre più estranei. Non te ne rendi conto? "Where did our love go, you will never know”. Eppure, c’è molto di più. Mi sono accorto di non riuscire più a identificarmi con una immagine precisa. Come se non sapessi più chi sono. Come quando mi guardo nello specchio e non riesco a catturarmi, anche se allungo la mano. Ho smarrito la strada di casa. Verso la mia casa. Quell’alcova ricca di musica e di silenzi sacri, in cui mi rifugiavo per ritornare me stesso. “How did you get home, you will never know. Did you catch yourself in the mirror? It's a sight I understand You considered it all for a second. And put it down to slight of hand”. E così, sono come una bestia selvatica che, dopo la deforestazione, continua a girare intorno alla radura spoglia ricercando di nuovo il suo bosco che non c’è più. “You know I've been running 'round for hours”. 

Le parti in inglese sono tratte da “The beast” di Laura Marling

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