lunedì 2 luglio 2007

Vita

Ho corso tutto il weekend. Ho riempito la mia mente di milioni di stimoli omo ed etero riferiti. La mia vita è ormai troppo complessa per essere definita con questo termine femminile singolare. “Vita”.. che termine problematico… potrei contestare ogni possibile definizione del termine “vita”. A volte mi piacerebbe avere invece una definizione certa di questo dono che tutti in teoria abbiamo, in quanto esseri umani. Una definizione univoca che io possa utilizzare come meta regolativa in senso Kantiano…che produca sorta di azione stimolatrice sull'intelletto.. io faccio quello che faccio perché so che “devo” andare in quella direzione.. Perché sì, ultimamente (negli ultimi 26 anni………) mi sembra di procedere piuttosto a caso. Cerco di raccogliere tutto quello che posso, ma non so effettivamente cosa fare di tutto questo materiale.. cosa sto costruendo effettivamente? La risposta è: non lo so. E questa risposta ha il potere di angosciarmi. Forse dovrei semplicemente non chiedermi dove sto andando ma mi risulta impossibile. Eppure non posso nemmeno dire di vivere seguendo il mio istinto puro e semplice. Ogni passo che faccio, giorno dopo giorno, è comunque ponderato e basato su un ragionamento. E allo stesso modo, a posteriori rifletto su quello che è successo e cerco di collocarlo nella mia storia, come per cercare un senso. Ma non lo trovo. Mi sento come se stessi costruendo un puzzle da millenni: continuo ad incasellare tessere ma non appare nessun disegno.

Cosa mi aspetto dunque? Di leggere un senso improvvisamente? Attendo che un significato arcano compaia di sorpresa una notte e dia senso a tutti i precedenti anni? Agli sbagli e agli abbagli? Attendo un messia che mi riveli cosa di buono ho raccolto? O attendo solamente un po’ di pace?

Sono troppe cose e non sono niente. Il nulla e il tutto nella mia vita sono la stessa cosa.

A volte cerco di risolvere la questione con dei paragoni. Paragono la mia vita a quella degli altri e spesso trovo nella loro vita quel qualcosa che fa intuire una direzione. Mi pare che le persone che mi circondano stiano comunque seguendo un percorso: cadono, si rialzano, procedono più o meno lentamente, si feriscono… ma comunque sono lungo il loro cammino…il LORO. E quindi vivono una loro vita, dotata di un senso, più o meno claudicante, ma pur sempre un senso.

Io invece? Forse sto vivendo troppe vite. Vite di altri che mi ispirano per un certo periodo di tempo e poi non più.. colgo ciò che mi interessa e poi.. passo oltre. Facendo così passo da un pianeta all’altro e non ho fissa dimora.

E quello che più odora di ipocrisia e che mi permetto di dare consigli ad altri. Io che non so dove andare. Io che affronto i miei problemi veri o presunti con un po’ di finta poesia e con un paio di giorni di depressione a letto. Eppure quando si tratta della vita di altri, so suggerire e so stupirmi per l’estrema saggezza che sembra trasparire dalle mie parole.

Una cosa è certa: non si può vivere per inerzia. Spinti da una forza vitale inconscia di origine naturale o divina che sia.

Noi e soltanto noi dobbiamo trovare le motivazioni squisitamente soggettive per cui vivere ha un senso.

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