domenica 25 aprile 2010

Malakh Berakhot*


Dove il vento si posa
e diventa pietra
dove posso osservare
il cielo nell’acqua
e scorgere gli angeli
dagli occhi grandi
piangere sui miei capelli

Solo in quel luogo
potrò udire il verbo
divenire sangue
per comprendere il dolore.

Nella foto: veduta della Galilea dalla cima del Monte Tabor
* In ebraico: benedizioni angeliche (Malakh = angelo del Signore e Berakhot = benedizioni)

5 commenti:

dimensionex ha detto...

ti lascio un abbraccio.
i tuoi post sono sempre un qualcosa di sublime!!!

Fly ha detto...

Sento una profondità celestiale, nella piccolezza umana specchiata nei grandi occhi d'Angelo...
Anche l'immagine mi offre la stessa magia... di estrema semplicità nello sfiorare un abissale enigma... pur rimanendo inalterate le proporzioni...
Non so se mi sono spiegata...
Ti abbraccio...
Fly

Anonimo ha detto...

"gli angeli dagli occhi grandi,piangere sui miei capelli..."

un po' di respiro nella guerra di queste ore.
A pezzi,senza fine né inizio.

Ti abbraccio

Isotta

riri ha detto...

Caro Daniel è semplicemente divina questa tua poesia, sembra che esprima un momento di pace, un abbraccio al dolore, ma questa volta un dolore condiviso...
ti abbraccio

Daniel ha detto...

Per dimensione X
grazie mille cara per il tuo passaggio.
Un grande abbraccio

Per Fly
Mia cara, la tua sensibilità non cessa mai di stupirmi. Credo che piccolezza e profondità possano coesistere naturalmente nella dimensione umana.
ti abbraccio


Per Isotta
Un respiro di pace può spezzare una guerra.
grazie bacio

Per Riri
Nel dolore, prima o poi, arriva una tregua. Non lo può placare ma può aiutare a convivere con esso.
ti abbraccio sempre
D