domenica 9 ottobre 2011

Tori Amos, 7 ottobre 2011, Teatro degli Arcimboldi, Milano











Ho iniziato ad ascoltare Tori quando ancora andavo alle scuole medie sentendo un suo pezzo per caso per radio. Sono passati davvero tanti anni e lei ancora rimane una delle mie più grandi fonti di ispirazione. Nel 2007 sono anche riuscito a dirglielo a Firenze, quando ho avuto la fortuna di incontrarla! Ogni suo nuovo lavoro entra prepotentemente nella mia vita, qualunque cosa io stia facendo e qualsiasi periodo – bello o brutto – io stia passando: lei pare raccontarmi ogni volta ciò di cui ho bisogno e mi dà sempre l’impressione di riuscire a rimettermi in carreggiata se sto sbandando. Insomma, può sembrare sciocco e adolescenziale, ma Tori Amos per me è una persona di famiglia, che pare conoscermi meglio di molta della gente che mi circonda davvero fisicamente. Ed è anche la mia musa, il mio mentore artistico e spirituale. Il suo nuovo lavoro, “Night of hunters” arriva con il suo gusto classico e celtico, in un momento per me di confusione e povertà mistica e poetica e mi sta guarendo lentamente. Avevo bisogno di vederla di persona e venerdì sera a Milano l’ho vista in forma eccezionale! Sul palco solo lei con il suo fido pianoforte Bosendorf e l’altro piano pesato (suonati spesso contemporaneamente); e dietro di lei un quartetto d’archi. Niente di più! Quindi addio band ed elettronica e ritorno al suono puro, quello che tocca direttamente le corde dell’anima, senza effetti speciali di alcun genere. Ha aperto con “Shattering sea” dopo un’introduzione di soli archi. Poi “Graveyard” e inaspettatamente “Suede”: questo pezzo, mai sentito live, ha per me un ruolo fondamentale: da quel pezzo mi è venuta l’idea e l’esigenza di aprire questo blog ormai vari anni fa! Eccezionali le percussioni fatte con gli archi! Poi una “Snow cherries from France” (pezzo non eccezionale ma live suona divinamente) e “Fearlessness” dal nuovo album.. “Senza paura soffia assieme al vento e alzati per salutare il sole”.. un consiglio per un nuovo respiro che cancelli davvero l’accidia quotidiana! Poi il quartetto e ha lasciato Tori sola con il suo piano a compiere un miracolo: “Little earthquakes” dal suo primo album, cantato come se fossero gli anni novanta. È proprio vero che l’ispirazione artistica non sente il peso degli anni, se si sa coltivarla e impedire alla vita di sporcare l’anima che la può accogliere. Con “Sugar” tutti erano sbalorditi dalle acrobazie vocali di Tori e io stesso – dopo tanti suoi concerti – ho pensato fosse particolarmente straordinaria stasera, al di là dell’umano. Poi momento funny con “Mr zebra” e ”Girl disappearing” (pezzo che non mi ha mai trasmesso molto). Grande “Cloud on my tongue” che non mi aspettavo e mi ricorda un inverno di esami universitari di tanti anni fa. “Star whisperer” è uno dei capolavori del nuovo album “Perduto sussurro delle stelle dove sei andato?.. sussurrami il ritorno alla vita”. Solo ora ho saputo che la cover che poi ha suonato era “That's the way I always heard it should be” di Carly Simon: gran pezzo che non conoscevo. Poi b-sides che non si sentono mai come “Never seen blue” e “Frog on my toe”: io credo che ci siano pochi artisti al mondo in grado di spaziare su repertorio così ampio e mai scontato, come lei può. “Cruel” con il quartetto d’archi è stato artisticamente l’apice della serata: credo siano rimasti tutti a bocca aperta. Con “Baker baker”, molto amata dai fan storici, c’è stata quasi un’ovazione, e “Siren” non è stata da meno. Il momento più intimo ed emotivamente coinvolgente per me è stato quello con “Winter” che mi ricorda mia nonna in modo viscerale: vedendo cantare Tori con quel pathos, ho pianto lacrime calde per tutto il pezzo. Poi lei è uscita. È rientrato il quartetto che ha fatto un pezzo da solo (davvero ma davvero bravi!). E lei è tornata con “Carry”, pezzo di chiusura del nuovo album …”Amore stringi le mie mani e aiutami a capire che quelli che ci hanno lasciato non sono andati via ma vanno avanti come stelle che guardano giù..”.. E intanto tutto il pubblico era già sotto il palco! L’ennesima sorpresa da un passato remoto ma vivo e vitale con “Pretty good year”, pezzo straordinario. Quando ha attaccato “Purple people” non credevo alle mie orecchie: per me è come l’avesse suonata solo per me, troppo lungo spiegare perché. La chiusa poteva essere quella con la trasognante “Nautical twilight” ma Tori ha voluto chiudere con un tocco di vitalità e ritmo, una vera e propria festa di saluto: “Big wheel”. A mezzanotte siamo scappati (gli ultimi treni partivano!) mentre esplodevano gli scrosci degli applausi e Tori, con il vestito giallo dal gusto un po’ indù, ringraziava con un bell’inchino. Un ultimo appunto: trovare posti migliori in seconda fila per pura fortuna (o non è stata fortuna??) .. non ha prezzo! Grazie a Tori e agli amici che mi hanno fatto compagnia in questo magnifico rituale di inizio autunno.

6 commenti:

Baol ha detto...

Queste sono le cose per cui mi dispiace aver lasciato Milano...

Daniel ha detto...

Per Baol
Sì, come piazza italiana in questo ambito, Milano non ha paragoni! Un saluto
D

Fly ha detto...

Che bello... poter scrivere.... c'ero anch'io... memorabile serata... Si, concordo a volte sembrava impossibile che fosse una voce umana... sfiora perfezioni e virtuosismi da brivid lungo la schiena..
GRAZIE!
Un abbraccio
Fly

Daniel ha detto...

Per Fly
è stato un gran momento di arte pura e sono contento che tu ci sia stata!! Grazie !! Un forte abbraccio
D

Anonimo ha detto...

Ci sono pochissime artiste femminili che apprezzo, tra cui Tori Amos...io purtroppo conosco solo i suoi pezzi più famosi, ma la prima che l'ho ascoltata nel lontano 1996 mi ha davvero colpita...Trovo che lei sappia dare un suono personale al pianoforte, o sbaglio? Per me è una fata con una voce da sirena!;-)
Davvero brava e unica!

Un abbraccio
Elyse

Daniel ha detto...

Per Elyse
Mia cara, è proprio come dici! Tori è una fata che suona il pianoforte!
Un abbraccio e grazie ;-)
D