lunedì 17 settembre 2012

Can't seem to find my way out

Ho atteso ore e giorni interminabili, nella speranza di un verso, di una melodia, con cui sfogare questo dolore sordo e inconfessabile. Ma non è arrivato nulla. E il disagio non è diminuito. Ho sempre pensato che i dolori troppo profondi fossero muti. E allora eccomi qui, nudo, a cercare le parole senza metafore e senza note. Parole nere su fondo bianco, senza orpelli. Per ammettere ciò che vorrei sublimare ma che è troppo basso per salire al di sopra del mio ventre. Ci sono a volte fantasmi del passato che si pensava sconfitti e invece hanno solo atteso per anni il loro momento di tornare. E tornano con una forza maggiore data dalla rinnovata consapevolezza. Mi ricordo di te con una lucidità spaventosa, nonostante siano passati più di dieci anni. Ricordo che tutti pensavano avresti fatto cose grandi nella tua vita. Così come dicevano di me. Eravamo sempre io e te a contenderci le lodi e tra noi c’era una sorta di rivalità cordiale che non è mai sfociata né nell’amicizia né nell’astio. Non avrei pensato che in quegli anni si decidesse così tanto del mio futuro. Qualche scelta sbagliata può rovinare tutto. Ora ti ritrovo e la distanza fra noi è divenuta incolmabile. Ti vedo dire “Stop whining, stand up and start again!”. E penso quanto ciò sia vero ma anche immensamente indigesto. Spesso in questi anni ho pensato di fare scelte giuste per il mio futuro. Ma ancora più spesso non sono stato io a scegliere, ma la paura lo ha fatto per me. Paura di cosa? Di mettermi in gioco, di mostrare quanto poco possa valere, di ostentare la mia mediocrità, di abbandonare le persone e i luoghi che mi hanno cresciuto. Ho scelto di non scegliere. Ho lasciato che le cose accadessero. E solo ora mi rendo conto di quante possibilità ho perso. Avevamo in mano la stessa immensa forza, le stesse opportunità. Ma tu ora sei un astro splendente nel cielo sopra San Francisco mentre io sono solamente un puntino nero e insignificante nella moltitudine dei mediocri. Vorrei smettere di piagnucolare e provare di nuovo. Ma ormai mi sembra inutile combattere. Ci sono situazioni che non possono essere recuperate. Per cosa ho sacrificato tutte le mie potenzialità? Mentre corro disperato davanti al tramonto osservo le colline incorniciare la città e annuso l’odore della prima vendemmia. È per questo che ho rinunciato a partire per un futuro nuovo? Per l’ansia di rimanere qui? Oh quale immenso fallimento! Sento le sinapsi azzardare collegamenti spaventosi. Penso alle persone che ho incontrato in questi anni e che mi hanno aiutato a credere di essere più di quello che in realtà non sia, che mi hanno insegnato ad accontentarmi di questo misero vento fra le mani. Penso alla poesia e alla musica che mi hanno distratto e anestetizzato dall’antica ambizione di dimostrare il mio valore, insegnandomi la religione della rinuncia. Penso alla debolezza della mia mente che negli anni ha perso la capacità e l’attitudine alla sfida e al confronto, accontentandosi di un angolo di finta superbia. Penso al mio corpo reso inutile dallo sconforto progressivo. Ora non mi resta che constatare quello che sono diventato e mettere in fila tutti gli errori che lo hanno permesso. Vorrei trovare la forza di reagire. Vorrei evitare di ritirarmi nella penombra della vergogna per non mostrare la mia mediocrità. Non riesco a vedere una via di uscita. “I can't seem to find my way out of this hunting ground .. from here crystal meth in metres of millions in the end all we have soul blueprint”. Solo morte e rinascita.

Le parti in inglese alla fine del brano sono tratte da “I can’t see New York” by Tori Amos

8 commenti:

riri ha detto...

...

Daniel ha detto...

Per Riri
Mia cara, hai ragione! sono un piagnucolone e non ci sono parole...
;-)
Un abbraccio

Anonimo ha detto...

Caro Daniele,
credo che la vita ti pone sempre di fronte a diverse vie(scelte)...Non penso che la tua sia stata un vile scelta per paura di perdere qualcosa o rinunciarvi...dai! Sei semplicemente salito su un certo "treno" al posto di un altro, perché magari credevi che fosse il più opportuno..Io la vedo così, anche perché sono in procinto di partire, come sai. Spero che il mio treno "London" mi porterà lontano....

Ti abbraccio forte!
Elyse

Daniel ha detto...

Per Elyse
Cara, davvero pregherò perché il tuo treno per London sia quello giusto! Un forte abbraccio
D

Fly ha detto...

Caro, stavo per commentarti, poi ho visto la tua ultima canzone e in essa c' è esattamente il mio pensiero per questo post.
Volevo solo aggiungere che quando si parla di successo occorre capire dove si vuole arrivare e quale metro di giudizio usare....
Ti lascio un messaggio non mio...
"Fermatevi un momento e riflettete su voi stessi…, riflettete sull’eternità e la beatitudine eterna. Che cosa volete? Quale strada volete percorrere?". Medjugorje 2 Luglio 2012

Ti abbraccio
Fly

Daniel ha detto...

Per Fly
Grazie cara per questo commento mariano di consolazione e - allo stesso tempo - di sprono ad agire.. a decidere cosa fare del tempo che ci è stato concesso.. spesso credo di avere capito cosa voglio davvero... ma poi ritorno sui miei passi e mi accorgo di avere sbagliato... in questo momento mi sento cieco.
un forte abbraccio
Daniel

Anonimo ha detto...

Sapessi come comprendo quello che hai scritto!
Molte volte ho provato questa sensazione,perchè la provincia ti condanna alla penombra,perchè la poesia non è certo occasione di fama,ma questo non ha impedito che in mille piccole occasioni,ancora adesso,la gente abbia riconosciuto il mio valore o la mia "eccezionalità", anche sulle pagine di un blog o durante le mille confidenze che continuo a raccogliere,nell'aiuto e nell'amore che continuo a riversare in quello che faccio e sento mio.
Vedi, a questo punto ciò che devi decidere è su quale scena intendi muoverti e se quello che hai scelto ti ha permesso di crescere.
io credo che si debba cambiare quando il mondo ti sta troppo stretto,quando ti ripeti,quando la noia è in agguato e le persone non ti sembrano più interessanti
Ma qui si pone un'altra questione:
qual'è lo scopo?
La vita è solo un'occasione per impiegare i nostri talenti?
realizzare se stessi cosa significa?
Il mondo deve solo sottoscrivere e celebrarli?
Conosci tu la risposta.
Ma io credo nell'immensa espansione,nella multiformità del cosiddetto "Io",nell'importanza di ogni piccolo accadimento,nella necessità di approfondire ed essere umili.
Non hai "perso" niente Daniel,se sei quello che sento.
L'unico dolore autentico è la percezione di non essere stato in grado di vincere le tue paure,ma questa è la sfida che ci accompagna:superare i nostri limiti. Buon cammino,Daniel
abbi più fiducia in te stesso e non rinnegare la strada che hai percorso,la meta è sempre la stessa

Elisa

Daniel ha detto...

Per Elisa
Sono riflessioni profonde e complesse le tue. La vita di ognuno è così complessa e particolare che difficilmente si riesce a fare un bilancio…
Io non sono per nulla soddisfatto della mia vita. Ciò vale da anni ma per ora non ho ancora avuto la forza di cambiare. Eppure mi sento soffocato da tutto. E mi sembra di avere sprecato tantissimo di me.
Grazie mille per il tuo incoraggiamento, è molto importante per me.
Un abbraccio
Daniel