lunedì 10 agosto 2015

I can look your God right in the eye

Le foglie cadute già stanno correndo sull’asfalto, in questo angolo remoto di Appennino, dove l’autunno arriva sempre prima. Mi sento così partecipe della loro caduta e della loro corsa verso l’inevitabile fine che le attende. Inizieranno le piogge e del loro rigoglio estivo non rimarrà nemmeno la polvere. Invece, guardandoti accendere una sigaretta sul tavolino del pub di sempre, nel tardo pomeriggio di questa piovosa domenica, vedo la vita. I tuoi progetti, il tuo entusiasmo nel raccontarli, il nuovo mondo in cui stai vivendo e che ti piace così tanto, hanno creato una persona nuova in soli due anni. E la cosa più straordinaria è che stai trasformando anche i fantasmi del passato in carne palpitante di vita. Mi sento ferito quando mostri, con il tuo atteggiamento egocentrico, di non capire il mio stato mentale di confusione e decadenza totali. Ma so bene che dall’alto si fatica a vedere chi è solo un puntino lontano sul fondo della valle. Ci siamo scambiati i ruoli così tante volte in questi anni che non so più chi di noi due sia il pazzo, chi di noi due non riesca proprio a trovare un senso, chi si stia prendendo gioco dall’altro. Ma oggi mi sembra tu un senso ce l’abbia, eccome. “I'm not sure who's fooling who here, as I'm watching your decay”. Seguo I tuoi discorsi, le tue citazioni importanti, il tuo passare da una disciplina all’altra con estro e noncuranza, come un vero intellettuale, e capisco che le tue parole hanno convinto il mondo intorno a te e anche te stessa. Non sei più la donna che conoscevo. Ora sei capace di guardare il mio dio negli occhi, ma io non posso fare altrettanto. “You give me yours, I'll give you mine, cause I can look your God right in the eye”. Niente più benzodiazepine nel tuo mondo, solo una bandiera di vittoria che svetta finalmente sulla montagna che hai conquistato. “Like a flag on a pop star on a benzodiazepine”. E io? Io ho sprecato così tante occasioni e ho buttato via il meglio di me: è giusto che stia a guardare la tua ascesa con orgoglio e la veda come un monito di chi sarei potuto essere. “A change of course in our direction, a dash of truth spread thinly”.

Le parti in inglese sono tratte da “Pancake” by Tori Amos
Nell’immagine: Kānherī-guhāh (Maharashtra, India), dal blog http://junaid-bhat.blogspot.it

6 commenti:

amanda ha detto...

"Un monito di come sarei potuto essere"
e lo avrei voluto?

Daniel ha detto...

Per Amanda
Ci sono momenti in cui penso che sarei potuto essere tanti altri me stesso, diversi da quello che oggi sono effettivamente. Molti dei quali sono forse migliori dell'uomo che sono oggi, o almeno così mi sembrano. Ma la parte più difficile è capire chi effettivamente si sia in un preciso momento della propria vita.
Grazie
un saluto
Daniel

Sonia Ognibene ha detto...

Un monito di chi PUOI essere! Daniel, il cambiamento e la felicità sono possibili! Devi solo volerlo, non stare a guardare! Se qualcuno è riuscito a rialzarsi, vuol dire che è non è impossibile! Io ne sono l'esempio. Daniel, FORZA!

Daniel ha detto...

Per Sonia
Certo cara amica, la vita è un continuo rialzarsi e riprovarci. Il problema è che poi si cade sempre di nuovo ;-)
un abbraccio e grazie!
Daniel

fly ha detto...

Non ci sono traguardi e gare fra anime... solo un unico Fine

Daniel ha detto...

Per Fly
Hai ragione ma purtroppo nella nostra esistenza incarnata.. nella quotidianità.. spesso ci diamo fini più limitati... temporalmente e non solo... e siamo accaniti per raggiungerli...
kiss
d