venerdì 27 dicembre 2024

You spread your wings, you had flown away to something unknown

 

Il giorno di natale sarebbe stato il tuo compleanno cara Anna.E invece sono mancati quei doppi auguri che tutti erano soliti farti. Qualcuno lo ha comunque fatto su quel tuo profilo on line, ormai disabitato. Poche settimane fa il triste annuncio. Inatteso come neve in agosto. Un male ti ha portato via in pochissimi giorni, meno di un mese dalla diagnosi. Come è possibile? La totale precarietà della vita mi è arrivata addosso come uno schiaffo in faccia. Oggi ci siamo, domani non più. Poi, immediatamente dopo, un altro sentimento ha invaso il mio cuore: il profondo e sconfinato senso di ingiustizia. Ti ricordo come una persona di una dolcezza e di un’eleganza infinite. La tua sola presenza sapeva smorzare ogni tensione nel gruppo. La tua voce delicata metteva addosso un senso di pace. Eppure sei stata strappata via improvvisamente alla tua vita, senza preavviso, lasciando incompiuto ogni tuo progetto, lasciando attonite le persone che ti amavano. Così, spietatamente. Una tua recente foto, quella che avevi come profilo, fa davvero pensare che tu abbia spiegato le tua ali e sia volata altrove. “You just faded away, you spread your wings, you had flown away to something unknown”. Non ci vedevamo da un po’ io e te. Ma per anni ci siamo incontrati un po’ dappertutto, nelle trasferte in giro per l’Italia e quindi ho tanti ricordi in tanti luoghi diversi legati a te. Uno degli ultimi, o forse quello che più mi è rimasto impresso nella mente e nel cuore, è quello di noi due a Venezia, mentre camminavamo verso Cà Foscari e, parlando, abbiamo scoperto la comune passione per la cultura ebraica. Nel tuo caso nata da un ex compagno ebreo. Sapevi appassionarti alle cose, Anna, non solo nella tua professione, quella di architetto. Sapevi creare bellezza. Ma nascondevi una fragilità, quella delle persone che si sono dovute reinventare spesso nella vita, che ti rendeva speciale. “You have your special place in my heart, always”. Ma di fronte a questo male assurdo non hai più potuto reinventarti. Mi avevi fatto scoprire anche una straordinaria realtà di supporto alle persone che sono sopravvissute al suicidio o che hanno avuto un lutto da suicidio. Un tema che mi è molto caro. Eri e resti una persona straordinaria, Anna. Con te se ne va una parte bella del mondo. Di quelle sempre più rare e di cui abbiamo sempre più bisogno. Non so se esista davvero un paradiso, ma se c’è, tu ora sarai lì. “Heaven is a place nearby. So there's no need to say goodbye”. 
 
Le parti in inglese sono tratte da “A Place Nearby” di Lene Marlin

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