lunedì 16 luglio 2007

But I'm a creep

But I’m a creep, I’m a weirdo.What the hell am I doing here? I don’t belong here.
(“Creep” by Radiohead)

Oggi lavorare è difficilissimo. Ad ogni 5 minuti di “concentrazione lavorativa” corrispondono venti minuti di “divagazione mentale”. Ultimamente, ma non solo, mi pare di buttare via il mio tempo quando mi trovo in questo vecchio ufficio. Cosa ci faccio qui? Forse questo discorso rientra nella questione discussa qualche post più in alto: dove sta andando la mia vita?

Oggi mi sono perso a visionare alcuni altri blog. Mi sono scoperto curioso della vite degli altri. Ho ammirato la loro capacità di scoprirsi nudi, senza ermetismo, senza artifici letterari di sorta. Ho scoperto persone che parlano di se stesse senza avere timore di apparire quel che sono o, meglio, avendo una idea molto precisa di cosa vogliono essere davanti agli altrui occhi. Sì perché questo è fondamentale per riuscire a parlare di sé senza perdere tempo ed energie ad alzare muri e barricate. Ho fatto molti passi ultimamente verso me stesso: ho colpito a colpi di mannaia alcune delle mie corazze, ma sono ancora protetto dagli occhi indiscreti delle persone.

Oggi mi sono reso conto – ancora una volta - che io sono una persona veramente ermetica e questo blog lo dimostra. Parlo certamente di me, ma sembra non dica nulla di me. Mi nascondo dietro la metafora di me stesso. Ci sono certamente cose che vorrei dire ma che non ho il coraggio di dire. Altre cose sono ancora in fase di costruzione nella mia mente, e in questo senso non possono essere ancora formulate a livello verbale. Eppure non sono certamente più un adolescente. Mi è tutto chiaro. Immensamente chiaro.

Oggi avrei voluto commentare molti dei blogs che ho visitato. Alcuni, devo dire, scritti veramente bene. Ma non l’ho fatto. Mi chiedo perché. Mi rispondo: sapevo cosa dire ma non volevo dirlo. Infondo, perché il mio parere dovrebbe interessare ad uno sconosciuto? Inutile poi indagare il motivo per cui il mio blog rimane vergine da commenti: non interessa. Non interesserebbe nemmeno me quindi non soffro minimamente per questa cosa. In fondo non ho aperto un blog per ricevere commenti.

Oggi, come sempre, sento le mie mancanze rimbombare nella mia testa e nel mio cuore. Le sento urlare contro di me e la mia incapacità di superarle. Ho visto le scale ma non riesco a salire al piano superiore. Rimango a terra.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Devi scrivere SOLO per te stesso innanzitutto, ricevere o meno i commenti passa in secondo piano.

Daniel ha detto...

Sono d'accordissimo con te. Scrivo da sempre SOLO per me stesso. E continuo a farlo. L'assenza di commenti non mi tocca per niente, ma ovviamente mi fa riflettere.
Grazie
Daniel

Anonimo ha detto...

Non ci riesco :-) e così, mi sono detta, aspetta dai, leggo solo un altro paio di post, solo per vedere, senza commentare. Ma come si fa a non lasciare scritto nulla, quando quello che leggi, ti tocca corde dentro e le fa vibrare? Senza aver letto questo post, ti ho lasciato scritto prima che su Alice di lettori ne avresti molti di più. Non ti garantisco commenti sempre pertinenti o coinvolti, la fuffa c'è dappertutto, ma credo davvero avresti maggiori possibilità di confronto, perchè in fondo, anche se inconsciamente, è questo che cerchiamo. Qualcuno che ci legga e "senta" almeno un po' quello che sentiamo noi...pensaci. Sono contenta per avermi lasciato un segno del tuo passaggio, altrimenti non ti avrei mai trovato. E adesso vado davvero, ma torno :-) no, dai, non è una minaccia:-) Gas

Daniel ha detto...

Leggere quello che mi hai scritto, mi ha fatto molto piacere, grazie davvero. Certo, non chiedo di meglio che "toccare e far vibrare le corde" di qualcuno che mi legge. Oramai scrivo da un po' su blog post, per passare ad Alice dovrei ricominciare da capo?
Grazie Gas, conto di rileggerti presto.
D

Cloe ha detto...

Io sono capitata qui per caso. E ci sono rimasta. Mi piace come scrivi. Mi piace quel che scrivi. Mi piace quel che dici e quello che non vorresti dire.. di te stesso, principalmente.

Le corazze le abbiamo tutti, anche quando riusciamo a metterci a nudo in un blog. Ma non è questa stessa la maggiore delle corazze? Essere veri in cui esser veri non serve, mentre nella vita indossiamo continue maschere... Serve a proteggerci dal dolore, dalle delusioni, dai giudizi. Come sempre. Come facciamo ogni giorno. Come faccio io quando al mattino indosso la Cloe "da ufficio", per tirarla via di sera, strapparmela di dosso, per tornare me stessa, in un luogo in cui non rimane niente della donna fredda o incazzusa o ambiziosa o spiritosa o brillante o pessima o stronza o che so io.. In un posto in cui sono solo me stessa. In un luogo in cui, però, nessuno puo' vederlo. Il mondo è fuori e sono certa che se mi mostrassi per quella che sono, semplicemente, non ci metterebbe molto ad inghiottirmi, ad annullarmi...

Tutto questo solo per dirti che si sta bene qui da te. Non sento il caos, le voci di sottofondo, le musiche assordanti. Leggo quel che scrivi in verde e mi lascio condurre per mano...

Anonimo ha detto...

Sto leggendo il tuo blog, piano piano... perchè sento molta risonanza nelle tue parole... nei tuoi pensieri... mi ci ritrovo...
La metafora di me stessa... il mio blog ne è un esempio lampante...
ma sono soddisfatta... per me è veramente molto pubblicare i miei pensieri... e non importa se per riuscire a farlo devo usare madama Butterfly...
Anch'io sono rimasta affascinata dalle persone che parlano di se stessi senza nessun pudore...
In ogni caso anche se pensi di indossare una corazza... la tua anima si ascolta... dalla prima riga all'ultima...
Un caro bentornato...