martedì 12 giugno 2007

It's time for something great

(Scritto qualche mese fa. Racconta di un abbaglio. L’abbaglio di un Amore voluto e sperato, ma mai realmente arrivato. L’ho scritto credendo fosse l’incipit di qualcosa di grande. Ora lo vedo come un epilogo, e come tale lo posto).


Ho chiuso il libro pur volendo continuare a leggere. È una storia che mi pare di conoscere già. Ho bisogno di qualcosa che mi sorprenda. Eppure mi interessava leggere, cullarmi nella mia finta preveggenza: ma ho chiuso il libro e ho spento la luce. Poi ho chiuso gli occhi, anche se non ce n’è motivo, vista la totale oscurità della stanza. Persino la finestra è chiusa e non lascia passare nemmeno un raggio della luce del lampione del viale. Il silenzio è profondo: non sento neppure il click clack dell’orologio. Ora posso affondare nel famigliare nulla e farmi divorare dal vortice degli anni. “The wriggling, squiggling worm inside devours from the inside out”. Ma stavolta qualcosa mi trattiene. Sei tu? Chi sei? So chi sei e ho paura di te. Ma ti desidero così forte da scordare chi sono. Tu mi hai fatto capire, con un tuo solo sguardo, di non avere mai vissuto. Conto le notti di solitudine, le sommo senza alcuna equivalenza alle notti di gelida finzione spese in giro per il mondo: la somma consiste più o meno nella mia età. Giurassica falsità, così evidente nel riflesso smeraldino delle tue iridi. Non mi permetti più di avere il mio nulla. Non mi permetti più di giocare con le mie maschere. Ma cosa mi dai in cambio? “No more going to the dark side with your flying saucer eyes. No more falling down a wormhole that I have to pull you out”. In cambio mi dai il tuo sorriso e il tuo dolce modo di pronunciare il mio nome. Non è abbastanza: ho bisogno del tuo corpo e della tua anima. Voglio conoscere la vita che il tuo sguardo mi ha promesso. Sono analfabeta d’amore e voglio imparare a scriverti. Disteso su questo letto nell’oscurità, sento il tuo corpo eccitato strofinarsi contro il mio, in un principio di estasi sconosciuta. Sento ogni parte di te e la sento mia. Sono invaso di dolcezza e vorrei piangere. Come posso conoscere così bene il tuo corpo senza avere mai neanche sfiorato le tue labbra. Sei un mistero per me. Sei solo intuizione. Mi spingi ad ipotecare per la prima volta il passato in nome del futuro. Quale futuro? Sono cieco, guidami tu. Hai un potere immenso, il tuo avvicinarsi fa tremare la mia anima. Come puoi osare tanto? Non ti conosco ma sei la prima luce che appare sul mio cristallino da secoli. Ti prego aiutami a capirti e a risalire da questa oscurità titanica di infiniti inverni e menzogne. “I want you to get out and make it work. So many lies. So many lies. So many lies. So feel the love come off of them and take me in your arms”. Quando percepisco la tua assenza fisica precipito da altezze idrosferiche. Dove sei? Non ti ho mai visto qui ma il mio cuore è colmo di te. Ripenso a quel che ero e mi disgusto. Penso a quel che sarò senza di te e sono terrorizzato. Ti prego soffoca per sempre i miei pensieri di putredine e diventa il mio ossigeno. “No more talk about the old days. It's time for something…great”.


PS. le parti virgolettate in inglese sono prese da "Atoms of peace" by Thom Yorke, dal suo album di debutto "The eraser", secondo me uno dei migliori album del 2006.

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