martedì 13 maggio 2008

Something got a hold on me



Ho scritto così tante cose su questo taccuino di pelle rossa che si usa chiamare cuore. Le ho scritte con l’incuranza di chi non sa che il tempo e lo spazio non sono infiniti e che non si può donare a tutto l’effimera immortalità del ricordo. Ora che il mio cuore tenta disperatamente di battere al di fuori della sua alcova naturale, posso osservarlo qui, davanti ai miei occhi, sui palmi aperti delle mie mani. Vedo il sangue grondare tra le dita e portare con sé le vite e le morti dei miei giorni. E sento che questa sarà una nuova morte. La più grande e celebrata. Di quelle che non prevedono nessun tipo di rinascita. Assolute e infime allo stesso tempo. Ma basterebbe stringere forte le mani per distruggere questo vecchio muscolo e ricominciare. A scrivere.

Mi chiedo se sia possibile riuscire a controllare la muscolatura involontaria. Qui in questo buio ascolto il respiro riempire l’addome e i polmoni. Poi lo sento uscire, esattamente con la stessa indifferenza con cui era entrato. Desidero impedire all’aria di rientrare. Mi concentro. Ascolto solo quel pensiero. La mia mente deve potere disporre del mio corpo fino in fondo. Fino al controllo totale, ultimo, definitivo. Sento i battiti del mio cuore rimbombare sempre più forte dentro questa stanza di carne. Dalle orecchie all’inguine. Come per negare la possibilità di una sconfitta. Sono solo con il mio corpo. Desidero possederlo tanto quanto desidero distruggerlo. Ma presto, molto presto, ammetterò la mia nuova immensa sconfitta.

Nella penombra luminosa le mie spalle sembrano ammassi di cotone pronti per essere filati. Penso che potrei iniziare da qui, da queste spalle: tutto quello che ho. Allargo le braccia e mi vedo impercettibilmente sorridere. Un sorriso assurdo e disperato. Ma sorrido. Davanti al rifiuto, all’abbandono, alla nullità di questa angoscia cannibale. In fondo sono soltanto un bambino anziano, che canta silenziosamente la sua decrepitezza. Cosa importa se nessuno mi ascolta piangere? Ho le mie spalle per appoggiare i miei pensieri di piombo. Ho le mie braccia per abbracciarmi. E posso cominciare di nuovo a comporre il mio infinito requiem. Ora lo so: soltanto la rinuncia potrà restituirmi un frammento di anima.

“Something got a hold on me
And I don’t know what
Something got a hold on me
And I don’t know what
It’s the beginning of a new age
It’s the beginning of a new age
It’s new age”

“New Age” by Lou Reed

18 commenti:

Anonimo ha detto...

Daniele, non è che nessuno ti ascolta piangere, è solo che chi vorresti che ti ascoltasse non lo fa. E puoi avere mille mani tese verso di te, se non sono quelle che tu aspetti, non contano nulla...
E' da un po' che ti leggo troppo, troppo gotico... E' da un po' che ti sento troppo, troppo giù, prigioniero di te stesso...
Non essere orgoglioso dei tuoi 50 kg chili scarsi... Abbine terrore, abbi terrore di te stesso se vuoi salvarti davvero.
Ti abbraccio...

Anonimo ha detto...

Per la miseria Ragazzo, non posso leggerti così, è più forte di me. Hai una vita intera davanti da affrontare che ti aspetta, senza concedere sconti di alcun genere. Perciò infila di nuovo il cuore lì, dove deve stare, lascia che torni a fare il suo lavoro, pompando sangue e rimettendo in circolo fiato e ossigeno. Arriva un momento in cui bisogna guardare avanti e la forza per farlo la puoi trovare solo dentro di te. Noi siamo qui, a sostenerti con il nostro Affetto, ma il lavoro grosso, quello, tocca a te. Non credi di aver dato già troppo al tuo famelico dolore? Dai, alleggerisci braccia e spalle e usa questa sconfitta per darti una spinta verso l'alto, affinchè tu possa voltare pagina e scrivere una canzone che sia un inno alla rinascita.
Ce la puoi fare. Quella rompipalle di Gas :-)

Anonimo ha detto...

per la miseria..
leggevo in un blog di una donna che affasciante è poco ,e che mi sa mi sa che metterò tra i mie i preferiti cangianti come il tempo a marzo e ultimamente anche a maggio ...riportava un proverbio o una cazzata simile, dicendo che l'unica mano che potrebbe aiutarti la troveresti solo alla fine del tuo braccio,ma mi sa che la tua la useresti per prenderti a schiaffi, che poi sarebbe quello che potrei suggerirti.
cosi, per scuotere un po, mica per altro, che schiaffi e pacche sulla spalla servono solo a lussare ossa e a nient 'altro.
si dice che sia un attimo tra la caduta e l'atterraggio, che lo stolto impiega per rivedere la sua vita anzichè cercare di salvarsi le palle..e il codardo si mette in poltrona , coi pop corn!
e disturba coi pianti il pubblico pagante.


quetar..
un abbraccio finto, di quelli che si scrivono tanto per.
che valgono quanto un bacio scritto per abitudine che a trovarcisi di fronte ci si stringerebbe la mano fredda e bianca.

Anonimo ha detto...

Non ho capito bene… qual è per te la rinuncia che ti possa restituire un frammento di anima…
Vorrei leggere che tu rinunciassi a quel potere assoluto sul tuo corpo per smettere di punirlo..
Al potere assoluto sulla tua realtà per non sminuirti
Al potere assoluto sulla tua creatività per non scrivere requiem
Al potere assoluto sulla tua volontà per offrirti una new age
Al potere assoluto sulla vita per viverla così… come è data…
La tua anima sarà libera… così libera... che ti abbraccerà come nessun amante l’ ha mai fatto prima…
Credo in te...
Un abbraccio grande...

Anonimo ha detto...

un abbraccio... di quelli nostri... continuo a leggerti ed a esserti vicina ;)

Anonimo ha detto...

Coraggiosa rinuncia...
ma davvero rinunciamo a qualcosa quando quel qualcuno ha già rinunciato a noi?
Non è forse già tutto perso?

I'll come back home...forse servirà.
Devo rinunciare al mio tempo,è un boomerang impazzito che mi perseguita e mi ferisce.
Possa tu ricominciare a correre...a vivere.

Un abbraccio

Anonimo ha detto...

Spero che ti renda conto in minima parte della forza disperata con cui esprimi ancoora queste emozioni...Solo per i brividi che comunichi vale la pena lottare. L'angoscia ci divora solo se le permettiamo di entrare dentro di noi, usa le spalle per schermarti e sarà luce di nuovo.
Un abbraccio!

Fabioletterario ha detto...

NOn ti dico niente, se non CI SEI. Sarà enigmatico, ma forse anche no... Pensaci!

Anonimo ha detto...

Daniel,smettila!
Non posso sentirti così,non adesso
Il nostro corpo è lo sconosciuto ospite di tutto quello che alcuni reputano essenziale
e invece è solo la lingua che non sappiamo capire
te lo dico alla luce di mesi di sofferenze,di ansia che mi divorava perchè avevo paura del mio corpo,del suo dolore,della morte
Ho letto ieri che amarsi è molto difficile
almeno potremmo cercare di volerci bene
Lascia che l'affetto di molti si riversi sulle tue ferite
Lascia che il dolore faccia il suo corso
Ma ricordati che la vita è l'unica cosa che abbiamo,e ci è stata data
e il tempo è un serpente che divora se stesso

Elisa

ffff ha detto...

non so daniel, io credo molto nel tempo, e qui sopra leggo del tempo che divora se stesso, caspita sì è vero e ce n'è poco, ma passa con tutto il marcio e è un bene. mi dispiace non so nulla o quasi di te e qui è tutto molto intimo, cioè mi sembra di violentare le cose anche solo lasciando due parole e non vorrei, per un sacco di motivi che non sto qua a spiegarti.
un abbraccio, vero però.

Anonimo ha detto...

Io sto tranquilla Dani, non mi sembra vero... Non sto bene, ma mi sento grata e felice.
Ora vorrei riuscire a mantenere così la mia vita il più a lungo possibile.
Un bacione.

Anonimo ha detto...

Il bimbo cammina.
silenzioso ascolta la meraviglia.
senza pensieri ne incastri,non insegue glorie o piaceri,osserva il mondo e lo allontana portandoselo tutto dentro.I suoi occhi sono la meraviglia di ogno cosa e ad ogni passo il suo petto strige l'intimo del cuore.Non ha angustie ne dolore perche di questo si nutre..e non insegue la luce,è un guerriero e la luce è dentro di lui.Queste solo vane parole.è il silenzio a renderlo alto veso il regno da lui custodito.A me l edera profumate delle sue porte.

jana cardinale ha detto...

Vorrei scriverti parole meravigliose, capaci di sorprenderti, scuoterti, scrollarti di dosso il peso macignico della complessità, la nostra, quella che ci condanna a questi pensieri infiniti - anche importanti, anche speciali - ma che non ci lascia il respiro, per i fiori più leggeri e profumati della vita. Dolce Daniel ti abbraccio, nella speranza di sottrarti, per dividerla, un po' di quest'intensa, imperterrita, capacità di soffrire, soffrirci ogni cosa, ogni pensiero. Sei sempre speciale.

Anonimo ha detto...

"Caro Mr Quetar,
la paura come il coraggio... è incostante.... ma cosa ci si può fare?

Come sempre apprezzo e molto la tua diretta sincerità... ma io l'abbraccio te lo mando vero eh!

Daniel"


si daniel??...e con chi avresti pensato di mandarmi un abbraccio vero?

Cioè quella cosa che due cuori si avvicinano fino a sfiorarsi e sincronizzarsi i battiti all'unisono?
Che le persone si scambiano con gli occhi chiusi?
Che si ferma il fiato per il rispetto di tanta passione?

Perchè per una cosa cosi ci vuole un ingrediente per niente segreto,ossia si deve stare vicini,e non in senso emotivo o che,ma nel senso più letterale del termine.

Daniel facciamo che lo lasciamo virtuale?

( un consiglio, ..non credere a quel punto interrogativo).


illogicamente (mica tanto).

digito ergo sum ha detto...

ti leggo sempre. commento meno, perché davanti a cotanta bellURIA, resto basito. stavolta un commento lo lascio. ed è un abbraccio sentito, stretto e lungo. (sembra un caffé...)

Anonimo ha detto...

m'inchino, col cuore in mano che gronda emozioni mai vecchie, ma rinnovate in gocce rosso rubino radunate nel pavimento bianco.

Daniel ha detto...

"osserva il mondo e lo allontana portandoselo tutto dentro"
penso il segreto sia tutto qui, non una sola parola di più.
Grazie davvero....
Daniel

Daniel ha detto...

Per Miss Jana sempre speciale.

Cara... è proprio così sai..questa capacità di soffrire.. è una condanna... che però ci contraddistingue per quello che siamo... ma i pensieri prima o poi... vanno fermati...
Ricambio l'abbraccio e ti dico grazie.. sempre.
Daniel