venerdì 4 luglio 2008

Senso Remoto



A volte
Tra gli sputi sonnambuli
Delle mie notti
Scorgo i tuoi occhi
Spalancati
Come quelli di una belva
Che si finge morta
Ma attende invece
Di azzannarmi la gola

(E allora a forza
Lascio fluire il dolore
Dai tuoi denti
Alle ossa del costato.
Non c’è sangue.)

Stanotte
Con il mio piede sinistro
Schiaccio la tua immagine
E mi accorgo che tu
Sei solo un senso remoto
Che consola e rammarica
Il mio ego entropico
Senza scalfirne
L’amarezza

(La coda del silenzio
Striscia dietro l’angolo
Della porta socchiusa
E finalmente ritorna
Il rumore della vita)

7 commenti:

Fabioletterario ha detto...

Daniel, avendo tu letto il mio post di ieri, puoi credermi quando ti dico che la poesia di oggi la capisco fino in fondo...Benvenuta vita, anche per te!

Anonimo ha detto...

Se schiacciare l'immagine può servire ad aiutare a sentire l'unico rumore forte come il silenzio....benvenga!

Nn accettare consolazioni....
solo pulsazioni

ti abbraccio!

desaparecida

Baol ha detto...

Buon weekend :)

Anonimo ha detto...

Caro Daniel, per essere un senso remoto... ha ancora tinte forti e forme feroci... alla coda del silenzio... Ben venga il rumore della vita!
Ti abbraccio...

Fly

Anonimo ha detto...

ecco, ritorna. bene. ciao D, sun on u

Anonimo ha detto...

buongiorno poeta..i tuoi versi sono stupendi...
ti mando un bacio felice.lo spettacolo teatrale è stato un trionfo..ancora non ci credo ahhahahaha
maddy

digito ergo sum ha detto...

daniel, tutto è possibile. come il suo esatto contrario.