giovedì 22 gennaio 2009

Dingir


Nel silenzio scarno della sera
il mio corpo inutile s’annulla:
l’insensatezza di una vita

Ombre decomposte nella nebbia
come i chierici disperati
in attesa d’un sole lontano

Ecco la incessante caduta
e l’infinita elevazione:
la gioia disperata dell’uomo

* "Dingir" significa “dio” nell'antica lingua sumerica

18 commenti:

Anonimo ha detto...

Credo che un senso a questa vita ci sia sempre, anche se spesso non lo vediamo. Così spendiamo gran parte di essa alla continua ricerca di una risposta. A volte penso che sia un po' come quando qualcosa ci frulla nella mente ma, più ci pensiamo e più questa cosa scappa via e poi, all'improvviso, quando molliamo la presa è come se si accendesse una luce e tutto ci appare chiaro...Forse si dovrebbe smettere di essere così ossessivi nel voler trovare a tutti i costi questo qualcosa che ci sfugge...forse dovremmo semplicemente cercare di vivere, come meglio possiamo. Te lo dico, lo scrivo qui, ma dovrei essere la prima a metterlo in pratica :-)
Bacio. Gas

Anonimo ha detto...

Carissimo, bella poesia ed immagini…
Mi piacciono molto i chierici in fila che aspettano
Ma la vita non va solo attesa, servita, va celebrata!
e l’uomo è tra il cielo (Dingir )e la terra (Ki)… è terra e cielo… nello stesso tempo… Angelo e demone…
Costruiamo cattedrali!!! ;-)
Ti stringo forte…
Fly

ilnomechestaipensando ha detto...

S,accade queto nella sera..
anche se, nella luce a volte, accade di peggio . .

Ciao ciao

Anonimo ha detto...

Buona sera Daniel grazie per aver commentato da me ogni nuovo amico e'un valore aggiunto per la mia persona ed e'per questo che spero di ritrovarti ancora.Ho letto questo tuo post e mi ricordava un qualcosa che non mi veniva alla mente..poi ho ricordato e mi e'sembrato un girone di Dante..trasmette irrequietezza..movimento fluttuante..costante..disperato . Ma cio'che mi ha colpita maggiormente e'"Ecco la incessante caduta
e l’infinita elevazione" bel blog Daniel mi vedrai tornare spesso.Buona serata :)

Anonimo ha detto...

Buona sera Daniel grazie per aver commentato da me ogni nuovo amico e'un valore aggiunto per la mia persona ed e'per questo che spero di ritrovarti ancora.Ho letto questo tuo post e mi ricordava un qualcosa che non mi veniva alla mente..poi ho ricordato e mi e'sembrato un girone di Dante..trasmette irrequietezza..movimento fluttuante..costante..disperato . Ma cio'che mi ha colpita maggiormente e'"Ecco la incessante caduta
e l’infinita elevazione" bel blog Daniel mi vedrai tornare spesso.Buona serata :)

riri ha detto...

Un caro saluto ed un abbraccio.
Buon fine settimana.

dawoR*** ha detto...

mirabile fusione d'immagini e parole :) dawoR***

Anonimo ha detto...

A volte la gioia disperata è molto più profonda e ricca di significato della semplice gioia...Non smettere di cercare, non stare a guardare. Il sole è solo dietro le nuvole...
un bacio!

Veggie ha detto...

Ciao, ho letto il tuo commento sul mio blog... le tue parole mi hanno fatto tantissimo piacere... GRAZIE...

Anonimo ha detto...

preferivoc fenomenologia del colore, anche se questa non è male. sun on u

Anonimo ha detto...

Le tue poesie sono sempre dei piccoli capolavori...

Un bacio,
Laura

Anonimo ha detto...

Chi e'che bussa al tuo cospetto :)???la jasmine.Un bacione e buona serata.

Anonimo ha detto...

Mi chiedo da dove tu tragga continua ispirazione... :-)

Anonimo ha detto...

La gioia disperata dell'uomo...unita alla disperata ricerca di qualcosa che ci attrae e ci respinge, quel Dio lontano e sconosciuto come l'amore più crudele, come il sole più stanco,annientato da troppe nubi.

Bellissimi versi.

Una carezza

Nicolanondoc ha detto...

Sono passato per bruciare i tuoi rovi e nella pienezza dell'amore,ti potranno accompagnare ...la certezza e la felicità impressa del tuo animo nobile....
Ti abbraccio

Anonimo ha detto...

parlo a te silenzio imprigionato, urlo schiavo,grido diventato nodo nella fortaleza e fragilita di un uomo che soffre perche vuole urlare ai quatro venti....la liberazione della incomprensione nella sofferenza ed del propio amore.Urlo priggionero nel profondo dello spiritu,urlo selvaggio come sementale libero,ma diventato somiso per la crudeleta delle sbarre della prigione del amore.Un uomo guarda nella notte un riflettere doloroso di un ricordo al lago,il ricordo di una lacrima ,che è diventata la essencia di acqua per saciare la sette del dolore.sempre una roccia che con il suo sguardo ed la presenza nascosta di una lacrima da lontano,che ieri urlare era la sua forma di parlare ed adesso il suoi silenzio ed una delle sue forme di andare urlando.sempre il mio saluto sentito grande roccia. ANGELO.

Anonimo ha detto...

Son certa che qualcosa avrai da dire perche'ogni racconto di un amico/a e'un valore aggiunto alla mia persona..esperiena,confronto,crescita.. Un bacio caro Amico/a mio/a :)

Daniel ha detto...

PER ANGELO
Mio caro Angelo, le tue parole non disturbano mai il silenzio, nemmeno quello più sacro e interiore: è come se invece ne facessero parte e comunicassero in esso, come la i colori di un crepuscolo. Grazie sempre.
un abbraccio
Daniel