mercoledì 18 giugno 2008

Changed a little



The time is going since you treated me so bad
And in this trouble I have tried to change my head
‘cause I am always so fragile in front of all
As if my heart was just a sort of crystal ball

It’s not the tears what I have to avoid again
But just this feeling of being poor almost homeless
The path in front of me is still so extremely long
And there are still so many new names I will call

It’s another time to grow
Drying the ocean of loss
There is not a written code
Just mistakes to build new road

Yes I am changed a little yes I am changed a little
‘cause of you
But I am not a widow no I am not a widow
Without you

No matter if I am so far from every place
We used to beat during those evenings of games
I’ve in my sight the rainy English countryside
And an old gardeners who’s looking at the sky

Yes I am almost sure it’s time to push the gate
To esc from the part of my life under your shade
It’s my necessity of believing I am mine
A new prospective in this loneliness I’ll find

It’s another time to grow
Drying the ocean of loss
There is not a written code
Just mistakes to build new road

Yes I am changed a little yes I am changed a little
‘cause of you
But I am not a widow no I am not a widow
Without you

11 commenti:

Daniel ha detto...

Cambiato un po’

Il tempo sta andando da quando mi hai trattato così male
E in questo turbamento ho provato a cambiare la mia testa
Perché io sono sempre troppo fragile di fronte a tutto
Come se il mio cuore fosse una sorta di palla di cristallo

Non sono le lacrime quello che devo di nuovo evitare
Ma questo sentirmi così povero e mendicante
Il sentiero davanti a me è ancora estremamente lungo
E ci sono ancora così tanti nuovi nomi che io chiamerò

È un altro tempo per crescere
Asciugando l’oceano della perdita
Non c’è un codice scritto
Solo errori su cui costruire una nuova strada

Sì, sono cambiato un po’, sì sono cambiato un po’
A causa tua
Ma non sono un vedovo, no non sono un vedovo
Senza di te

Non importa se io sono lontano da ogni luogo
In cui non usavamo bazzicare nelle sere dei nostri giochi
Ho davanti a me la piovosa campagna inglese
E un vecchio giardiniere che guarda il cielo

Sì sono quasi sicuro sia il momento di aprire il cancello
Per uscire dalla parte della mia vita sotto la tua ombra
È la mia necessità di credere che io sono mio
Troverò una nuova prospettiva in questa solitudine

È un altro tempo per crescere
Asciugando l’oceano della perdita
Non c’è un codice scritto
Solo errori su cui costruire una nuova strada

Sì, sono cambiato un po’, sì sono cambiato un po’
A causa tua
Ma non sono un vedovo, no non sono un vedovo
Senza di te

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Ho abbozzato questo pezzo su un vecchio pianoforte trovato per caso in un bed&breakfast in cui ho soggiornato una sola notte, nella campagna inglese a sud ovest di Bristol. Canta di uno di quei rari momenti in cui, nel bel mezzo del dolore, riesci ad elevarti e a guardare oltre, osservando sia il passato che il futuro in un modo più sereno. E pensi di stare riprendendo le redini della tua vita.
Il pezzo è un rock fresco molto Brit, a tratti una filastrocca rimata e ritmata.
Un abbraccio
Daniel

Anonimo ha detto...

Se posso permettermi di contraddirti... Io ho la sensazione che tu non viva troppo, ma che tu viva troppo di percezioni... Che non è affatto la stessa cosa... Però chiaramente io non ti conosco e non posso dirlo...
Chissà, forse sono io che ne ho le tasche piene del fatto che le cose esistano solo nella mia testa...
Un bacione.

Laura Ingallinella ha detto...

Mi piace tanto immaginarti vagabondo per le città inglesi... mi piacerebbe tanto non avere una meta, solo tappe di bed&breakfast (che quando lo dicono da me sembra tanto che dicano "breddembrekkfast") e vecchi pianoforti su cui comporre una canzone... o paesaggi di cui potersi innamorare. Bello.

Vorrei tanto lasciarti un saluto leggero, so che ti fa piacere (come fa piacere a me)...
Un abbraccio :-)
Laura

Anonimo ha detto...

E’ bellissimo questo pezzo Daniel…
Sono ancora commossa dalla lettura…
Si, perché ci sono passata anch’io…
Ci si passa spesso in questo percorso di viandanti…
Non si risparmiano le lacrime… quelle fanno parte della vita…
E guai se non ci fossero… sarebbe una landa desolata di polvere
di sentimenti… che non varrebbe nemmeno la pena di percorrere…
Ma ogni volta, si attraversa il cancello meno poveri e mendicanti
e più fiduciosi in nuovi panorami e cieli…
Allo stesso modo è molto poetico pensare di trovare lungo il viaggio... un vecchio pianoforte…
In uno sparuto bed&breakfast… che non suona più da non so che… che chissà quale sia l’ultima cosa che possa aver suonato e quali dita lo abbiano accarezzato prima…
ed è lì perché in quel momento tornasse a vivere insieme a Te…
E’ così dolce quest’immagine che ho le lacrime agli occhi… il suono del pianoforte
in fondo all’anima, il cuore gonfio… e le tue mani sfocate che si muovono leggere sul bianco e nero…

Grazie... Daniel

Fly

Anonimo ha detto...

hai mangiato il pudding a colazione? trovati qualcun altro, è ora. che splendido sole. sun on u

Anonimo ha detto...

no, non intendo agire...
Intendo dire che le percezioni e le emozioni sono anch'esse reali e vanno vissute. Stando attenti a non percorrere troppo quella strada e tenendo sempre d'occhio il reale materiale... Insomma la giusta via di mezzo.. Essere troppo orientati verso le emozioni allontana dal materiale che pure fa parte della realtà, seguire troppo il materiale rende aridi e superficiali, e anche questo allontana dalla realtà...
Io non ci sono ancora riuscita a trovare la giusta via di mezzo.
Fammi un fischio se riesci a capirlo ;)

Anonimo ha detto...

bello il cuore di cristallo,se molti fossero come te a murano si studierebbe cardiologia...
ma mi sa che si continui coi calici e i posacenere,credimi puro marketing.
pero magari ti aiuterebbe un po di sano caos calmo,più che un kleenex , o forse non t 'aiuta nulla, perchè magari non te ne frega granchè.
ormai, solite,quanto banali questioni di tempo . tic tac tic tac...

desaparecida ha detto...

E’ meglio tenersi le lacrime Daniel,ti serviranno x irrigarti dentro qndo senti che il deserto da fuori in modo permeabile ti trapassa .
Non sei povero,chiedere acqua è segno di coraggio e tu hai bisogno di schiarirti la voce,prima di chiamare un nuovo nome!

Ti abbraccio

digito ergo sum ha detto...

delicato amico, arriverà un momento in cui, pensando a lei, ti verrà un sorriso e, da dentro, una voce sempre nuova, che però conosci bene, ti chiederà "ma posso davvero essere stato così stupido?". Non ho mai capito se è la voce del tempo o della ragione. Ma però importa sega. Figurati che, qualche burlone, 'sta roba, la chiama vita.

E io ti abbraccio

Anonimo ha detto...

caldo, eh? magari, l'estate inglese, magari... ci vado a luglio, se non mi lesso prima. sun on u

Anonimo ha detto...

belli quei momenti di lucidità.. a me capitano a volte quando torno la notte, in macchina, con la radio accesa e il finestrino abbassato. ciao, mi piacerebbe anche sentirla quella musica, quella del pianoforte sotto le parole che scrivi. buona serata, astro.