mercoledì 12 marzo 2008

I might seem kinda dead



Corriamo. La macchina scivola come una slitta. Il cielo è talmente grigio che sembra un soffitto di cemento. Osservo il tuo viso teso con la coda dell’occhio. Ne vedo le pieghe. Ne sento la contrazione. Ho freddo e mi sento perso ma cerco di non fartelo notare. Perché stasera devo essere una roccia a cui aggrapparsi, te lo devo. Desidero accompagnarti lungo questo percorso catartico. Per aiutarti a non pensare. Non pensare a lei, ai suoi occhi che si sono chiusi per sempre. Ma è così difficile non accorgersi di queste nuvole invisibili che vorrebbero piangere neve, ma non ci riescono. Mi dici che vuoi passare oltre, che vuoi lasciare la realtà alle tue spalle. E io ho deciso di seguirti in questo altrove che stai disegnando. “I pass by, don't dare to stop. When there's someone I see. There's no one here but me”. Ascoltando le tue parole comprendo che non c’è alcuna direzione stasera. Stanotte. Mi devo fidare di te. Siamo soltanto pellegrini in cerca di un senso. Quel senso che la vita e la morte sembrano nascondere così gelosamente. “There is no directions given. Just some trust in human mind to rely on and to hold on to. Honestly don't know where I'll end up at last. Won't even count the days”. Fumiamo. Il fumo riempie i polmoni e il cervello. Ci aiuta a correre lontano, con la mente. Forse è soltanto questo, ciò di cui hai bisogno, staccarti da questo stato di cose, cupo e soffocante. “One thing I sure know I won't move so fast my mind in complete haze”. Eppure ci vuole molto di più. Leggo la paura nell’inflessione roca della tua voce. Cosa ti spaventa? È davvero la morte che temi? In fondo la morte è la fine del dolore. E forse, il dopo potrebbe essere veramente migliore. Come quella volta ad Aberdaron, sulla spiaggia. Ricordi? Guardando il mare d’Irlanda giocare con le nostre anime, abbiamo pensato che sì, il paradiso potesse esistere davvero. Ma ora tutto è diverso. La morte ha tinto di nero una realtà già cupa e non ci sono luci. “Seems to be all dark around. Nothing there, to lighten up my way”. Vedo i tuoi pensieri. Come fossi davanti allo schermo in un vecchio cinema in bianco e nero. Vorrei trovare le parole giuste per contrastarli. Ma riesco soltanto a mantenere un silenzio sofferto. “Scary thoughts and frightening sounds in my mind still I try avoid it”. Ma adesso basta correre. Devo stendermi. Non importa dove. Va bene anche qui, su questo asfalto umido, che non riesce a diventare bianco, nonostante la neve che sta cadendo. Un po’ come la vita. “I'm fooled by something inside my head. If I lay down now. I might seem kinda dead. Just keep on wasting time”.

Le parti in inglese sono tratte da “Where I'm Headed" by Lene Marlin

13 commenti:

Anonimo ha detto...

... La morte fa parte della vita... Lo si sa, ma farci i conti è diverso... Non si è mai pronti a morire. E forse nemmeno a vivere...

Riguardo al mio post: mi sono divertita a giocare con le parole... Come spesso accade... E' un post... E non basta mica quello per poter dire se miagolo o meno... Sono davvero poche le persone che potrebbero saperlo... :P
Ah, vedi che io all'università ho studiato per davvero :P

Anonimo ha detto...

"passare oltre" è una frase che mi è sempre piaciuta ma non sono mai riuscita a metterla in pratica. Non solo perchè è difficile, ma anche perchè ho paura di perdere qualcosa.

Anonimo ha detto...

Ho imparato a non temere la morte il giorno stesso in cui ho visto una parte della mia vita rinchiusa in un loculo...

L'ho ignorata,come avevo ignorato l'odore di dolore-fisico e no-che mi trapanava le meningi.
Cosa ci sia dopo,non è dato saperlo.
Ma qualcosa c'è,ne sono certa.
Siamo troppo complessi,pericolosi,folli,imprecisi e meravigliosi per esaurire le nostre energie in un solo match de vie.Anche l'artefice penso sia consapevole di ciò...

-Stamattina sto un po' delirando..:)-

Do you agree?

bacio

Anonimo ha detto...

E corre,l'avventura della vita
quando la vedi fermarsi,per qualcuno che non sei tu
solo al silenzio puoi affidare le emozioni
il silenzio sacro che si deve alla morte
la porta di un'altra dimensione che sfugge alla mente
La forza dell'amicizia
è un inno sublime
anche per solitudini disperate
un abbraccio
Elisa

Anonimo ha detto...

Sono così profondi i tuoi scritti che mi commuovono fino alle lacrime…
Le tue emozioni non si fermano nella testa… entrano nel cuore e nell’anima… mancano le parole per dirlo… quindi senti il bisogno di sentirle nel corpo… per congiungerti pienamente ad esse ed ecco che escono come immagini… stese come l’asfalto nero… che non diventa bianco neppure con i fiocchi di neve ed il tuo corpo steso… come morto… ed il freddo già ti apparteneva…
Quale miglior empatia che offrirsi di sentire nel corpo con la mente, la morte che ha colpito da vicino…
La catarsi implica, secondo me, un passaggio attraverso… occorre conoscerla da vicino… ma non è la morte che ci fa paura…
Cosa allora? Forse il vuoto… quell’abbandono… quella mancanza di senso… di direzione... quel nero che non diventa bianco.. bisogna riempirlo fosse anche solo di fumo che riempie i polmoni e la mente…
Devi essere proprio un Tesoro di Amico... anche se il primo a non saperlo... forse sei Tu! Tu sei molto di più che una roccia....

Mi spiace che i rovi siano più pungenti ora... fatti spazio... che ci sono anche le prime gemme di primavera...

Ti abbraccio sempre anch'io...
Fly

Anonimo ha detto...

Difficile affrontare la morte, a volte sembra addirittura impossibile. Ma mai come in questi momenti, avere vicino persone con cui si è costruito un rapporto solido, quasi fraterno- come mi sembra in questo caso- è importante. Così come segna per sempre l'assenza di chi amiamo e in questi casi ci volta la faccia.
Complimenti,sei sempre dispensatore di grandi emozioni per me.Ti linko sul mio blog, se non sei d'accordo conttattami!
Baci.

Anonimo ha detto...

La morte..possono risponderti senza paura..non è mai come la vorremmo..la sogniamo e spessso immaginiamo vestita dei colori dell' idealismo..nel nostro immaginario vorremmo morire per gli ideali,per amore,per frustazione..ho semplicemte perchè siamo stanchi di lottare...ma lei ride..lei si prende gioco della nostra fantasia.e intanto ci sceglie.e noi quasi sempre siamo impreparati...
ps Ricorda Sammarcanda

Io per età e l' esperienza che sto vivendo..la sento la sua risata....e il mio tremore....ora non ' immagino..l' ho vista....maddy

Anonimo ha detto...

Sì, dovresti stenderti davvero. Su un materasso che ti accolga, sotto un piumone avvolgente, dove calore e sogni possano mescolarsi per donarti cio' di cui hai bisogno: serenità. Per una notte. Almeno per una notte. Anche per una notte soltanto.

Scrissi, Daniel delle emozioni. Non è un granche'.. ma è sempre e comunque una traccia della mia esistenza.

Ti abbraccio
M.

quetar ha detto...

una donna mi chiese se io fossi un ruffiano,...
beh se potessi le risponderei con la stima che mi hai dimostrato con il premio che mi hai riservato e che ricambierei con piena e assoluta convinzione,e dirti queste cose , credimi è ricambiare.
La considerazione per un modo di scrivere o di piacere, o semplicemente per il piacere di esserci.
Grazie daniel , poco fa dicevo ad un bloggher quanto possa essere importante sentirsi dire di non scrivere banalità perchè non scriverne credo somigli parecchio a non viverne,uno che probabilmente non sa cosa voglia dire banalità.
perdona il ritardo semmai, ho cercato un momento di tranquillità per passare ,per lasciare una traccia ,una buona che avesse perlomeno le sembianze di genuinità e non di cortesia.
:)

quetar

Anonimo ha detto...

La morte può avere mai altri colori? No, non credo, neppure quando giunge misericordiosa, forse per questo nessun asfalto potrà mai diventare bianco, nemmeno sotto spesse coltri di neve, quando ci cammina sopra. Gas

Daniel ha detto...

Per Quetar
Ehi cosa mi combini? Vado sul tuo blog e trovo tabula rasa. E nemmeno la possibilità di commentare.
Spero tu possa scrivere presto di nuovo.
Non ho dubbi sul fatto che tu non mi abbia risposto per cortesia ;-)
E sono stato contento di premiarti.
a presto eh!
Daniel

Anonimo ha detto...

queste parole mi toccano ancora più di tutti gli altri tuoi scritti, sarà perchè l'argomento mi fa tremare il cuore, sarà perchè quando penso alla parola "fine" non riesco a non ricordare la fine della persona a me più cara (mio fratello)... ed io quel giorno avrei tanto avuto bisogno di un amico che mi avesse accolta fra le braccia e mi avesse accompagnata in silenzio nella notte.
L'asfalto non diventerà mai bianco, così come mai la morte diventerà un cosa colorata o incolore... è sempre e comunque nera, sempre e comunque infinita ed insondabile...e ci sarà pure un paradiso da qualche parte, ma l'assenza di chi si ama è un inferno continuo...
ciao dolcezza dalle spalle forti e grandi e dal cuore ancora più grande... ti abbraccio (come tu sai)

Anonimo ha detto...

oggi c'è il sole, punto. bello, eh? per carità, but spring's coming. Daniel, non sei un po' troppo cupo? Non ti crogioli un po' troppo nella malinconia e nella tristezza?
Sono passato per Nizza quella volta perchè dovevo prendere il treno con auto al seguito da lì. altirmenti facevo il Monte Bianco. perché l'ho fatto più di una volta. sun on you